Carteggio n°21: America is back
L'influenza cinese in Afghanistan, l'Asia policy di Biden, la crisi democratica nelle Americhe, il mito dell'anglosfera e la cooperazione allo sviluppo della nuova amministrazione democratica.
I have ever considered diplomacy as the pest of the peace of the world, as the workshop in which nearly all the wars of Europe are manufactured.
– Lettera a William Short, 23 gennaio 1804
Buona giornata a tutti i lettori di Jefferson!
Oggi raccogliamo insieme a voi i cocci del vecchio ordine mondiale americano, mandato in frantumi da Donald Trump, ma già pesantemente indebolito anche durante i mandati dei suoi due predecessori, George W. Bush e Barack Obama.
Una visione del mondo che deve ritrovare una sua identità dopo un quadriennio decisamente fuori da qualsiasi schema.
Afghanistan: dopo gli USA arriva la Cina?
Cominciamo da un insuccesso clamoroso come il nation building in Afghanistan: gli Stati Uniti si sono ritirati dopo vent'anni da Kabul, con una spesa quasi improduttiva di miliardi di dollari e un paese in bilico. Gabriele Carrer, giornalista di Formiche, ci aiuta a districarci nell'intricato scenario diplomatico che coinvolgerà il paese centroasiatico: un Grande Gioco contemporaneo con molti più giocatori, tra cui la Cina.
L’Asia di Biden
E proprio Pechino è al centro del focus di Guido Alberto Casanova, ricercatore Ispi specialista di Asia, che ci racconta come l'amministrazione di Joe Biden sta cercando di creare un coordinamento con gli alleati storici in Asia come Giappone, Corea del Sud e Taiwan per poter contenere al meglio il principale rivale di Washington.
La crisi democratica del continente americano
L'America First però non è finita, anzi: ha fornito un modello di leader autoritario. La giornalista Chiara Sgreccia, profonda conoscitrice del continente latinoamericano, ha fatto una panoramica sugli emuli di Trump a sud del Rio Grande. Per meglio comprendere che il progetto di sovvertire le elezioni era tutt'altro che peregrino, anzi.
Ma esiste ancora l’Anglosfera?
L'analisi del nostro Emanuele Monaco invece ci porta nella polvere d'Impero che rappresenta al meglio l'Anglosfera bianca: cosa rimane di quella alleanza culturale e anche razziale che aveva la pretesa di governare i destini del Pianeta? Non molto.
La cooperazione allo sviluppo dell’amministrazione Biden
Infine, l'utile panoramica di Antonio Junior Luchini su uno degli aspetti meno noti del soft power statunitense: gli aiuti alla cooperazione allo sviluppo, fondamentali per l'immagine di un'America non soltanto gretta e affaristica.
Vi lasciamo percorrere in silenzio quest'ampia panoramica sul mondo, per capire cosa vuole fare lo zio Sam ora che ha nuovamente un presidente che viene da una lunga esperienza di governo a Washington (ed erano più di vent'anni che mancava).
Buona lettura!