Carteggio n°116: Non tanto neutro Roberts
A vent'anni dalla nomina, il giudice capo della Corte Suprema John Roberts ha portato a un arretramento democratico degli Stati Uniti attraverso sentenze fintamente equidistanti
“The opinion which gives to the judges the right to decide what laws are constitutional, and what not, not only for themselves in their own sphere of action, but for the legislature and executive also in their spheres, would make the judiciary a despotic branch.”
Lettera ad Abigail Adams, 11 settembre 1804
Buona giornata a tutti i lettori di Jefferson!
Il 5 settembre 2005, due giorni dopo la morte del giudice capo della Corte Suprema William Rehnquist definito da Richard Nixon che lo nominò nel 1972 un “reazionario bastardo”, George W. Bush fece una scelta quasi a voler, nelle intenzioni, moderare l’ideologia di colui che avrebbe potuto guidare il sistema giudiziario per un numero imprecisato di anni. Conservatore ma moderato, Roberts sembrava allora una figura che avrebbe potuto fungere da argine agli eccessi del potere esecutivo, già allora tendente all’espansione incontrollata. A vent’anni di distanza possiamo dire che la sua cifra è stata una sorta di pilatesca equidistanza che in realtà si è risolta, specie a partire dal 2020, anno in cui la nomina della giudice Amy Coney Barrett ha spostato l’equilibrio della Corte a destra, in una serie di provvedimenti che hanno dato ragione a Donald Trump in qualsiasi cosa importante. Alla vigilia della decisione sui dazi imposti al resto del mondo senza consultare il Congresso, è bene ricordare chi è il principale responsabile di questa deriva accentratrice. Per non usare ancora termini più pesanti.
Buona lettura!
La decisione di George W. Bush
di Alessandro Tapparini
L’allora presidente americano nominando John Roberts è andato ben oltre le sue intenzioni originarie: la storia dietro la sua scelta più pesante nel racconto di Alessandro Tapparini
Amy Coney Barrett, la giudice che non vuole piacere
di Emanuele Monaco
La giudice si accoda alla super maggioranza conservatrice quando serve, ma lei non la usa come vorrebbero Alito e Thomas: l’analisi è di Emanuele Monaco
Vent’anni di John Roberts, o Mr. Free Speech
di Vittoria Costanza Loffi
In vent’anni il Presidente della Corte Suprema si è mosso dicendo di voler fare “suo” il Primo Emendamento, aprendo a scenari discutibili riguardanti il destino della libertà di espressione nell’analisi di Vittoria Costanza Loffi
L’idea del Montana per smontare la sentenza Citizens United
di Lorenzo Oliva
Un verdetto che a partire dal 2010 ha spalancato ai miliardari la via per controllare il governo federale può essere smontata. Ecco l’idea che viene dall’America Profonda, spiega Lorenzo Oliva.