Metà dicembre, per gli appassionati di football NCAA significa l’inizio della sbornia dei Bowl, la serie di sfide di fine stagione, tutte rigorosamente trasmesse in diretta televisiva. Patatine al gusto barbecue, birra IPA, caffè filtrato e noccioline stanno per diventare le protagoniste delle feste natalizie, da celebrarsi omaggiando il rito dello sport americano per eccellenza.
Playoff a quattro
Partiamo dalla fine: sono in pochi a credere che il 9 gennaio, quando a Inglewood California si assegnerà il titolo del football universitario, non saranno i Georgia Bulldogs ad alzare il trofeo, come successe lo scorso anno. La squadra guidata dal quarterback Stetson Bennett ha giocato una stagione vicina alla perfezione, vincendo sempre, con un record di 13-0 e ricevendo 62 preferenze su 63 nella votazione del ranking finale da parte della Associated Press. Il sessantatreesimo voto è andato ai Michigan Wolverines, l’altra università capace di una stagione senza sconfitte.
A chiudere le magnifiche quattro semifinaliste saranno gli Ohio State Buckeyes e gli assai sorprendenti Texas Christian Horned Frogs, entrambe squadre che di partite ne hanno persa una sola, tra l’altro Ohio State proprio contro Michigan, e piuttosto nettamente, 23-45.
Questo il calendario: il 31 dicembre prima Michigan (2)-TCU (3) e dopo Georgia (1)-Ohio State (4). Il 9 gennaio il National Championship. Come andrà? Il pronostico dell’appassionato scrivente non riesce a immaginare sovvertimenti: Michigan vince, Georgia vince e rivince. Lo scorso anno avevo azzeccato la sorpresa, che per il 2023 non mi sento invece di prevedere.
TCU
La notizia è l’assenza nei playoff sia di Alabama, sia di Clemson che hanno chiuso la stagione rispettivamente al quinto e al decimo posto, unite nel destino delle due sconfitte sul groppone. Non era mai successo che mancassero entrambe, da quando esiste il format a quattro (2014). La strada per la designazione delle elette è stata entusiasmante; al di là del cammino imperioso di Georgia e Michigan, per gli altri due posti le pretendenti si sono avvicendate parecchio in ranking e pronostici. Nessuno dava credito a TCU, la maggior parte degli osservatori si aspettava un crollo, che non c’è stato. Basti sapere che l’unica sconfitta è arrivata alla finale di conference contro Kansas State, per di più ai supplementari dopo una rimonta clamorosa e complice un errore arbitrale altrettanto clamoroso.
Apriamo una parentesi su questa (splendida) partita. Il quarterback Max Duggan ha fatto cose turche (meglio texane, forse) per pareggiare i conti, correndo e lanciando da supereroe dei fumetti nell’ultimo quarto. Siccome supereroe non è, ha pagato andando in debito di ossigeno a tal punto da chiedere ai compagni di non festeggiarlo per lasciargli aria. Ed è a questo punto che il coach ha scelto il colpo da maestro: invece di giocarsi l’ultima azione per vincerla con la star boccheggiante e il vivo rischio di un ribaltamento, ha ordinato di lasciare scadere il tempo e giocarsi il titolo ai supplementari. Ha perso, lo abbiamo scritto, ma ha salvaguardato il posto nelle prime quattro, che una sconfitta ai tempi regolamentari avrebbe potuto, chissà, mettere a rischio. Capita di dover rinunciare all’uovo oggi per avere la gallina domani.
A cadere sul più bello nella corsa ai playoff sono state almeno in tre, oltre alle citate Alabama e Clemson: Tennessee, fino a poche settimane dalla fine la squadra più bella da vedere poi incapace di mantenere il livello fino all’ultimo; e poi Oregon e Southern California, entrambe non in grado di esorcizzare la maledizione della Pac-12. Sono anni infatti che la Conference del Pacifico non riesce a mandare i propri campioni ai playoff: quest’anno i candidati più forti nella pre-season erano secondo gli esperti gli Utah Utes, hanno perso la prima e di seguito sono stati battuti ancora. Poi è toccato agli Oregon Ducks e ai Southern California Trojans, occasione buttata al vento per entrambe in virtù di sconfitte inattese e pesanti. Amara è stata soprattutto quella dei californiani, travolti dagli Utes (ai quali il rush finale non è bastato) in finale di conference.
Le altre
Scritto delle prime quattro, non va dimenticato che tra metà dicembre e la prima settimana di gennaio si giocano un sacco di partite, ecco il calendario dei bowl NCAA. La regola è che quanti hanno un record del 50% almeno hanno il diritto a celebrare la stagione con un’ultima uscita, anche se non possono giocarsi il titolo. Sono in tutto quarantatre sfide e non poche promettono spettacolo. Vediamone alcune, sei consigli per chi è abbonato a ESPN Player o per i fortunati che si faranno le vacanze negli States:
28 dicembre, Holiday Bowl a San Diego: Oregon-North Carolina
29 dicembre, Alamo Bowl a San Antonio: Texas-Washington
30 dicembre, Sun Bowl a El Paso: UCLA-Pittsburgh
30 dicembre, Orange Bowl a Miami Garden: Tennessee-Clemson
31 dicembre, Sugar Bowl a New Orleans: Alabama-Kansas State
E infine la partita-bonus, quella tra college meno noti ma che a parere di quanti mangiano patatine al gusto barbecue potrebbe regalare grande divertimento: il 20 dicembre, Boca Raton Bowl: Liberty-Toledo. Vi capitasse di essere in Florida, sappiate che al momento in cui chiudo questo articolo ci sono ancora biglietti.