Combattere la censura: un manuale pratico
Il numero dei libri proibiti negli Stati Uniti favorisce l'isolamento ideologico e sociale, ci dice Deborah Caldwell-Stone dell'American Library Association.
Il numero dei libri proibiti negli Stati Uniti è in aumento. Più cresce la polarizzazione sociale, più i tentativi di censura e le richieste di vietare i contenuti considerati scomodi sono frequenti. Tuttavia gli autori, le associazioni, le biblioteche e le librerie rispondono a chi cerca di controllare la cultura e impedire lo sviluppo del pensiero critico, per salvaguardare il benessere della persona e il Primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, garante della libertà di parola e di stampa.
«La società americana degli ultimi anni è attraversata da profonde divisioni politiche. Questo si riflette anche nella scelta dei libri da leggere e nella battaglia che sempre più organizzazioni, soprattutto al livello locale, portano avanti, nei Consigli scolastici e nei quartieri, per impedire la lettura di testi che, secondo alcuni, sarebbero inadeguati per un pubblico di giovani lettori. Per la maggior parte si tratta di libri che parlano di diversità culturale, di identità sessuale, o di razzismo e diritti» spiega Deborah Caldwell-Stone, direttrice dell’Ufficio per la libertà intellettuale dell’American Library Association, la più antica e grande associazione di biblioteche del mondo, fondata con l’intento di garantire l’accesso a un’informazione libera, per quante più persone possibili.
«La messa al bando dei libri sta causando un danno enorme alla società statunitense. Da un lato impedisce lo sviluppo degli individui, rende, soprattutto per i più giovani, difficile il confronto e la ricerca di informazioni che sono indispensabili per conoscersi e comprendersi. Favorisce l’isolamento ideologico e sociale». Dall’altro lato, secondo Caldwell-Stone, vietare i libri significa anche dare a qualcuno il potere di decidere cosa è lecito pensare o leggere. Un gesto che mette in forte pericolo l’essenza stessa della democrazia, e sottomette la persona a un volere esterno che penetra fin nella sfera più intima e privata.
Secondo l’ultimo rapporto dell'American Library Association ci sono state 330 richieste di bannare libri da scuole e biblioteche nell'autunno del 2021. Un aumento importante rispetto agli anni precedenti. Nello stesso periodo del 2020 le segnalazioni erano state 156, mentre parecchi istituti erano chiusi a causa della pandemia. In tutto il 2019, 337. Sembra che genitori, attivisti, e funzionari dei consigli scolastici stiano accrescendo il ritmo con cui chiedono a biblioteche e scuole di togliere i libri dai loro scaffali.
Sebbene i numeri non siano ancora così preoccupanti da generare un allarme nazionale, per molti dietro l’aumento dei divieti si nasconde la radicalizzazione, a livello locale, dei movimenti dell’estrema destra statunitense che punta al controllo culturale delle nuove generazioni, per indirizzare le conoscenze che i giovani avranno della storia e del mondo.
La rimozione della graphic novel Maus del fumettista Art Spiegelman dalle biblioteche delle classi di ottavo grado, votata all’unanimità dal Consiglio scolastico della contea semi rurale di McMinn, in Tennessee, è stato un esempio che ha attirato l’attenzione internazionale. L’opera, vincitrice del premio Pulitzer nel 1992, è ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale e parla dell’Olocausto con personaggi dalle sembianze animali. È stata proibita per la presenza di parolacce e di nudi femminili che avrebbero turbato gli alunni dell’età di chi frequenta la terza media.
Sempre in Tennessee l’associazione conservatrice Moms for Liberty sta lottando per censurare il libro per bambini Seahorse, the Shyest Fish in the Sea, perché le immagini dei cavallucci marini che si abbracciano, sarebbero sessualmente suggestive.
In Oklahoma, un senatore dello Stato ha proposto una legge che consentirebbe ai genitori di contestare i libri nelle scuole pubbliche e di chiedere una multa di diecimila dollari per ogni giorno in cui un testo considerato vietato rimanesse, invece, visibile sugli scaffali. L’epicentro della censura, però, era e rimane il Texas. Qui sono centinaia i libri sotto accusa e il governatore repubblicano Greg Abbott ha promesso che saranno i genitori a decidere che cosa sarà insegnato in classe.
Gruppi di attivisti come Moms for Liberty, think-tank come il Goldwater Institute e politici repubblicani in tutto il paese, stanno concentrando molte risorse per promuovere una maggiore censura che parte dalle scuole e che, progressivamente, penetra anche le legislature statali e diventa uno dei topic centrali nelle battaglie politiche.
«È molto pericoloso quello che sta succedendo negli Stati Uniti, potrebbe offrire al governo gli strumenti per limitare la libertà di pensiero» conclude Caldwell-Stone. L’American Library Association lavora per incoraggiare biblioteche e autori, anche a livello locale, a contrastare le forme di censura, al fine di favorire lo sviluppo delle comunità , l’educazione libera degli individui, perché un accesso limitato alla conoscenza non permette alle persone di vivere una vita soddisfacente.
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