C'è solo un Presidente: le milizie di destra, trumpiane e non
L'estrema destra statunitense prolifera grazie a un efficace processo di decentramento che permette a gruppi e movimenti di crescere a livello locale, entrando nella società civile.
Una volta erano organizzazioni centralizzate a carattere nazionale, con un coordinamento unico e sovrastatale. Oggi, l’estrema destra americana si frammenta e si localizza per stabilire un contatto concreto con i cittadini e sfuggire ai controlli di sicurezza.
Dal centro si è spostata verso la periferia, un anno dopo l’assalto a Capitol Hill: la radical right statunitense è cambiata. Come risposta ai fatti del 6 gennaio 2021, le forze dell'ordine hanno inferto duri colpi a gruppi come i Proud Boys e gli Oath Keepers, le cui responsabilità sono state accertate in quello che, nonostante gli sforzi di una parte del Partito repubblicano di mistificare la realtà, è stato un tentativo di golpe orchestrato dall’ex Presidente Donald Trump.
Anche le grandi aziende del digitale hanno implementato gli strumenti per ridurre la disinformazione e bloccare o escludere dai social network gli autori di contenuti falsi o estremisti.
Questo, però, non è bastato per fermarli. Anzi, ha accelerato la trasformazione delle organizzazioni di estrema destra che hanno sciolto le leadership nazionali e si sono localizzate, frammentandosi in sezioni più piccole, statali, regionali, di quartiere. Così la loro autorità e il consenso stanno crescendo proprio nelle sedi in cui possono effettivamente arrivare a ottenere cariche istituzionali e posizioni di potere.
«Piccoli gruppi di estremisti di destra che mancano di una struttura formale di comando e controllo sono molto più difficili da tracciare per le forze di sicurezza e spesso operano in aree al di fuori delle grandi città, dove le autorità locali hanno risorse minime» ha dichiarato ad Al Jazeera Arie Perliger, professore di criminologia presso l'Università del Massachusetts Lowell ed esperto di violenza politica ed estremismi. Una sfida alla democrazia che parte dal basso e sogna di sovvertire il sistema.
Le organizzazioni ormai conosciute come i Proud Boys, Oath Keepers e 1st Amendment Praetorian, inoltre, sono quelle più riconoscibili, ma non l'unica manifestazione dell’estrema destra statunitense. Come hanno evidenziato i ricercatori dell'Università di Chicago, l’89% dei partecipanti all’assalto del Campidoglio non faceva parte di gruppi organizzati paramilitari, simili alle milizie. Per la maggior parte, sono estremisti solitari desiderosi di sfidare la società così come è, spinti da una concatenazione di motivazioni che vanno dal suprematismo bianco, al disaccordo con il sistema educativo vigente, all’opposizione al vaccino per contrastare il Covid-19, alle cospirazioni elettorali. Tra queste continua ad avere grande seguito Stop the steal, la teoria del complotto diffusa da Trump, secondo cui non avrebbe vinto le elezioni presidenziali del 2020 a causa di brogli negli swing states, gli Stati indecisi, in cui l’orientamento dei votanti non è così marcato da poter essere previsto con sicurezza.
Dopo Capitol Hill l’estrema destra americana sta cambiando approccio. Da un lato rimangono ancora i gruppi che vogliono mostrare la loro presenza e potenza a livello nazionale come i Patriot Front che lo scorso dicembre hanno marciato sul Lincoln Memorial a Washington con scudi e bandiere americane, ma dall’altro la vera minaccia alla sicurezza nazionale è costituita dalla sempre più stretta commistione tra le ideologie estremiste e i principi del partito repubblicano.
In Colorado, Tina Peters, funzionaria repubblicana della contea di Mesa, un membro della milizia anti-governativa di destra Three Percenters e un esponente di QAnon, sono coinvolti nella violazione e diffusione online di password riservate per l’accesso al sistema di voto, con l’obiettivo di dimostrare come i risultati delle elezioni potessero essere facilmente truccati.
Come sottolineano numerosi esperti, più che il pericolo di un nuovo assalto armato agli edifici del governo, a rappresentare una minaccia reale per la società americana sono i possibili exploit di estremisti isolati e le azioni che i gruppi della radical right portano avanti quotidianamente per corrompere la democrazia locale. La strategia di riconquista del potere basso per arrivare in alto è stata promossa da più personaggi noti dell'estrema destra americana, come Steve Bannon, ex spin doctor di Trump, che invita i negazionisti del risultato delle elezioni 2020 a prendere il controllo del Partito Repubblicano distretto dopo distretto.
«Niente più proteste al Campidoglio, non funzionerà. Dobbiamo colpirli nelle sedi dei quartieri… pensiamo al governo locale» ha scritto sul suo sito un attivista di estrema destra dell’Idaho, che fa parte del movimento People’s Rights, gruppo antigovernativo fondato da Ammon Bundy che si sta espandendo velocemente negli Stati Uniti, senza un coordinamento unitario, ma grazie a cellule indipendenti che attecchiscono area per area.
Come spiega il Guardian, anche le organizzazioni più compatte come i Proud Boys si stanno localizzando. Si inseriscono nei dibattiti cittadini, sfruttano a loro favore il malcontento delle periferie, entrano a far parte dei circoli politici conservatori e nei consigli scolastici. Lo scorso novembre a Downers Grove, nell’Illinois, i PB hanno partecipato a una riunione del consiglio scolastico per sostenere i conservatori nella lotta per vietare la letteratura genderqueer a scuola. Nello stesso mese hanno partecipato alle riunioni dei consigli scolastici anche in North Carolina, Oregon, Florida, Wisconsin e New Hampshire. Approfittano delle giurisdizioni più piccole che hanno forze dell'ordine meno preparate e a volte più amichevoli per testare il ritorno alla violenza.
Questo mette alla prova i governi locali degli Stati Uniti e permette alle ideologie della radical right di entrare a far parte della società civile. L’assalto di Capital Hill del 6 gennaio 2021 che ha causato cinque morti, un attacco al cuore della democrazia americana, ha fatto sì che la minaccia dell’estremismo di destra venisse presa seriamente dai servizi di sicurezza, ma non basta.
«Nel 2022, in base ai dati che abbiamo, dovremmo aspettarci un alto livello di violenza. Non vedo motivazioni per cui la tendenza potrebbe invertirsi: è un anno elettorale e di solito questo tende a intensificare la retorica e la polarizzazione» conclude il Professor Perliger.
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