Flash #7: A che punto sono i processi di Trump?
Nelle ultime settimane sono emerse importanti novità in merito ai processi in capo a Donald Trump. Facciamo il punto della situazione.
L’ex Presidente Donald Trump è imputato in numerosi processi per svariate decine di capi d’accusa, che vanno dal falso in bilancio, alla cospirazione per sovvertire le elezioni presidenziali del 2020. Questi processi rappresentano la più grande vulnerabilità per le sue chance elettorali e per la sua stessa persona. Al di là dei rischi civili e penali, per tutelarsi dai quali deve imbastire molte difese diverse con spese legali multimilionarie, la principale strategia di Trump è chiara: sfruttare ogni cavillo disponibile per rinviare i processi fino a dopo le elezioni, nella speranza di vincerle per poi far cadere le accuse o graziare sé stesso con i poteri presidenziali. Facciamo il punto della situazione.
Diffamazione nei confronti di Jean Carroll
Trump è stato condannato lo scorso gennaio a indennizzare con 83 milioni di dollari la giornalista Jean Carroll per diffamazione. Da Presidente, Trump negò l’aggressione sessuale subita dalla Carroll trent’anni prima, di cui lui stesso è stato ritenuto responsabile in un altro processo. Il tycoon ha subito fatto sapere che ricorrerà in appello.
Falso in bilancio e frode
Oltre al precedente esborso, pochi giorni fa a New York Trump è stato condannato in primo grado al pagamento di 354 milioni di dollari, più ulteriori 100 milioni di interessi addizionali, ed è stato interdetto dall’attività imprenditoriale per tre anni nello stato di New York per aver gonfiato il valore degli immobili afferenti alle sue società, con il fine di ingannarne i finanziatori. Durante il processo Trump ha dovuto ammettere la sua responsabilità diretta nella falsificazione dei documenti in questione. Insieme a lui, sono stati condannati al pagamento di 4 milioni di dollari a testa anche due dei suoi figli, Donald Jr. ed Eric. Come nel caso precedente, Trump padre non rischia la prigione, sebbene il danno economico per un totale di oltre mezzo miliardo di dollari di sanzioni in meno di un mese metta in ginocchio le sue finanze, fattore fondamentale per la corsa alla Casa Bianca.
Falsificazione dei registri contabili
Il 25 marzo si terrà a New York il primo processo penale, che vede Donald Trump accusato di aver alterato i registri contabili al fine di nascondere un pagamento di 130.000 dollari a favore della pornostar Stormy Daniels. Trump avrebbe avuto un affaire con Daniels nel 2006, per poi comprarne il silenzio dieci anni dopo, durante la campagna elettorale del 2016, usando come tramite un suo avvocato, Michael Cohen.
Sottrazione di documenti top secret
Nella residenza di Mar-a-Lago, in Florida, sono stati rinvenuti un centinaio di documenti secretati sottratti da Trump durante la sua presidenza. Trump ha fatto ostruzionismo alle autorità che li cercavano e che ne hanno poi chiesto la restituzione. In più occasioni ha cercato di nasconderli. Anche il Presidente Biden ha avuto una questione simile relativa a dei documenti nella sua abitazione privata, ma li ha restituiti immediatamente, motivo per cui è stato prosciolto da ogni accusa. Per Trump, invece, la situazione è molto più grave: oltre al reiterato ostruzionismo, ha conservato i documenti – tra i quali informazioni sensibili sulla Difesa statunitense – in un luogo aperto al pubblico. Il processo inizierà il 20 maggio.
Cospirazione per sovvertire le elezioni del 2020
Veniamo alle accuse più gravi. Trump è imputato in due processi relativi al tentativo di sovvertire le elezioni del 2020.
Il primo, e forse il più pericoloso per Trump, è il processo federale che lo vede imputato per aver tentato di sovvertire le elezioni aizzando l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. Trump è imputato per vari capi d’accusa, accomunati da un aspetto: la cospirazione. La tesi dell’immunità presidenziale di Trump è stata bocciata dalla Corte d’Appello di Washington pochi giorni fa, e ora è da vedere se la Corte Suprema deciderà di discutere la questione, allungando i tempi. Ne abbiamo parlato qui. Nel caso in cui Trump fosse giudicato colpevole di cospirazione, in base al quattordicesimo emendamento perderebbe il diritto a candidarsi alla presidenza, sempre che il verdetto arrivi prima delle elezioni. La data del processo è ancora da definire.
Il secondo processo è in Georgia, dove Trump e i suoi più stretti collaboratori hanno fatto indebite pressioni sui pubblici ufficiali statali – il principale è il Segretario di stato Brad Raffensperger – affinché violassero il loro giuramento e falsificassero i risultati, minacciandoli in caso di rifiuto. In seguito Trump e i suoi hanno fatto ulteriori pressioni per impedire la certificazione del voto del 2020. Il caso è uno dei più circostanziati, grazie alle restrittive leggi della Georgia. Tra le prove, oltre alle registrazioni video e ai messaggi di testo, è presente un’intercettazione nella quale Trump intima a Raffensperger di “trovare” i voti che gli mancavano. Nonostante l’evidenza, la questione è ingarbugliata in quanto è emersa una relazione sentimentale tra la Procuratrice Distrettuale Fani T. Willis e il Pubblico Ministero Nathan Wade, che i legali di Trump vogliono sfruttare per delegittimare il caso. A differenza di Trump, già quattro co-imputati si sono dichiarati colpevoli. La data del processo è ancora da definire. Se Trump fosse giudicato colpevole e vincesse le elezioni, in questo caso non potrebbe graziare sé stesso, in quanto non si tratta di crimini federali bensì statali.