Tim Walz è il candidato vicepresidente di Kamala Harris
Il Governatore del Minnesota supera la concorrenza di Josh Shapiro, suo omologo della Pennsylvania.
Da ieri è ufficiale che il candidato Vicepresidente di Kamala Harris sarà il Governatore del Minnesota Tim Walz, dopo un processo di selezione durato molto meno del solito, per via della velocità con cui si deve muovere la neonata campagna Harris.
Subito dopo l’annuncio di Walz, Donald Trump, il candidato Presidente per il Partito Repubblicano, ha attaccato la scelta di Harris: il ticket è stato definito «il più a sinistra della storia del Paese» e Walz «un uomo che scatenerà l’inferno in terra». Tra i candidati che sono arrivati all’ultimo colloquio di selezione – tra cui il Governatore della Pennsylvania Josh Shapiro, il Senatore dell’Arizona Mark Kelly e il Segretario ai Trasporti Pete Buttigieg – Walz è probabilmente quello meno conosciuto. Ha una storia personale che può avere un grande appeal nei più moderati e un record da governatore molto vicino al mondo progressista: ha passato ventiquattro anni nell’esercito, ha insegnato come professore nel liceo di Mankato, cittadina del Minnesota rurale con meno di 50.000 abitanti, scuola per cui è stato anche allenatore della squadra di football. Non è una persona che si è avvicinata da giovane alla politica, e ha affermato che il suo interesse è nato durante la campagna presidenziale del 2004, tra l’allora Presidente George W. Bush e il candidato Democratico John Kerry. Proprio durante un evento di campagna che Bush ha tenuto a Mankato, Walz si è presentato con alcuni suoi studenti; non hanno però potuto assistere al comizio perché uno dei ragazzi aveva un adesivo di Kerry sul portafoglio, e la sicurezza li ha allontanati. Walz dice che questo è uno degli episodi che lo ha convinto a candidarsi nel 2006 alla Camera, in un distretto del Minnesota rurale molto Repubblicano: in uno dei risultati più interessanti di quella campagna, ha sconfitto il Repubblicano Gil Gutknecht andando a Washington, seggio che avrebbe mantenuto per 12 anni e che i Democratici successivamente non hanno più vinto.
È rimasto deputato fino al 2018, lavorando nella Commissione per gli Affari dei Veterani, diventando uno dei principali sostenitori dell’abolizione della politica cosiddetta “don’t ask, don’t tell” nell’esercito: una misura discriminatoria che richiedeva a tutti gli omosessuali in divisa di nascondere il proprio orientamento sessuale pena il possibile congedo. In quegli anni il Deputato ha ottenuto per la sua rielezione fondi dalla National Rifle Association (NRA), la principale lobby delle armi negli Stati Uniti: per tutto il tempo in cui ha occupato un seggio a Washington la lobby lo ha ricompensato con il voto massimo nella difesa dei diritti dei possessori di armi. Non va sottovalutato che Walz è un veterano dell’esercito, un regolare possessore di fucile, e ha una grande passione per la caccia.
Nel 2018 Walz ha lasciato Washington per candidarsi a Governatore del Minnesota, carica che ricopre ancora oggi, dopo aver vinto nel 2022 un agile secondo mandato. Subito dopo l’elezione Walz ha cambiato il suo rapporto con la NRA: dopo il massacro della scuola superiore di Parkland, in Florida, in cui 17 persone hanno perso la vita, ha dichiarato che avrebbe rinunciato al supporto della potente lobby e richiesto un divieto della vendita di fucili d’assalto. Da Governatore Walz ha portato avanti politiche molto più progressiste: ha legalizzato l’uso della marijuana a scopo ricreativo, passato una legge che garantisse il diritto all’aborto, ha garantito college gratis per i ragazzi che provengono da famiglie a basso reddito e ha ampliato notevolmente il sistema della gratuità delle mense scolastiche. Quando in un’intervista sulla CNN gli hanno chiesto se queste politiche lo rendessero attaccabile dai Repubblicani, ha risposto «ho fatto sì che tutti i bambini avessero la pancia piena. Sono proprio un mostro!».
E qui sta uno dei principali motivi per cui si presume che Harris abbia scelto Walz: attacca i Repubblicani direttamente cercando di dimostrare che le politiche definite dalla destra “radicali” sono per la maggior parte dei cittadini soltanto espressioni di buonsenso, e non lo fa provenendo dalle principali città costiere degli Stati Uniti, tacciabili dai conservatori di “elitismo liberal”, ma da una piccola città del Midwest.
Dopo il lungo discorso di Trump alla convention, che come abbiamo riportato è stato per almeno un’ora piuttosto sconclusionato, Walz aveva costruito una nuova linea d’attacco contro Trump, subito molto apprezzata sui social. Era inutile – secondo Walz – definire costantemente i Repubblicani come un pericolo per la democrazia, dato che questo li avrebbe elevati a persone molto più importanti di quello che sono in realtà: delle “persone strane”, che utilizzano spazio televisivo e politico per citare Hannibal Lecter senza che nessuno capisca perché. È un cambio di focus piuttosto importante nella comunicazione: non più quindi negativa, che invogliava a votare Democratico in relazione al pericolo dell’altra parte, ma una narrazione puramente ottimista, in cui bisogna votare Democratico perché in questi anni ha garantito delle soluzioni mentre gli altri parlavano di cose senza senso. Durante il primo discorso da candidato, tenutosi ieri in un comizio con Harris in Pennsylvania, ha detto che il Paese non deve tornare indietro, in parte riprendendo l’idea del motto “Forward”, che Obama utilizzò per la rielezione nel 2012. Quello che ha fatto durante il suo discorso è stato principalmente generare energia nella folla, con messaggi empatici e meme che strizzano l’occhio alla Gen Z, nonostante i suoi sessant’anni.
Walz ha superato negli ultimi giorni quello che pareva essere il candidato Vicepresidente annunciato: Josh Shapiro. A differenza di Walz, che governa uno Stato che vota solidamente Democratico dal 1976, Shapiro, da Governatore della Pennsylvania, poteva portare in dote alla campagna Harris voti critici per l’elezione. Nelle ultime settimane, però, quest’ultimo è stato molto contestato: da un lato da una frangia rumorosa degli staffer di Washington, molto orientata a sinistra e che si firma in senso anonimo sui social come “Dear White Staffers”, che hanno criticato molto l’atteggiamento di Shapiro verso i ragazzi che protestavano nelle università per la risposta di Israele all’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre. Shapiro si era infatti riferito ad alcuni dei ragazzi come «persone a cui non daremmo credito se portassero il cappuccio del Klan». Il gruppo ha fatto molta pressione, riferendosi a Shapiro, che è ebreo, come “Genocide Josh”, nonostante il Governatore abbia più volte dichiarato che Netanyahu è uno dei leader peggiori dei nostri tempi, e chiedendo fin da subito che fosse il progressista Walz il Vicepresidente di Harris. Non solo questo il problema principale di Shapiro: negli ultimi giorni è tornato alla luce che l’anno scorso l’ufficio del Governatore ha pagato un patteggiamento di 295.000 dollari a una ragazza che aveva ricevuto molestie verbali da Michael Vereb, uno dei principali consiglieri di Shapiro.
Poco dopo l’annuncio Walz ha scritto in un post sul social media X che l’essere nominato da Harris gli ricorda il suo primo giorno di scuola; un’esperienza molto semplice e vissuta da tutti i cittadini americani, simbolo del suo stile diretto e considerato vicino alle persone. La candidata Presidente Harris spera che possa essere utile per mantenere un contatto con i votanti del Midwest, di cui Michigan e Wisconsin sono Stati cruciali per ottenere l’elezione.
La vera notizia è che Flickr è ancora attivo. (Flickr è il sito da cui avete preso la foto). Lo dico senza ironia, pensavo che Flickr fosse chiuso da tempo.