Si può vivere facendo lo scrittore?
Una panoramica su cosa significhi oggi narrare storie negli Stati Uniti d'America: tra prospettive economiche e nuove frontiere
Nel marzo del 1997, in un articolo del Washington Post, la scrittrice e accademica Joyce Carol Oates scrive:
“We begin as children by imagining and fearing ghosts. By degrees, through our long lives, we come to be the very ghosts haunting the lost landscapes of our childhood. […] Telling stories, choosing an appropriate language with which to tell the story: this seems to me quintessentially human, one of the great adventures of our species.”1.
Tra le più prolifiche autrici della letteratura americana, Oates definisce lo scrivere storie come la «pratica solitaria» per eccellenza.
Sebbene la scienza, la tecnologia e i nuovi media abbiano approfondito, rimarcato e reso attuale la responsabilità dello scrittore e il modo in cui egli sceglie come rappresentare il proprio tempo, la natura del suo ruolo resta immutata: dalla narrativa al giornalismo, dalla poesia alla scrittura accademica, lo scrittore è il testimone per eccellenza, a cui spetta scomporre, indagare ed interpretare il suo tempo e il suo mondo.
Cosa significa, ad oggi, essere uno scrittore negli Stati Uniti?
La scrittura e l’industria letteraria
I decenni dalla fine della Seconda guerra mondiale hanno visto enormi stravolgimenti nell'economia della produzione letteraria: il commercio dei libri è cresciuto, si è consolidato, ramificato e globalizzato; le grandi catene di librerie hanno sostituito le botteghe dei librai indipendenti e il progresso tecnologico ha trasformato il modo in cui i libri vengono prodotti e il modo in cui i lettori acquistano, leggono e consumano.
Alla luce di questi cambiamenti, le domande su come la metamorfosi del mercato letterario sia stato importante per la storia e l’evoluzione letteraria sono state poste con crescente urgenza sia in ambito storico che sociologico, indagando anche le storie, il declino e il reinventarsi di quelle istituzioni che si impegnano nella produzione, distribuzione e vendita di articoli letterari.
Laddove un tempo il mercato era inteso come una sorta di antagonista implacabile della letteratura, ed essa veniva definita in virtù della sua opposizione e della sua differenza essenziale dai beni prodotti in serie, oggi gli studi sulla storia del libro, sulla sociologia della letteratura e gli stessi studi letterari, evidenziano spesso il mercato come primo produttore di letteratura moderna e contemporanea e di tutto ciò che riguarda il narrare delle storie, dal giornalismo alla ricerca accademica.
Diviene sempre più ostico, perciò, riuscire a distinguere la letteratura dalla non letteratura, il giornalismo dal non giornalismo, quando entrambi sono prodotti dallo stesso insieme di istituzioni, per lo più commerciali.
Scrivere per professione negli Stati Uniti d’America: quanto si guadagna e quali prospettive
Uno studio della Adult Colleges and Careers Guide della Franklyn University (Columbus, Ohio), ha raccolto informazioni e dati utili sullo stipendio degli scrittori americani e sui lavori correlati alla scrittura, compresi i dettagli sulla retribuzione media, le tendenze salariali e la crescita del lavoro.
Secondo i dati del 2021, erano presenti in suolo americano circa 46.283 posti di lavoro effettivi per gli scrittori negli Stati Uniti; sempre nel 2021, i datori di lavoro (in tutto il Paese) hanno pubblicato 53.344 annunci di lavoro relativi a posizioni per writers, comprendenti anche ruoli nel campo del giornalismo. In termini di retribuzione, lo stipendio medio nazionale per gli scrittori è stato segnalato essere circa di 67.122 dollari l’anno, cifra aggiornata a 69,510 dollari a gennaio 2023.
Andando più nel dettaglio, secondo il report del BLS (U.S. Bureau Of Labor Statistics) gli scrittori e le professioni correlate definite come low perceivers hanno guadagnato circa 35.880 dollari all'anno nel 2021. Nel frattempo, all'altra estremità dello spettro, i percettori più alti (high perceivers) guadagnavano circa 133.474 dollari all’anno.
Variazioni nel tempo
Come è cambiata la retribuzione per gli scrittori in America negli ultimi anni? Lo studio non specifica adeguatamente quali categorie ha deciso di far rientrare nella voce di writers. Sulla base di questi dati, tuttavia, gli stipendi pubblicizzati per gli scrittori sono aumentati dell’1%.
Inoltre, un altro punto importante per chiunque pensi ad un percorso di carriera di scrittore negli Stati Uniti, entro il 2031 si prevede che verranno aggiunti circa 7.471 posti di lavoro per writers e carriere affini, ovvero un aumento del 16,1% nei prossimi 10 anni.
Ghostwriting negli Stati Uniti: tra vecchie pratiche e nuovi utilizzi
In accordo con il Cambridge Dictionary e il Treccani, possiamo definire ghostwriter chi, dietro compenso, scrive testi, discorsi, articoli e interviste per conto di un’altra persona, la quale ne assume poi la paternità, o dà forma letteraria e compiuta a idee da essa abbozzate.
Il ghostwriting è una professione con una lunga storia, molte celebrità e personaggi storici si sono serviti di ghostwriter e molti scrittori famosi hanno anche intrapreso una carriera parallela di ghostwriting per altri autori.
Anni dopo la morte di John F. Kennedy, ad esempio, fu rivelato che il suo libro vincitore di premio Pulitzer “Profiles in Courage’’, del 1956 — che, tra le altre cose, lo aiutò a vincere la presidenza — venne in gran parte scritto da Ted Sorenson, avvocato e speechwriter di Kennedy dal 1953, anno in cui J.F.K. venne designato come Senatore.
Anche Mark Twain aiutò il Presidente degli Stati Uniti Ulysses S. Grant a scrivere la sua autobiografia, terminata a luglio del 1885, pochi giorni prima della morte di Grant, e pochi sanno che perfino H.P. Lovecraft, capostipite della letteratura horror e del weird soprannaturale, fu incaricato da J.C. Henneberger (fondatore della rivista pulp Weird Tales) di scrivere il racconto Imprisoned with the Pharaohs’ per il celebre artista Harry Houdini, pubblicato nel febbraio del 1924.
La pratica del ghostwriting è stata perciò in uso per centinaia di anni da individui con idee innovative ma senza il tempo o le abilità letterarie da dedicare alla propria scrittura. Come riportato dalla Duke University nell’articolo di Jona Goldschmidt, negli USA il ghostwriting è ad oggi legale ed ammissibile, sebbene nel 1978, attraverso la “Opinion 1414”, alcuni comitati etici si siano opposti a questa pratica.
Nonostante la legittimità, soprattutto con il coinvolgimento sempre più pervasivo della tecnologia, degli elementi di e-commerce, dei widget nella creazione e nelle vendite di contenuti, e nella sempre più rapida ascesa dell’AI, la questione dell’ingaggio di un ghostwriter, o di lavorare come tale, diviene molto più intricata e controversa.
Senza soffermarci sulle diatribe etiche riguardo la pratica del ghostwriting, cerchiamo di gettare luce su cosa voglia dire fare carriera come ghostwriter in America e sulle aspettative di retribuzione per questa professione.
Quali possibilità negli Stati Uniti per un ghostwriter?
Lo stipendio medio di un ghostwriter di professione negli Stati Uniti è di 40.315 dollari (dati forniti da Salary, basati su svariati Human Resources reporting aggiornati il 27 febbraio 2023), ma la fascia salariale è tipicamente compresa tra 32.335 e 53.176 dollari. Le fasce salariali possono variare notevolmente in base a molti fattori tra cui l'istruzione, le certificazioni, le competenze aggiuntive (ad esempio le tecniche di ottimizzazione SEO se il ghostwriting è indirizzato ad attività di tipo giornalistico, di marketing o di business writing) e il numero di anni trascorsi nella professione.
Secondo Author Bridge Media, autorevole compagnia californiana con base a San Diego e specializzata in editing e ghostwriting, i ghostwriters statunitensi in genere fanno pagare da 20.000 a 80.000 dollari per un libro di 200-300 pagine. La Canadian Writer's Union, invece, ha fissato una tariffa minima di $ 25.000 per un libro della stessa lunghezza. Quando un cliente ingaggia un ghostwriter, precisa il report della compagnia, egli o ella non paga tasse di agenzia aggiuntive, poiché lavora e prende accordi direttamente con il ghostwriter, spesso senza alcuna mediazione esterna.
I ghostwriter più costosi, solitamente, tendono a essere giornalisti famosi, le cui firme appaiono su giornali e riviste nazionali americane, o autori ben noti di libri pubblicati. Vengono in genere rappresentati da grandi agenzie di ghostwriting, che in genere forniscono due o tre ghostwriter al cliente, il quale in seguito intervista e si consulta con ognuno di loro e sceglie l’opzione migliore.
In caso di ghostwriter delle celebrità si possono raggiungere cifre decisamente alte. Secondo quanto riferito dal New York Times, Hillary Clinton ha firmato un contratto da 8 milioni di dollari con Simon & Schuster per pubblicare le sue memorie nel 2001; di questi 8 milioni, si ritiene che il ghostwriter incaricato ne abbia ricavato 500.000 dollari. I ghostwriter che lavorano con le grandi compagnie editoriali in genere ricevono anticipi tra i 50.000 e i 250.000 dollari a progetto. Questi progetti possono richiedere da diversi mesi a un anno per la ricerca, la scrittura e la modifica.
In breve, perciò, a seconda dell’esperienza del ghostwriter e dell’importanza del progetto, le spesse e le tariffe per l’ingaggio possono variare come segue:
Da 0,50 a 3 dollari a parola
Da 4 a 40 dollari per pagina
Da 50 a 150 dollari all’ora
Da 10.000 a 30.000 dollari per un libro da 100 a 200 pagine
Da 20.000 a 50.000 dollari per un libro da 200 a 300 pagine
Da 50.000 a 250.000 dollari per l’ingaggio di ghostwriter famosi.
500.000 dollari per ghostwriter famosi che lavorano a loro volta con autori famosi
Giornalismo negli Stati Uniti: variazioni in base all’esperienza, al genere e all’istruzione
Negli Stati Uniti, un giornalista con meno di due anni di esperienza guadagna circa 66.100 dollari all’anno, mentre quelli con un livello di esperienza compreso tra due e cinque anni guadagnano all’incirca 87.600 dollari all'anno, il 32% in più rispetto a quelli con meno di due anni di esperienza.
Andando avanti, un livello di esperienza tra cinque e dieci anni permette di ottenere uno stipendio di 117.000 dollari all’anno e se il livello di esperienza è compreso tra i quindici e i vent'anni, allora il salario previsto è di 151.000 dollari l’anno. Infine, i dipendenti con più di vent'anni di esperienza professionale ricevono uno stipendio annuale di 162.000 dollari.
È doveroso ricordare che negli Stati Uniti, i dipendenti giornalisti di sesso maschile guadagnano in media oltre il 4% in più rispetto alle loro controparti femminili.
Per quanto riguarda i titoli accademici e la formazione, quando il livello di istruzione è fermo alla scuola superiore, lo stipendio medio di un giornalista in America è di 82.900 dollari l'anno.
Mentre chi possiede un certificato professionale o un diploma riceve uno stipendio annuale di 94.500 dollari, il 14% in più rispetto a qualcuno che ha un diploma di scuola superiore.
Ancora, una laurea triennale fa ottenere ad un giornalista statunitense uno stipendio medio annuale di 128.000 dollari, il 36% in più di chi possiede un certificato o un diploma e infine, i giornalisti professionisti in possesso di un Master’s Degree (laurea magistrale) sono ricompensati con uno stipendio medio di 162.000 dollari l'anno, il 26% in più dei giornalisti con un bachelor.
Infine, per chi sognasse di intraprendere una carriera universitaria e accademica oltreoceano in campo giornalistico, della comunicazione, dello storytelling o dei media studies, negli USA sono presenti istituti d’eccellenza in tali ambiti, seppur estremamente selettivi, come la University of Southern California, la Northwestern University, la Boston University e la Walter Cronkite School Of Journalism dell’Arizona State University.
Caro lettore, tutti i contenuti pubblicati su questa newsletter sono gratuiti, ma il tuo aiuto può fare la differenza. Se ti va di contribuire con una donazione libera, premi sul bottone “Sostienici”.
“Iniziamo da bambini ad immaginare dei fantasmi e ad averne paura. A poco a poco, lungo l’arco della nostra vita, finiamo con il diventare gli stessi fantasmi che infestano i paesaggi perduti della nostra infanzia. […] Raccontare storie, scegliere un linguaggio appropriato con cui raccontarle: questo è per me la quintessenza dell'umanità, una delle più grandi avventure della nostra specie.’’