La situazione negli USA è delicata, con i mass shooting ormai quasi all’ordine del giorno e un’opinione pubblica che inizia a vacillare di fronte ad un Secondo Emendamento da sempre alla base della cultura americana. Nel 1949 però la situazione non era come quella attuale, i cittadini avevano sì la possibilità di possedere armi, ma fra le principali preoccupazioni della popolazione non c’erano gli omicidi di massa.
Il 6 settembre del 1949 questo dogma cambiò. Howard Unruh era un ex militare USA che ha partecipato alla Seconda Guerra Mondiale, salvo poi essere congedato dopo la vittoria statunitense. Tornato in America, andò a vivere con la propria madre nella casa di famiglia a Camden, New Jersey.
Unruh inizialmente sembrava una persona normale, fiero cattolico e frequentatore della chiesa locale; si iscrisse alla facoltà di farmacia di Temple e si ritirò dopo soli tre mesi per “problemi fisici”, finendo quindi a lavorare in una fabbrica di sapone per sostenere finanziariamente la propria madre.
Howard cominciò a dubitare dei vicini: secondo lui lo sbeffeggiano, perché a 28 anni viveva ancora con la propria madre, facendogli piccoli dispetti, che lo portarono quasi a una situazione di paranoia. Iniziò a scrivere i nomi dei vicini secondo lui “sospetti”, marcando quelli dei peggiori con la parola retaliation e studiando come potersi vendicare dei suoi nemici.
Il 5 settembre del 1949 Howard passò tutto il pomeriggio a montare un nuovo cancello nel giardino di casa, arrivando in ritardo a un appuntamento fissato la sera in un cinema a Philadelphia con un uomo che, visto il forte ritardo di Howard, decise di andarsene, lasciandolo quindi da solo a guardare film fino alle 3 di notte.
Al ritorno a casa, la goccia che fece traboccare il vaso: Unruh si accorse che il cancello, montato solo qualche ora prima, era stato rimosso dalla sua postazione. La mattina seguente fece colazione con la madre – probabilmente preoccupata per i suoi atteggiamenti –, che lo salutò poco dopo recandosi da una vicina. Unruh poté così mettere in atto il suo piano.
Si agghindò con un vestito da sera e dopo aver caricato la propria Luger, una pistola da 8 colpi, aver preso con sé altri trenta e più proiettili, uscì di casa con un solo obiettivo: spargere morte.
Iniziò così la sua “Walk of Death”, intanto cercando di uccidere un fornaio su un furgoncino che aveva la sfortuna di passare davanti alla sua casa proprio in quel momento, ma il colpo non andò a segno, e la prima vittima di Howard diventò così il venditore di scarpe di quartiere, ucciso con un colpo di pistola nel petto.
La sua marcia era appena iniziata e continuò uccidendo il barbiere locale e il figlio, per poi arrivare al bersaglio principale di Howard: i Cohens, proprietari del negozio di alimentari vicino a casa sua che provarono a fuggire salendo in casa, venendo tuttavia freddati dalla Luger di Unruh.
Unruh però rimase ancora libero di colpire, e riescì ad uccidere in totale tredici persone, e ferirne gravemente altre quattro, prima di chiudersi in casa essendo rimasto senza munizioni. La situazione era nuova anche per gli agenti della polizia, senza un vero e proprio protocollo in caso di “mass shooting”. Circondarono la casa di Unruh iniziando a sparare colpi, distruggendo finestre e cercando di far uscire allo scoperto l’omicida.
A farlo arrendere ci pensarono dei lacrimogeni lanciati in casa dalle forze dell’ordine direttamente dal tetto, con il “mattatore” che uscì di sua spontanea volontà dal retro, mani in alto e con la propria pistola lasciata sul tavolo della cucina.
Uno dei poliziotti chiese ad Howard quante persone avesse ucciso quel pomeriggio e la risposta è da far gelare il sangue:
“I don't know yet, I haven't counted them. But it looks like a pretty good score.” 1
Unruh venne così arrestato e, dopo aver dato una dettagliata descrizione delle sua azioni, venne medicato per un colpo di pistola ricevuto nella coscia al Cooper Hospital, lo stesso ospedale dove erano state portate le tredici persone uccise poco prima. Da lì, Unruh venne trasferito in un manicomio del New Jersey, dove rimase fino alla sua morte, avvenuta nel 2009. La sua difesa riuscì a fargli diagnosticare una schizofrenia paranoide, rendendolo immune a una persecuzione criminale.
Le sue ultime parole conosciute, rilasciate in un’intervista con uno psicologo qualche anno prima di morire, danno una parziale idea di quello che sarebbe potuto succedere se qualcosa fosse andato storto:
"I'd have killed a thousand if I had enough bullets." 2
Il primo autore di un omicidio di massa in una sparatoria negli USA morirà così in un ospedale, dimenticato dalla maggior parte delle persone, nonostante sia stato il primo di una lunga serie di persone che tutt’oggi stanno terrorizzando gli Stati Uniti d’America.
I carteggi di Jefferson sono e rimarranno sempre gratuiti. Se vuoi sostenere il lavoro della redazione…
Non lo so ancora, non li ho contati. Ma credo di essere a un buon punteggio
Avessi avuto abbastanza proiettili, ne avrei uccisi un migliaio