Non sarà più un paese per vecchi
I pensionati americani vivono bene, ma chi ancora lavora è preoccupato per il suo futuro previdenziale, e pone sempre meno fiducia nella 'Social Security'
Negli Stati Uniti, i pensionati sono circa 49 milioni di persone, una fetta sostanziale sul totale della popolazione che continua ad ampliarsi per via del progressivo invecchiamento demografico. Questo è il numero di cittadini americani che percepisce la Social Security, programma previdenziale ideato dalla Presidenza Roosevelt nel 1935 e finanziato tramite un’imposta federale sui salari, che molti decidono di affiancare a fondi pensionistici privati o sponsorizzati dal proprio datore di lavoro.
In una recente rilevazione sondaggistica della rinomata società Gallup, circa il 77% dei pensionati americani afferma di vivere in condizioni confortevoli. Non sono dati sorprendenti, considerando anche indicatori socioeconomici quale il patrimonio medio degli americani tra i 65 e 74 anni, stimato a circa 260.000 dollari, più del doppio di quello della popolazione generale.
Oltre che agli importi ricevuti dal programma Social Security, i pensionati americani sono anche beneficiari del programma di assicurazione sanitaria federale Medicare, destinato a tutti i cittadini che hanno compiuto 65 anni di età. Il programma ammortizza buona parte delle spese mediche dei pensionati, diminuendo sensibilmente il rischio di ristrettezze economiche durante la terza età. In media, un pensionato americano spende circa 157.000 dollari in spese mediche nelle decadi successive al pensionamento.
La “ricchezza” dei pensionati americani ha diverse ragioni. Gioca particolarmente a loro favore il ‘vantaggio generazionale’ avuto nell’acquisizione della prima casa, questione diventata molto più ardua nell’America odierna per una serie di fattori, tra cui la corsa allo zoning nelle grandi città. In maniera più diretta, la Social Security da cui dipende maggior parte dei pensionati americani sta vivendo negli ultimi anni un periodo di crisi, su cui si solleva lo spettro dell’insolvenza e di una serie di tagli che ridurranno gli importi dei futuri pensionati. Una fetta considerevole di americani ancora in età lavorativa ritiene che sia ormai necessario associare un fondo pensionistico privato ai contributi versati sul lavoro per evitare problemi finanziari in futuro.
I pensionati hanno anche un trattamento di riguardo in diversi stati dell’unione, che applicano incentivi fiscali “retiree-friendly” per attrarli. È celebre il caso della Florida, che non applica imposte al reddito dei pensionati, ma il Sunshine State non è l’unico ad adottare politiche simili nella speranza di attirare anziani benestanti e disposti ad investire nel settore immobiliare e in altre attività commerciali.
Non tutti i retirees americani possono tuttavia vantarsi di una vita agiata. Circa il 10% dei pensionati statunitensi vive sotto la soglia della povertà secondo lo US Census Bureau: si tratta di persone con importi Social Security particolarmente bassi, disproporzionatamene afroamericani e donne. Nonostante i dati dello stesso Census Bureau mostrino una riduzione progressiva della percentuale di pensionati poveri, la perdita di fiducia del pubblico statunitense nell’istituto della Social Security e la paura di percepire una pensione relativamente ‘misera’ sono sintomi della mancanza di fiducia delle nuove generazioni verso il loro incerto futuro previdenziale.