Make America Safe Again: la One Big Beautiful Bill espande il budget contro l’immigrazione
La legge di bilancio cambierà radicalmente la giustizia penale e la gestione dell’immigrazione negli Stati Uniti
Tanti tagli, come accuratamente raccontato dalla redazione di Jefferson nel carteggio dedicato alla One Big Beautiful Bill dell’amministrazione Trump, ma anche rinnovate voci di spesa.
La corposa legge di bilancio voluta dal Presidente, infatti, include un investimento di 170 miliardi di dollari per attività legate al contenimento e alla repressione di qualsiasi forma di fenomeno migratorio. Nella sua applicazione, la OBBB non si limiterà a stravolgere il volto della sanità statunitense ma anche quello delle politiche migratorie, il tutto sfruttando gli introiti derivanti dalle tasse federali. I fondi sono destinati principalmente al Dipartimento di Sicurezza Interna guidato da Kristi Noem, oltre che alle agenzie a esso connesse come l’ICE e le risorse verranno utilizzate per un’opera di militarizzazione degli Stati Uniti contro i migranti.
Ad aggravare lo scenario, il dato per cui l’essere ricorsi al meccanismo della reconciliation – un procedimento connesso al bilancio, che consente ai membri del Congresso di aggirare le tradizionali regole del Senato che richiedono almeno 60 voti per approvare la manovra economica – fa sì che non vi siano direttive vincolanti su come i fondi vadano usati, azzerando, quindi, ogni sistema di monitoraggio da parte dei membri stessi del Congresso.
L’American Immigration Council, organizzazione no-profit e non-partisan, ha realizzato una minuziosa analisi delle previsioni di spesa, voce per voce: tra le più importanti, emergono i 51,6 miliardi di dollari destinati alla costruzione del muro al confine con strutture pattugliate dall’agenzia Costums and Border Protection, e i 45 miliardi di dollari per l’espansione della capienza delle strutture detentive.
Il denaro destinato alla costruzione del muro – grande promessa politica del presidente Trump – include sensori di movimento nel progetto di completamento di un muro principale di più di un chilometro, insieme a un chilometro e mezzo di barriere aggiuntive lungo il confine tra il Messico e gli Stati Uniti. Quale sarà il vero impatto del muro trumpiano, al di là del mero simbolismo politico, è difficile a dirsi. Da quando il tycoon si è nuovamente insediato alla Casa Bianca gli attraversamenti illegali della frontiera sono crollati, eppure non è una novità che, a fronte di barriere fisiche, i trafficanti spesso legati ai cartelli della droga abbiano comunque trovato il modo di aggirare l’ostacolo materiale pur di procedere con i propri affari.
Come sottolineato dal National Immigration Law Center, poi, la cifra destinata in particolare alla detenzione quadruplica il budget annuale a disposizione dell’ICE, arricchendo il sistema di detenzione privato, già da tempo a supporto dell’amministrazione Trump e delle sue politiche di deportazione di massa. L’obiettivo della OBBB è quello di arrivare a poter “accogliere” fino a centomila detenuti, finendo inevitabilmente per riaprire strutture attualmente chiuse.
Per quanto riguarda, inoltre, i minori non accompagnati, la OBBB prevede anche fondi per 300 milioni di dollari da destinarsi all’Office of Refugee Resettlement (ORR) al fine di condurre indagini sui dati personali di ogni potenziale sponsor di minore ed esami fisici sui corpi di tutti i bambini in custodia dell’ORR – indipendentemente dall’età – per verificare l’eventuale presenza di tatuaggi o altri segni di identificazione.
Dalle violazioni del principio di giusto processo al fine di favorire deportazioni immediate senza passare da alcuna corte, fino al rafforzamento del Remain in Mexico Program che obbliga i richiedenti asilo ad attendere in condizioni estremamente pericolose per la loro sopravvivenza rimanendo, di fatto, in Messico mentre una Corte statunitense si prende il tempo di valutare il caso, la OBBB ha dato tempo fino al 2029 per rendere gli Stati Uniti un posto insicuro e inaccessibile mentre implementa le politiche anti-migratorie contenute nella norma di bilancio.
Il National Immigration Forum, nella sua analisi della OBBB, ha sottolineato come abbiano subito una rivoluzione anche i costi legati alle domande di immigrazione, che generano barriere economiche insormontabili per i lavoratori migranti e per i richiedenti protezione umanitaria. La manovra trumpiana, infatti, prevede il pagamento di una tassa di 100 dollari per le richieste di asilo, maggiorata da altri 500 dollari per presentare richiesta di permesso di lavoro a cui andranno aggiunti altri 275 dollari per rinnovare il permesso. A chi, invece, cercherà di fare ingresso negli Stati Uniti in libertà condizionata per motivi umanitari verrà richiesto il pagamento di mille dollari per la sola domanda, a cui andranno nuovamente aggiunti 500 e 275 dollari per il permesso di lavoro e il suo rinnovo, estendibile per un massimo di un anno. Un problema venduto a livello propagandistico come una soluzione, considerato che, come stima il Wall Street Journal, tali cifre si tradurranno nei prossimi dieci anni in ricavati nelle casse dell’amministrazione per un miliardo di dollari.
Pagamenti, tra l’altro, che potrebbero continuamente venire aumentati dalle Agenzie o Dipartimenti che li gestiscono, oltre che dall’inflazione a cui sono indicizzate tutte le tasse sopra menzionate per impostazione della stessa norma di bilancio.
Secondo la Commissione giudiziaria del Senato, la One Big Beautiful Bill rende gli Stati Uniti più sicuri, come mai sono stati prima; quel che è certo è che li rende economicamente inaccessibili, attivando meccanismi di controllo, deportazione e tassazione che lo staff della Hebrew Immigrant Aid Society (HIAS) ha definito “crudeli”. Secondo l’organizzazione, questo “uso irresponsabile di soldi pubblici” non “fa nulla per rendere gli Stati Uniti più sicuri o più ricchi. Al contrario, bersaglia apertamente le comunità immigrate di tutto il Paese” e prospera sul meccanismo della paura.
Il bilancio dell’amministrazione Trump nelle sue voci dedicate alla detenzione e alla deportazione di massa supera la produzione economica mondiale di quasi tutti gli altri Paesi del mondo. Una spesa che mette a nudo non solo ciò che barbaramente include, ma anche ciò che non include: meno del 2 per cento delle cifre previste andrà al sistema delle corti, con 4 milioni di casi ancora pendenti e un tempo di attesa medio di 3 anni per le decisioni concernenti l’immigrazione. La OBBB porrà poi un limite al numero totale di giudici impegnati sul fronte migratorio a un massimo di 800, il che si tradurrà in una media di cinquemila casi per giudice – una quantità semplicemente ingestibile.
Se da un lato i giudici che si occupano di immigrazione vengono ridotti all’osso, dall’altro i governi locali e statali vengono, invece, premiati in prospettiva di una fedele applicazione delle nuove previsioni sull’immigrazione: la OBBB, infatti, prevede lo stanziamento di circa 15 miliardi di dollari in sovvenzioni alle amministrazioni di prossimità, tre volte i 5 miliardi di dollari che il governo federale già destina alle polizie locali e statali in un anno. La OBBB si spinge ancora più in là, autorizzando il Procuratore Generale degli Stati Uniti a negare le stesse sovvenzioni a quelle giurisdizioni che si rifiutano di condividere informazioni con le autorità federali per l’immigrazione – così da tenere in pugno le città santuario dei cittadini migranti. Un incaricato politico, dunque, per mano della OBBB, potrà decidere unilateralmente quali sono le giurisdizioni in violazione della previsione.
È l’avvento dello Stato di polizia dell’amministrazione Trump: politiche migratorie non al passo con le necessità e le specificità del ventunesimo secolo, ma ancor meno in linea con l’immaginario collettivo che ha sempre visto gli Stati Uniti come la terra delle libertà e della realizzazione del “sogno” americano – oggi più che mai sulla strada per essere un incubo.