Gli altri processi di Donald Trump, tra cospirazioni elettorali e documenti rubati
Il 30 maggio scorso, l'ex Presidente Donald Trump è stato giudicato colpevole per tutte le accuse del caso "Stormy Daniels". Ma come stanno andando le altre indagini che lo riguardano?
“Sono un uomo molto innocente.”
Questa è una delle frasi che Donald Trump ha pronunciato ai giornalisti alla fine del processo per il caso “Hush Money”, il 30 maggio scorso.
Pochi minuti prima, dodici giurati di un tribunale di New York lo avevano giudicato colpevole per 34 capi d’imputazione: secondo la condanna, nel 2016 Trump ha falsificato i rendiconti aziendali della sua azienda facendo passare 130.000 dollari, pagati alla pornostar Stormy Daniels perché non parlasse dei rapporti sessuali avuti con lui, come delle consulenze legali.
Secondo Trump, “Il vero verdetto sarà il 5 novembre, da parte del popolo”, quando sarà chiaro il risultato delle elezioni. Nel frattempo, però, lui e la sua squadra di avvocati avranno altri tre processi a cui pensare. Rivediamoli insieme.
The Federal Election Interference Case
Questo è il caso più famoso e importante tra quelli per cui è incriminato Trump. Tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, nei due mesi che separarono l’Election Day e il 6 gennaio 2021, Trump cercò in tutti i modi di rovesciare il risultato delle elezioni che avrebbero visto Joe Biden vincitore. Per raggiungere questo obiettivo, l’ex Presidente, insieme a vari suoi consiglieri e alleati, avrebbe chiesto a vari funzionari repubblicani di ribaltare i risultati, e al Vice-Presidente Mike Pence di rigettare completamente l’esito delle elezioni. Inoltre, Trump e i suoi avrebbero condotto una campagna rivolta all’opinione pubblica e ai cittadini per diffondere l’idea che la vittoria di Biden fosse illegittima.
Il clima di tensione e odio alimentato da Trump portò alla fine al famoso 6 gennaio, quando migliaia di sostenitori dell’ex Presidente si radunarono a Capitol Hill, a Washington, e assaltarono il Congresso. I capi di accusa sono quattro: “cospirazione per frodare gli Stati Uniti”, “cospirazione per ostacolare un procedimento ufficiale”, ostruzione di un procedimento ufficiale” e infine “cospirazione contro i diritti dei cittadini”. Per ognuno di essi, Trump si è dichiarato “non colpevole”.
Nel corso del 2022 sono state ascoltate diverse testimonianze dai giurati di Washington che se ne stanno occupando, e ad agosto 2023 è giunta l’accusa ufficiale. Ciò nonostante, il processo deve ancora iniziare. Sarà la Corte Suprema a decidere se Trump potrà essere considerato immune o meno per le sue azioni: una decisione che potrebbe rimandare l’esito del processo a dopo le elezioni di novembre. Inoltre, se Trump venisse eletto e tornasse Presidente, potrebbe teoricamente concedersi la grazia presidenziale, visto che i reati sono di natura federale.
The Georgia Election Interference Case
Anche questo caso riguarda le elezioni 2020. La Georgia è uno degli stati dove Trump avrebbe fatto più pressioni per convincere i funzionari a ribaltare il risultato delle elezioni, tanto da chiamare, il 2 gennaio 2021, il segretario di stato della Georgia Brad Raffensperger per chiedergli di trovare 11.780 voti per lui, per riuscire a vincere lo stato. In tutto, Trump e 18 suoi alleati sono stati inizialmente accusati, insieme, di 41 reati penali. Successivamente sei sono stati ritirati dal giudice Scott McAfee, per mancanza di alcuni dettagli necessari a sostenere l’accusa.
Se Trump venisse condannato, in questo caso non potrebbe graziarsi da solo, perché si tratta di reati statali e non federali. Dall’altro lato, anche questo processo deve ancora cominciare a causa di diversi ritardi, tra cui alcuni provocati da Trump, che sta cercando di delegittimare la procuratrice Fani Willis per via di una sua relazione con uno degli uomini che sta lavorando sul caso.
The Classified Documents Case
Resta l’ultimo processo, stavolta non strettamente legato alle elezioni, ma a dei fatti avvenuti subito dopo. A seguito del fallito tentativo di sovvertire i risultati, nel gennaio 2021, Trump tornò al suo resort a Mar-a-Lago, in Florida. Con sé, avrebbe portato un centinaio di documenti altamente riservati, ai quali poteva accedere durante la presidenza, ma che sarebbero poi dovuti restare a Washington. Nel 2022, il Dipartimento di Giustizia diede inizio a un’indagine, durante la quale prima un avvocato di Trump giurò che tutti i documenti erano stati riconsegnati, e poi l’FBI ne trovò 102 a Mar-a-Lago. Questi documenti, in almeno due occasioni, sarebbero anche stati mostrati a delle persone non autorizzate a leggerli.
Dopo diversi mesi di indagini e testimonianze, il 27 luglio 2023 è stata presentata l’accusa dei procuratori federali, guidati dal consigliere speciale Jack Smith, per un totale di quaranta capi d’accusa per Trump e altri dodici per due suoi collaboratori. Questi ultimi, che lavorano per Trump al suo resort, l’avrebbero aiutato a nascondere i documenti e a eliminare delle registrazioni delle telecamere di sorveglianza, per impedirne la visione durante le indagini. Anche in questo caso, il processo, inizialmente programmato per il 20 maggio 2024, deve ancora iniziare, perché il giudice Aileen Cannon ritiene sia prima necessario risolvere delle questioni preliminari.
Questo, insieme ad altre obiezioni portate dal giudice, ha sconcertato diversi avvocati, oltre che i procuratori stessi, e ha provocato un significativo rallentamento del procedimento. Trump, ovviamente, si è dichiarato anche in questo caso “non colpevole”. Inoltre, trattandosi sempre di reati federali, un Trump rieletto potrebbe potenzialmente conferirsi la grazia.
Cosa aspettarsi?
È difficile fare pronostici per i prossimi mesi. Potenzialmente ognuno di questi processi potrebbe sbloccarsi prima del previsto, e portare a dei risultati prima delle elezioni. Non è chiaro quanto influenzerebbero il voto, ma di sicuro potrebbero creare delle difficoltà per la campagna di Trump (per esempio, come abbiamo detto nella nostra flash, il giudizio del caso Stormy Daniels potrebbe costringere Trump a non lasciare lo stato di New York). Chiaramente, appena ci saranno nuovi aggiornamenti, noi di Jefferson saremo i primi a comunicarveli.