Flash speciale: Donald Trump, criminale
La Corte di Manhattan ha dichiarato Donald Trump colpevole. I primi risvolti, nell’attesa di ulteriori sviluppi
«Donald Trump è colpevole per tutti i 34 capi d’accusa». È una slavina quella che si è abbattuta alle 23 italiane sugli Stati Uniti d’America: il processo, intentato contro l’ex-Presidente dal procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg, che si è tenuto nelle scorse settimane, ha raggiunto un verdetto certo. Bragg, nella conferenza stampa che ha seguito, ha detto semplicemente di aver fatto il suo lavoro.
La giuria, che ha deliberato nell’arco di due giornate, ha ritenuto valido l’impianto accusatorio: Donald Trump ha volutamente commesso falso in bilancio, classificando in maniera erronea pagamenti fatti nel 2016 a Michael Cohen per rimborsarlo del denaro che stava versando per conto del tycoon a Stormy Daniels, pornostar con cui l’imputato Trump ha avuto un rapporto sessuale e che stava pagando per mantenere il silenzio. Non è illegale, per chiarificare, che Trump abbia versato dei soldi a Stormy Daniels, ma che abbia cercato di nascondere lo scopo dei soldi, che dava a Cohen e non alla stessa Daniels, per paura che questa storia potesse rovinargli le speranze di vittoria alle presidenziali del 2016.
Fin qui i fatti come si sono svolti. Donald Trump, ufficialmente ritenuto dalla Corte di New York un criminale, riceverà la sentenza sulla detenzione l’11 luglio: potrebbe prevedere da 1 a 4 anni di prigione, anche se è quasi certo che, data l’età e l’essere incensurato, la pena detentiva non verrà applicata: è però presente, tra le possibilità, quella per la quale Trump possa essere costretto a rimanere nello Stato di New York, il che sarebbe deleterio per la campagna. La convention Repubblicana che - a meno di rivolgimenti altamente improbabili – nominerà Donald Trump come candidato presidente si riunirà il 15 luglio, quattro giorni dopo. L’avvocato del tycoon ha richiesto che la pena venga notificata l’ultima settimana di luglio, quindi successivamente alla convention, in modo da non renderlo l’argomento principale di cui si discuterà quella settimana: la corte non si è ancora espressa in merito. Interessante sarà anche vedere come reagirà il titolo di Trump in borsa, tramite il quale stava tentando di ricostruirsi una fortuna, e che verosimilmente potrebbe subire un crollo.
Uscito dall’aula di tribunale l’ex-Presidente, davanti alle telecamere, ha proseguito lo show che porta avanti da mesi, ripetendo menzogne non suffragate da nessuna prova: ha dato dei corrotti ai procuratori che hanno costruito l’impianto accusatorio, ha criticato il processo come puramente politico e ha dichiarato di essere dalla parte della Costituzione. In questo è stato aiutato dai media vicini ai Repubblicani, come Fox News, l’ammiraglia della televisione conservatrice, che appena è giunta la sentenza ha visto i suoi ospiti parlare di processo politico e dai politici, a lui vicini, compreso lo Speaker della Camera Mike Johnson che ha definito vergognosa la sentenza. Trump potrà comunque candidarsi, dato che non esiste legge che impone a un condannato di non partecipare alle elezioni. Non è al momento certo se potrà o meno votare, invece: l’ex-presidente è residente in Florida, uno Stato con leggi molto severe sul diritto di voto ai criminali: i condannati ai reati più gravi (le cosiddette felonies) non possono votare durante la pena, e per alcuni il diritto di voto non viene più restituito.
Nel frattempo Joe Biden si trovava in Delaware per commemorare il figlio Beau, morto di cancro nel 2015, e non ha commentato la sentenza; lo ha fatto però il suo ufficio di comunicazione, che ha rimarcato che, criminale o meno, Donald Trump va battuto alle urne perché i Repubblicani non faranno un passo indietro.
Vi terremo aggiornati nei prossimi giorni su ogni sviluppo e annunciamo l’uscita di un carteggio speciale l’11 giugno che parlerà di questa colpevolezza da più punti di vista e angolazioni.