Flash #35: Afghanistan: Trump e Harris non convincono del tutto
Durante il dibattito del 10 settembre il ritiro statunitense dal Paese ha provocato una discussione accesa tra Trump e Harris, ma nessuno dei due è riuscito a dare risposte soddisfacenti
Come ben sappiamo, il dibattito tra l’ex Presidente Trump e l’attuale Vicepresidente Harris ha affrontato una vasta gamma di temi, tra cui economia, sanità e immigrazione. Il dibattito, però, ha anche toccato una questione molto delicata per la politica americana: la guerra in Afghanistan, iniziata come risposta statunitense all’attacco terroristico dell’11 settembre 2001 e conclusasi nel 2021 con il ritiro delle truppe dal Paese.
Proprio il ritiro è stato al centro della discussione tra Trump e Harris, innescata da una domanda del moderatore David Muir, che ha chiesto alla Vicepresidente se si sentisse in parte responsabile per le circostanze disastrose che hanno accompagnato l’evacuazione del personale militare e civile. Le operazioni erano già iniziate a fine giugno 2020, ma con l’avvicinarsi della scadenza del 31 agosto 2021, fissata dal Presidente Biden, la situazione era diventata caotica. Migliaia di rifugiati afghani, molti dei quali collaboratori degli Stati Uniti, si sono riversati all’aeroporto di Kabul nel tentativo di trovare un volo per fuggire dal Paese.
La risposta di Harris ha convenientemente evitato di approfondire questi dettagli. La Vicepresidente ha invece riaffermato il suo sostegno alla decisione di Biden di concludere definitivamente l’operazione americana in Afghanistan, nonostante – come vedremo a breve – le condizioni per il ritiro fossero state fissate negli accordi del febbraio 2020, siglati dall’amministrazione Trump. Harris ha anche sottolineato, a ragione, che il ritiro ha sollevato un notevole peso economico dalle spalle dei contribuenti americani, che fino a quel momento pagavano 300 milioni di dollari al giorno per finanziare la presenza militare in Afghanistan.
Va detto che le condizioni in cui l’amministrazione Biden ha dovuto gestire il ritiro erano molto più difficili di quanto si possa trattare qui, e i fallimenti attribuiti dai critici al Presidente e al suo staff riguardo agli eventi dell’agosto 2021 sono dovuti a diversi fattori, tra cui un governo afghano debole e scarsamente collaborativo.
La risposta di Trump a Harris, prevedibilmente, ignora completamente questi aspetti. L’ex Presidente accusa l’amministrazione Biden di aver escluso il governo afghano dalla gestione del ritiro e si autocelebra per la propria abilità nel negoziare con i talebani nel febbraio 2020. Addirittura, si riferisce al loro leader, Abdul Ghani Baradar, in modo amichevole – durante il dibattito lo chiama semplicemente Abdul, come se stesse parlando di un vecchio amico, anziché di un criminale.
Le negoziazioni a cui Trump fa riferimento sono note come gli accordi di Doha. Questi stabilivano un calendario per il ritiro delle forze statunitensi dall’Afghanistan entro 14 mesi, in cambio dell'impegno dei talebani a non ospitare terroristi e a non attaccare le truppe americane. L’intesa prevedeva inoltre il rilascio di cinquemila prigionieri talebani. Tuttavia, i critici hanno evidenziato che l’accordo mancava di meccanismi di controllo e concedeva ai talebani un’influenza significativa.
Inoltre, Trump ha criticato aspramente il fatto che l’amministrazione Biden abbia abbandonato 85 miliardi di dollari di attrezzature. L’ex Presidente, in questo caso, non ha tutti i torti: il materiale bellico lasciato in Afghanistan dagli americani include aerei, munizioni aria-terra, veicoli militari, armi e apparecchiature di comunicazione, che l’esercito aveva lasciato agli afghani nel corso dei vent’anni del conflitto. Si tratta però di una perdita di circa 7,1 miliardi di dollari, e non 85, come Trump vorrebbe far credere.
Trump accusa l’amministrazione Biden anche di non aver rimosso i responsabili del caotico ritiro dall’Afghanistan. A sostegno della sua argomentazione, l’ex Presidente richiama l’attentato suicida dell’agosto 2021, che ha causato la morte di 13 membri del personale militare americano e circa 170 civili afghani presso l’Abbey Gate dell'aeroporto internazionale Hamid Karzai. Trump dice di aver parlato direttamente con le famiglie delle 13 vittime americane, e questo corrisponderebbe a verità.
Il gruppo di famiglie in lutto si sarebbe trasformato in una forza pro-Trump, la Abbey Gate 13 Coalition, con l’aiuto dell'agente Repubblicano Marlon Bateman. Trump avrebbe usato la coalizione per sostenere la sua campagna elettorale, ponendosi come solidale con la loro causa. La campagna ha sostenuto le attività del gruppo, compresi eventi e discorsi. Nonostante i disaccordi, la coalizione ha ottenuto visibilità nazionale grazie alle apparizioni sui media, alle visite a Capitol Hill e a una commemorazione per l’anniversario dell'attentato insieme a Trump presso il cimitero di Arlington, che però ha sollevato polemica nel Paese.
Sia Trump che Harris non sono stati abbastanza convincenti nel trattare il tema dell’Afghanistan. Sebbene, come al solito, la narrazione di Trump fosse ricca di imprecisioni e semplificazioni, anche Harris non è stata sufficientemente realistica nel riconoscere le complessità del ritiro e il ruolo dell’amministrazione Biden. Da lei, forse, ci saremmo aspettati di più.