Flash #3, Ron DeSantis si ritira dalla corsa alle presidenziali
La sua è stata una campagna costellata di errori e destinata a fallire. Ecco perché.
Il secondo posto ottenuto ai caucus repubblicani in Iowa sembra aver sferrato il colpo decisivo al governatore della Florida Ron DeSantis, il quale ha deciso di non proseguire ulteriormente con la propria corsa presidenziale: dopo aver annullato tutti gli appuntamenti elettorali previsti nella giornata di domenica 21 gennaio, DeSantis ha poi annunciato con un video la volontà di sospendere la propria campagna e di offrire sostegno pubblico al rivale Donald Trump, uscito vittorioso dal primo appuntamento nel lungo processo delle primarie.
La decisione di DeSantis va a coronare quello che diversi analisti hanno definito “uno spettacolare fallimento politico” e conclude ufficialmente una delle peggiori campagne per la presidenza degli Stati Uniti degli ultimi anni. Il susseguirsi di dichiarazioni estremiste e il perseverante tentativo di sorpassare Trump a destra nella proposta politica non hanno dato la spinta sufficiente al governatore della Florida - acerrimo nemico della “cancel culture” e dell’ “ideologia woke”, oltre che della Disney – affinché potesse realmente arrestare i clamorosi risultati elettorali dell’ex Presidente degli Stati Uniti.
Quella di DeSantis è stata una débâcle da 130 milioni di dollari: senza una chiara strategia politica alle spalle, ciò che la campagna di DeSantis ha finito per offrire al popolo americano è un “Trump-minus”, una imitazione depotenziata non in grado di reggere il paragone con l’originale. La stessa decisione di lanciare, a maggio 2023, la propria candidatura su Twitter Spaces ha sofferto delle poche abilità politiche celate dietro la figura di DeSantis, con un imprevedibile rallentamento della connessione – poi interrottasi – e una prima impressione rivelatoria rispetto ai destini stessi della campagna: pienamente fallimentare.
Nonostante l’aspirazione di DeSantis a spiccare per l’agilità nell’utilizzo dei media moderni e per il supporto di un’organizzazione esperta, nessuna di queste sembra essersi concretizzata realmente: non solo il governatore della Florida ha deciso di accomiatarsi dalla corsa verso la Casa Bianca utilizzando una citazione falsamente attribuita a Churchill–smascherabile con una rapida ricerca su internet – ma, ancor più grave, non è mai riuscito a creare un gruppo di collaboratori e consulenti realmente in grado di condurlo alla vittoria. Prima di abbandonare la campagna a dicembre 2023 DeSantis, infatti, veniva affiancato dal consulente Jeff Roe, noto per avere il talento per la sconfitta.
Never Back Down, mai arrendersi, il motto sotto la cui egida DeSantis ha condotto la sua campagna, ha spesso dimostrato di avere un’interpretazione letterale: non appena i primi risultati in Iowa sono stati disponibili, DeSantis non si è arreso e ha rilanciato, accusando i media di “interferenza elettorale” e di averlo sfavorito nel corso dei caucus per aver chiamato anticipatamente la vittoria di Trump.
DeSantis saluta il sogno della Casa Bianca a poche ore dal nuovo appuntamento elettorale in New Hampshire, dove già la scorsa estate non aveva brillato, rendendo evidente come la propria strategia di candidatura – fatta di distanza eccessiva dalla stampa tradizionale e dalla decisione di non attaccare direttamente Trump – non fosse funzionale allo scopo; e come allora, quando rispose ad un elettore del New Hampshire che gli chiedeva del 6 gennaio 2021, dicendo che “non era vicino a Washington quel giorno”, De Santis non ci sarà probabilmente mai.