Cosa c'è dietro la battaglia contro l'autismo di Trump
Il Presidente ha denunciato la responsabilità del Tylenol nei casi di autismo, ma le sue accuse mettono in secondo piano qualcosa di ben più serio
Una terribile epidemia, che colpisce un bambino su trentuno, ma di cui a soffrire sembrano essere più le famiglie che non i cosiddetti malati. No, non stiamo parlando di chissà quale sindrome di recentissima scoperta, ma di autismo.
Si tratta di un mistero da sbrogliare per la scienza e di uno spauracchio per coloro che abbracciano teorie antiscientifiche. Un enigma che ancora oggi si trascina dietro pezzi di stigma, preconcetti, discriminazione e sbagli diagnostici.
Una cosa è vera: i numeri di persone diagnosticate con autismo negli Stati Uniti e nel mondo sono aumentati. Ciò che non lo è, però, è la spiegazione fornita in modo raffazzonato e volutamente sensazionalistico da parte dell’amministrazione Trump e del Segretario della Salute Robert F. Kennedy Jr. Quest'ultimo dall’inizio del suo mandato ha dichiarato guerra all’autismo, promettendo di trovare una causa entro il mese di settembre e facendo trattenere il fiato a coloro che di autismo si occupano per lavoro. Risposta che alla fine è arrivata,e già prima c'erano bassissime aspettative.
Lo scenario dipinto nell’Autism Announcement dello scorso 22 settembre su Fox News ha tinte foschissime. Trump era vicino con Robert F. Kennedy Jr., il direttore dei NIH Jay Bhattacharya, il Commissario per l’FDA Marty Makary e infine l’amministratore per Medicaid e Medicare, il dottor Mehmet Oz.
Con i suoi soliti toni esagitati e una chiara difficoltà a pronunciare i nomi dei principi attivi, Trump ha puntato il dito contro il Tylenol. Questo medicinale da banco, che altri non è che paracetamolo, la nostra Tachipirina, se assunto dalle donne in gravidanza sarebbe la causa dell’autismo nei bambini. Secondo quanto detto dal Presidente, i casi sarebbero passati da uno ogni 20.000 bambini circa quindici o vent’anni fa a uno ogni 31 bambini nel 2022. Un vertiginoso aumento – calcolatrice alla mano – del 6,44 milioni per cento.
Come sempre, il discorso di Trump è intriso in un bagno di antiscienza di cui abbiamo già discusso numerose volte. “Ne sapevamo molto di più rispetto a un sacco di persone che lo hanno studiato, credo… e dico ‘credo’ perché non penso che facessero veramente sapere al pubblico quel che sapevano”, denuncia il Presidente al pubblico americano con un discorso molto contorto, rivelando di preoccuparsi della questione fin da quando era un semplice tycoon newyorkese.
Dicevamo, le diagnosi di autismo sono aumentate, è vero. Ma è veramente colpa del paracetamolo? La scienza, quella vera, dice di no. O comunque, che non ci sono dati abbastanza per stabilire una correlazione. Le ricerche mediche si fanno così: si indaga con degli studi, si prova, si raccolgono dati fino a che non sono consistenti e si dà una risposta concreta. Scritta con un linguaggio preciso: “necessita approfondimenti”, “lo studio ha limiti”, “si spera in uno studio approfondito futuro”.
Chi si occupa effettivamente di autismo, come specialisti, insegnanti di sostegno, associazioni e soprattutto le persone autistiche stesse, la cui voce è spesso inascoltata, sa benissimo da anni che le cause dell’aumento di casi sono da ricercare in studi più aggiornati, uniti a una maggiore consapevolezza sia tra il pubblico che tra gli esperti. Lo stesso aggiornamento del DSM-5, il manuale diagnostico redatto dall’American Psychiatric Association, ha iniziato a considerare l’autismo come spettro e non solo come disabilità intellettuale unita ad assenza di linguaggio verbale, come cui siamo stati abituati a credere. Allo stesso modo, si è capito che non tutte le persone autistiche sono non verbali o con caratteristiche alla Rain Man. Senza considerare che ora anche persone appartenenti alle minoranze hanno accesso a una diagnosi, quando prima invece le valutazioni venivano fatte nelle scuole dei distretti più ricchi, a prevalenza bianca.
Ci sono due fenomeni legati a questo. Nel corso degli anni abbiamo avuto sì un aumento delle diagnosi, includendo anche l’Asperger all’interno dello spettro o trovando autistici tra adulti che negli anni Ottanta e Novanta non erano stati correttamente valutati. Ma c’è stato anche un diagnose switching: quelle che un tempo venivano diagnosticare solo come disabilità intellettive hanno oggi una comprensione maggiore e vengono semplicemente chiamate con il loro nome1.
La scienza sta sì cercando i fattori di rischio per lo sviluppo di una condizione nello spettro autistico: finora ha indicato gravidanze in età più avanzata, nascita pretermine, diabete gestazionale o diabete nella madre, oltre che cause genetiche, che sono ancora molto difficili da identificare. Di certo non il paracetamolo, non i vaccini, non qualche non precisata tossina ambientale come sostiene RFK Jr.
Al di là dell’indignazione o dei meme vale la pena fermarsi e porsi una domanda: cui prodest? Appropriandosi di istanze potenzialmente bipartisan e facendo leva sull’immancabile “qualcuno pensi ai bambini”, il Partito Repubblicano si dimostra maestro nella fallacia logica del falso problema: inventiamoci una finta questione, o comunque facciamo un po’ di cherry picking tra gli studi scientifici e troviamo una soluzione. Chi mai potrebbe criticare il MAHA – no, non è un errore di battitura ma uno degli slogan dell’amministrazione Trump: make America healthy again – quando l’impegno governativo è volto a far stare meglio i bambini?
Ascoltando il discorso di Trump, pare che si tratti di una battaglia – più che contro l’autismo – a favore delle istanze conservatrici e del Project 2025. Ecco quindi un nuovo argomento – un’epidemia di autismo – a favore dei detrattori dell’ambientalismo e della scienza basata sui dati. Le supposizioni presidenziali non finiscono qui: dopo aver snocciolato i numeri che abbiamo già visto sui casi di autismo, quasi in sordina The Donald menziona il fatto che “per qualche motivo in California il problema è più grave”. Una frecciatina a uno degli Stati roccaforte dei suoi avversari politici.
Facendo leva sulle paure, come se l’autismo fosse qualcosa di spaventoso, il Partito Repubblicano tenta di accattivarsi, segmento dopo segmento, diversi pezzi di società americana. Chiaramente non tutti saranno convinti dai dati presentati dalla Casa Bianca, ma allo stesso tempo almeno una piccola parte dell’opinione pubblica sì; ed è pur sempre una piccola parte di troppo allineata all’antiscienza proposta dal governo americano. Perché è facile proporre dati estrapolati a caso alla popolazione, che non sa leggerli o interpretarli e che si fida. Questo è il più grande pericolo nella sanità pubblica.
L’Autism Announcement si colloca perfettamente nei topoi dei discorsi più conservatori sull’autismo. La sofferenza e il lessico legato alla malattia sono molto spesso usati per patologizzare la neurodivergenza, piuttosto che riconoscere l’individualità delle singole persone nello spettro autistico. Avete mai notato che il Presidente e RFK Junior parlano quasi sempre di “bambini” autistici? Infantilizzare il presunto malato e agire su di lui in maniera paternalistica, facendolo coincidere solo con la sua condizione, è un modo per mettere a tacere la sua voce e negarne l’esistenza se non per i fini che fanno più comodo al potente di turno. Trump e la sua gang fanno leva sul benaltrismo, su quella voglia di aiutare gli altri senza veramente impegnarsi a vederli e sul bisogno umano di sentirci con la coscienza a posto per avvalorare le proprie tesi. Nel frattempo, però, l’amministrazione era pronta a schedare le persone autistiche nell’Autism Registry mascherato da raccolta di dati real world, che balla sul filo dell’eugenetica. Pure la soluzione offerta durante l’annuncio, anche questa ancora poco studiata dalla scienza, del leucovorin (acido folinico) sembra quasi un modo per “sbarazzarsi” dell’autismo con un colpo di spugna, invece che accettarlo e includerlo.
Per fortuna in Italia le affermazioni assurde che provengono da Oltreoceano faranno poca presa sulla politica. Il problema però è che, ancora una volta, al posto di un discorso più articolato che sarebbe necessario per portare il giusto riconoscimento alle istanze neurodivergenti (che sarebbe fuori luogo trattare in questa sede), si riduce tutto in termini manichei: Trump-stupido che dice che il paracetamolo causa l’autismo e noi-intelligenti che sappiamo che non è vero e magari ci memiamo pure su. Insomma: il saggio indica la luna ma a noi stolti non importa di cosa ci sia veramente dietro la trumpiana battaglia contro l’autismo, e guardiamo il dito e basta.
Thurm A, Farmer C, Salzman E, Lord C, Bishop S. State of the Field: Differentiating Intellectual Disability From Autism Spectrum Disorder. Front Psychiatry. 2019;10:526. Published 2019 Jul 30. doi:10.3389/fpsyt.2019.00526