Chi o cosa ha ucciso James Garfield?
L’incredibile storia medica intorno all’assassinio di un Presidente
Si dice che quel 2 luglio 1881 alla stazione Baltimore and Potomac a Washington D.C., James A. Garfield, ventesimo Presidente degli Stati Uniti d’America, chiese al medico che lo stava soccorrendo quante fossero le sue possibilità di sopravvivenza. Quel medico rispose che queste stavano a circa una su cento. A quel punto, il Presidente Garfield rispose che era ora di cogliere al volo quell’ultima possibilità. Una chance che però divenne una lunga agonia della durata di ottanta giorni. Chi o cosa uccise James Garfield? La pallottola di Charles Guiteau o una serie di errori medici successivi? Le opinioni degli esperti sono ovviamente spaccate. Tuttavia non si può negare che questo caso passò alla storia come un vero e proprio esempio di negligenza medica, in un’epoca in cui la sensibilità verso la prassi antisettica iniziava a farsi avanti e finire pubblicata sui grandi giornali specialistici, ma che ancora non riusciva ad attecchire in tutta la comunità medica, specialmente statunitense.
La dinamica
Garfield ricevette due colpi da un revolver British Bulldog calibro .44, esplosi da Charles Guiteau: la prima ferita, superficiale, prese il braccio destro. Il secondo colpì il Presidente sull’area bassa della schiena, nella parte destra. Secondo le pubblicazioni ufficiali dell’epoca e i resoconti del Dottor William A. Hammond1, undicesimo General Surgeon dell’Esercito dell’Unione durante la Guerra Civile, la seconda pallottola colpì il Presidente fratturando l’undicesima e la dodicesima costola, colpendo in modo obliquo la spina dorsale, passando attraverso il disco intervertebrale tra le vertebre dodicesima dorsale e prima lombare, creando una scanalatura in quest’ultima e fermandosi sul lato sinistro della colonna, sotto il pancreas e fuori dalla cavità peritoneale.
Il Presidente venne soccorso dal Dottor Doctor Willard Bliss - no, non è un errore, Doctor era il suo nome di battesimo -, medico di D.C. con esperienza da ufficiale chirurgo durante la Guerra Civile. Bliss era un personaggio che oggi definiremmo discutibile. Era sì un medico, ma dalle idee bislacche pure per l’epoca, come il sostegno all’omeopatia, che gli valsero addirittura l'espulsione dalla Washington D.C. Medical Society e dalla District of Columbia Medical Society. Si definiva anche un esperto di traumatologia balistica. Insieme a Bliss, una dozzina di medici accorsero per esaminare le ferite del Presidente, cercando invano di estrarre la pallottola, il tutto mentre Garfield era tenuto sotto morfina per contenere il dolore. Tutto ciò avvenne prima sulla banchina della stazione, e poi in una stanza della Casa Bianca. Qui ha inizio l’agonia del Presidente Garfield, che coinvolge un altro attore principale, entrato a gamba tesa in questo angosciante dramma medico: la sepsi.
Science vs Science
Il diciannovesimo secolo è stato un momento di grande slancio per quella che poi conosceremo come la teoria dei germi. Era anche un periodo in cui i numeri di morti sul tavolo operatorio schizzavano a percentuali altissime - oltre il 50% - causate da infezioni post-operatorie. La colpa veniva attribuita al miasma nell’aria, esalazioni insalubri causate da putrefazione e acqua stagnante. Alcuni grandi scienziati e medici dell’epoca iniziarono a contrastare questa visione e mettere le prima fondamenta per le moderne epidemiologia, microbiologia e anche chirurgia: figure del calibro di John Snow, Louis Pasteur, Robert Koch, fino ad arrivare a Joseph Lister, il vero rivoluzionario nell’uso di antisettici in chirurgia. Proprio su quest’ultimo bisogna soffermarsi se si vuole comprendere cosa successe in quegli ottanta giorni di agonia del Presidente Garfield. Lister era un chirurgo britannico che dedicò la sua carriera allo studio delle ferite chirurgiche, arrivando a capire che non erano i miasmi la causa dei decessi post-operatori, bensì le infezioni causate da patogeni presenti nell’aria, sugli strumenti, sugli indumenti e soprattutto sulle mani dei chirurghi. Di conseguenza, c’era solo una cosa da fare per Lister: disinfettare.
Nel 1867 Lister pubblicò a fatica e dopo molti rifiuti i suoi risultati sul celebre giornale The Lancet e, nonostante i dati fossero tutti dalla sua parte, ebbe fin da subito un buon numero considerevole di detrattori, che consideravano le sue scoperte come degne di un ciarlatano e antiscientifiche. Scoperte che poi si rivelarono una vera e propria rivoluzione della chirurgia e che ancora oggi consideriamo come dogma fondamentale. Tra gli oppositori delle scoperte di Lister c’era anche il Dottor Bliss, che vent’anni dopo si stava occupando della degenza del Presidente Garfield. Fin da subito diverse mani e strumenti chirurgici non disinfettati vennero a contatto con il Presidente e fu così anche per i successivi giorni e settimane, nella speranza di riuscire a fare ciò che Bliss voleva a tutti i costi, ovvero estrarre quella pallottola incastrata dietro al pancreas di Garfield.
Estrarre la pallottola a tutti i costi
Secondo alcuni studi e articoli postumi, con la moderna chirurgia la ferita di Garfield sarebbe stata più facilmente trattabile. All’epoca però le cose si facevano decisamente più difficili. Il cruccio di Bliss per tutto il periodo di trattamento del Presidente fu quello di estrarre la pallottola. Secondo i resoconti dell’epoca, vennero fatti vari tentativi più e più volte, ricorrendo a diversi metodi e addirittura sbagliando completamente l’individuazione della traiettoria. Bliss arrivò addirittura a chiamare Alexander Graham Bell, l’inventore del telefono, per usare un prototipo di metal detector, o meglio, un induttore che attraeva oggetti metallici e che aveva inventato per ridurre le interferenze statiche, per trovare la pallottola. Oltre a ciò, la ferita continuava a essere aperta e richiusa, sia per le esaminazioni anche molto invasive di Bliss, sia per i drenaggi. Si è ricorsi anche a tentativi chirurgici, ovviamente falliti.
Nel frattempo, Garfield stava sempre peggio: tormentato da lancinanti dolori e tenuto sotto morfina, il Presidente aveva perso molto peso, non riusciva più a mangiare se non alimentato esternamente, soffriva di febbri alte, polmoniti e grande fiacchezza. L’accanimento di Bliss per trovare la pallottola danneggiò la spina dorsale di Garfield, e il Presidente lamentava spesso scarsa sensibilità alle gambe e ai piedi. Pensando che avesse contratto la malaria, Bliss e il suo team di medici trattarono erroneamente Garfield con il chinino.
Dopo questa lunga agonia e i continui tentativi, il Presidente morì il 19 settembre 1881 in un cottage nel New Jersey, morte che il Dottor Frank Hamilton, uno dei chirurghi di Bliss, pubblicò sul British Medical Journal il 15 ottobre successivo, descrisse come «improvvisa e inaspettata, anche se in alcun senso imprevista».
L’autopsia successiva2 rivelò che il corpo del Presidente aveva una massiccia formazione di ascessi dove la pallottola era passata fin nella zona retroperitoneale e che si estendeva fino all’inguine destro, in cui era presente una significativa quantità di pus e che andava oltre il tracciato della pallottola. I polmoni del Presidente erano stati duramente colpiti da bronchiti e broncopolmoniti. Guardando con gli occhi della medicina moderna, Garfield morì di shock emorragico, scarsa nutrizione e, soprattutto, sepsi incontrollata.
Dilemma aperto
Il primo accusatore dei medici di James Garfield fu proprio Charles Guiteau che, durante il processo, disse che lui aveva solo sparato, i dottori avevano davvero ucciso il Presidente. Questo non gli fece risparmiare la forca. Nel corso della storia però il dilemma ha dominato la letteratura medica e ha diviso le opinioni degli esperti.
Da una parte ci sono coloro che, nonostante riconoscano gli errori di Bliss e dei suoi colleghi, affermano che il Presidente non avrebbe avuto un destino molto diverso nelle mani di altri specialisti: all’epoca infatti erano molto numerosi i detrattori delle teorie di Lister e si seguiva ancora un protocollo medico simile a quello utilizzato negli ospedali da campo della Guerra Civile. Altri invece accusano pesantemente i medici di essere gli unici responsabili della morte di Garfield, dando quasi ragione a Charles Guiteau. In qualsiasi angolo si guardi, c’è comunque un elemento in comune: se Lister non avesse introdotto le sue scoperte nella chirurgia, i morti di sepsi sarebbero ancora in numero molto alto e forse, oggi, Garfield si sarebbe facilmente ripreso e soprattutto non avrebbe sofferto così tanto come ci raccontano le cronache dell’epoca, che è forse uno degli aspetti fondamentali di tutta questa tragedia.
Se volete ascoltare la storia per intero della morte del Presidente James Garfield - retroscena e quello che successe dopo - non perdetevi la terza puntata di Ammazzare Il Presidente, un podcast di Jefferson - Lettere sull’America. Potete ascoltarlo qui!
Hammond, William A., et al. “The Surgical Treatment of President Garfield.” The North American Review, vol. 133, no. 301, 1881, pp. 578–610. JSTOR, http://www.jstor.org/stable/25101018. Accessed 25 Jan. 2024.
Hamilton FH. A Review of the late President Garfield's Case. Br Med J. 1881 Oct 15;2(1085):619-20. doi: 10.1136/bmj.2.1085.619. PMID: 20749999; PMCID: PMC2263899.