Un metaverso verde?
Il metaverso ci aiuterà a inquinare di meno? Ci avvicinerà al mondo ideale del futuro, o sarà un digitale impattante come il mercato delle criptovalute?
Il Metaverso è uno di quei temi di cui si parla senza sapere bene dove piazzarlo all’interno della frase, con goffaggine. Pochi hanno capito cosa sia e forse la definizione più azzeccata è quella che ne ha dato Microsoft: «Una nuova versione – o una nuova visione – di internet». Per il momento può bastarci. Perché anche se di metaverso si parla tanto, da quando le grandi aziende tech USA hanno annunciato di volerci investire, siamo ancora nel campo dei “possibile” su molti aspetti.
Apple, Disney, Microsoft, Meta (meglio nota come Facebook) hanno lanciato la corsa, ma le regole sono da definire. Tra le tante domande attuali c’è: il metaverso ci aiuterà a inquinare di meno? Ci avvicinerà al mondo ideale del futuro, o sarà un digitale impattante come il mercato delle criptovalute?
Animare un mondo virtuale e interattivo, legato alla realtà virtuale, genera moltissimi dati e ha bisogno di tecnologie di intelligenza artificiale molto raffinate. Processare i dati, soprattutto quando sono così complessi, ha un impatto ambientale enorme, così come l’elaborazione di immagini ad alta risoluzione e l’utilizzo del cloud. In un report del 2020 della Lancaster University, per fare un esempio, si è calcolato che se nel 2030 il 30% dei gamer si fosse trasferito a giocare in cloud, il settore produrrebbe il 30% di emissioni di carbonio in più rispetto a oggi.
Allo stesso tempo molti analisti sono ottimisti, proprio perché è prevedibile che “il metaverso green” diventi la sfida del futuro. Le aziende lavoreranno e lavorano già oggi per rendere la gestione dei dati più sostenibile. Microsoft si è impegnata ad alimentare la propria piattaforma cloud Azure al 100% con energie rinnovabili entro il 2025.
Ma se si dice che il metaverso potrà aiutarci a inquinare meno è per un’altra ragione: se funzionerà, infatti, staremo tutti molto più a casa. Concerti virtuali, uffici virtuali, una vita sociale virtuale. Significa - e lo sappiamo bene dopo due anni di Covid - meno spostamenti in macchina, meno aerei presi, meno uffici da tenere accesi e riscaldati. Questo punto però è quello più difficile da far digerire. Lo scenario di una vita in casa incollati a un visore di realtà virtuale può essere elettrizzante quanto pauroso. Sperando che non si arrivi ai livelli di Ready Player One.