Trump 2.0: la rivoluzione social che ha conquistato l’America. Di nuovo
Dai ban sui media tradizionali alla strategia vincente sui social: come Trump ha dominato la campagna del 2024
Il 5 novembre è stato come assistere all’episodio finale di una serie che ha tenuto il pubblico mondiale incollato agli schermi di TV, smartphone e computer per oltre un anno: l’Election Day negli Stati Uniti d’America. L’episodio conclusivo di una campagna elettorale che, se fosse stata una produzione Netflix, rientrerebbe sicuramente nella categoria dramedy. Dai protagonisti agli attori secondari, passando per le comparse e i colpi di scena, c’erano tutti gli ingredienti per il successo.
Una sceneggiatura già scritta che, forse, un giorno potrebbe davvero approdare sulle piattaforme di streaming. Ma, per ora, ciò che il mondo ha davanti è la realtà di un’America che ha rieletto Donald Trump per un secondo mandato, vanificando in una sola notte gli sforzi di una campagna democratica partita con premesse difficili. Tanto è stato scritto e detto sui risultati, sia nelle testate giornalistiche che su tutte le emittenti televisive. Eppure, nonostante la vastità della copertura, il risultato ha sorpreso molti. L’analisi della campagna elettorale, infatti, ha trascurato un aspetto fondamentale: l’espressione degli elettori stessi.
I democratici, dopo il ritiro di Biden in favore di Kamala Harris come candidata ufficiale, hanno scelto una comunicazione spettacolarizzata, con comizi pieni di ospiti e scenografie perfette. Harris, ben preparata, ha limitato al minimo i passi falsi, anche durante il duello televisivo con il suo sfidante. Tuttavia, il suo approccio ha affascinato più i media e l’opinione pubblica internazionale che gli elettori americani. Questo sentimento è stato chiaramente espresso sui social media, che sono diventati il vero campo di battaglia. Trump, già esperto nell’uso dei social media, ha puntato su piattaforme come X (ex Twitter), dove ha trovato una piazza libera per esprimersi senza le restrizioni dei canali tradizionali. Il suo approccio diretto lo ha reso ancora più popolare tra i suoi sostenitori, che preferiscono informarsi sui social piuttosto che tramite i telegiornali, di cui non si fidano.
Fin dal suo primo mandato, Trump ha avuto un rapporto conflittuale con i media tradizionali, beneficiando inizialmente della sovraesposizione, ma intensificandone successivamente la retorica contro le fake news. In questa campagna, ha trovato alleati potenti in Fox News, One America News Network e Newsmax, che hanno amplificato il suo messaggio. Tuttavia, i suoi follower non sono principalmente fruitori della TV, ma delle piattaforme social, dove il tycoon ha dominato. Dopo essere stato bannato da Twitter e Facebook nel 2021, Trump ha creato la sua piattaforma, Truth Social, come alternativa a quelle mainstream. Sebbene ora sia tornato su X, continua a utilizzare Truth come strumento principale per comunicare con la sua base elettorale. Nonostante le perdite economiche, l’impennata delle azioni di Trump Media & Technology Group (TMTG), la compagnia dietro Truth, dimostra che la sua strategia sui social è ancora vincente. Alcuni ipotizzano che Elon Musk stia considerando un’acquisizione, il che potrebbe rafforzare ulteriormente la sua posizione.
Sia Trump che la sua avversaria hanno esplorato, in questa campagna, nuovi modi di conquistare l’audience tramite il web, dal più scontato TikTok con la speranza di conquistare la Gen Z, fino ad approdare nelle sale di registrazione di podcast. Se Kamala Harris si è seduta nell’ormai famoso salotto di Alexandra Cooper – host di uno dei podcast più seguiti di Spotify, Call Her Daddy – per rivolgersi a un pubblico prettamente giovane e femminile, Trump ha scelto invece lo studio di Joe Rogan. La sua apparizione di Trump in The Joe Rogan Experience, seguita dall’endorsement del campione di arti marziali, si è rivelata cruciale per raccogliere consensi negli ultimi giorni prima delle elezioni. Quella di Trump è stata una campagna parallela, basata su piattaforme alternative e una dialettica sovversiva, a tratti volgare, che ha fatto presa sugli elettori. La domanda ora è: come questa nuova forma di comunicazione influenzerà i media tradizionali nei prossimi anni?
Le reti tradizionali si trovano in crisi e dovranno adattarsi ai nuovi modelli di consumo, collaborando maggiormente con creatori di contenuti indipendenti. La vittoria di Trump ha dimostrato che molti elettori rifiutano la narrazione anti-Trump dei media tradizionali, e questo costringerà i giornali e le emittenti a rivedere la loro copertura, abbracciando temi più variegati e meno convenzionali. È l’inizio di una nuova era, dove, come ha detto Elon Musk, i media non sono più solo i giornalisti, ma anche i cittadini stessi.