Il G7 ha dimostrato che Biden è troppo vecchio?
In Puglia, con i riflettori puntati sulla sua senilità, il presidente si è trasformato in meme. Oltre le apparenze però c'è di più.
Sleepy Joe, l’addormentato. I suoi inciampi, la lentezza con cui cerca le parole, lo sguardo perso nel vuoto – tutto, sotto gli occhi di tutti, in occasione del G7. Con i riflettori puntati sui Sette Grandi nel comune di Fasano, in Puglia, presso il resort Borgo Egnazia, il «declino» di Joe Biden, scrive il Washington Post, «è stato impossibile da ignorare».
Questa non è la prima volta che la stampa americana si sofferma a parlare di senilità. Il discorso attorno all’età dell’attuale presidente degli Stati Uniti, 82 anni a novembre, va avanti da parecchio, e mischia le accuse della partigianeria con una preoccupazione genuina per una verità inoppugnabile: Biden è anziano. L’uomo più potente del mondo è segnato dagli acciacchi dell’età.
È stato prima del G7 che il Wall Street Journal ha accusato il presidente di «mostrare segni di cedimento». Quando Biden ha incontrato i leader del Congresso a gennaio per un accordo di finanziamento per l’Ucraina, si legge nel quotidiano, i partecipanti hanno fatto fatica a sentire la sua flebile voce: «Leggeva gli appunti per evidenziare cose evidenti, faceva pause per lunghi periodi e talvolta chiudeva gli occhi così a lungo che alcuni nella stanza si chiedevano se si fosse distratto».
Il New York Post ha riportato le gaffe passate del presidente in una sorta di racconto umoristico, un corredo di aneddoti imbarazzanti come Biden che cade sul palco di fronte ai cadetti diplomandi dell'Accademia dell'aeronautica militare in Colorado, sbatte la testa contro lo stipite della porta dell’elicottero, si scorda della morte della deputata Jackie Walorski avvenuta solo poche settimane prima. Un modo per dire: Biden è un rimbambito, riesce a malapena a guidare i suoi piedi, figuriamoci gli Stati Uniti.
Stessa modalità sulla stampa italiana. Con Giorgia Meloni alla guida del G7 i quotidiani e le agenzie di stampa si sono avventati sulle storie che hanno popolato Borgo Egnazia e hanno trovato divertente che Biden si fosse «appisolato» durante la performance di “Nessun Droma” di Bocelli mentre la premier scendeva in pista a ballare scatenata la pizzica. Oppure che si fosse distratto durante il lancio dei paracadutisti, con Meloni costretta recuperarlo. «Curioso siparietto», commenta LaPresse. Il Messaggero si chiede ma «come sta Biden?» – «gli 81 anni del presidente si vedono tutti» – e tuttavia riflette sulla mole di video editati, montati e circolati sui social da parte della «macchina social trumpiana» per sottolineare la senilità del democratico: «si vede il presidente isolato e fuori contesto. Non si può escludere che certi filmati siano anche alterati dall'intelligenza artificiale. (…) Il giudizio che trae lo spettatore è che Biden appare spaesato, stanco, rallentato, non in possesso delle sue facoltà». Anche il Washington Post sottolinea che questi video, rilanciati dal Republican National Committee oltre che dal sopracitato New York Post, il Telegraph e altri organi pro-Trump, portano ad una lettura ingannevole, ad una “memeficazione” con lo scopo di coprire di ridicolo Biden.
Il danno che crea questa narrazione è che riduce a macchietta il presidente, lo spoglia di autorevolezza, e sottrae spazio a un autentico pensiero critico: l’attuale presidente è anziano, il suo sfidante, Trump (anni 78), pure, ma ai due non si è affiancato ancora nessuno di altrettanto convincente. Sia in un’Opinione del Washington Post che nella rubrica Oriente – Occidente di Federico Rampini sul Corriere, infatti, si fa presente che di recente il Nord Dakota ha indetto un referendum per proibire candidature di politici che abbiano già compiuto 81 anni di età o li compiranno durante il mandato, dunque porte chiuse in Nord Dakota sia per Biden che per Trump. Il New York Times invece si preoccupa che i sondaggi riportano che la maggior parte degli elettori che hanno votato Biden nel 2020 ora afferma che è troppo vecchio per ricoprire il ruolo di presidente. Ma la macchia dell’età, spiega il quotidiano, non rappresenta necessariamente una grave minaccia per la sua rielezione.
Una sostanziale differenza tra il racconto della stampa italiana e quella americana, infatti, è che mentre nella prima l’apparizione di Biden al G7, con la sua «camminata lenta», la «rigida andatura» che lo fa apparire «instabile», l’aria «spaesata» e il personale attorno che sembra «seguirlo passo passo temendo un incidente», ha restituito ai lettori italiani una versione vulnerabile e incerta dell’America nelle relazioni internazionali e nel confronto con Trump, sulla stampa statunitense è apparso invece che il vertice del Gruppo dei 7 è stato «un altro esempio di leadership americana incontrastata sull’Occidente, soprattutto sulle questioni controverse di guerra e pace». Sulle importanti questioni di geopolitica, infatti, c’è stato poco a dividere il gruppo. Ma è da valutare quanto ciò sia stato merito della presidenza di Biden o conseguenza dell’ansia che i leader provano per l’Ucraina, la situazione in Medio Oriente, in Cina e per il loro stesso futuro politico.