I democratici sostituiranno Biden con Michelle Obama?
Il New York Post insinua che Michelle Obama scenderà in campo per le presidenziali di novembre. La stampa italiana rilancia l'ipotesi, mentre gli altri giornali americani non si lasciano sedurre
«Biden non si lamenterà. Non può. Il nostro vecchio non riesce nemmeno a leggere il gobbo di fronte a lui abbastanza velocemente da pronunciare le parole. Quindi, dimenticatevelo – cosa che la maggior parte di noi ha già fatto. Veniamo a noi: Obama. Non lui. LEI!»
Questo l’incipit dell’articolo del New York Post a firma dell’esperta di gossip Cindy Adams che è rimbalzato fino ai maggiori giornali italiani. Secondo il quotidiano conservatore, Michelle Obama starebbe lavorando a una discesa in campo per le presidenziali di novembre.
Nessuna conferma, nessuna smentita. Solo una recente dichiarazione dell’ex First Lady che sembra urlata a Donald Trump, pur non chiamandolo per nome: «abbiamo una leadership infantile proprio davanti a noi – sappiamo che aspetto ha e che effetto fa – dove c’è qualcuno semplicemente vile, volgare e cinico nel ruolo di leader». Obama rivela di essere «terrorizzata» dai potenziali risultati della corsa presidenziale del 2024, una paura che le toglie il sonno e la tiene sveglia la notte.
Non è un commento casuale, scrive il New York Post: è stato programmato. «Gli Obama non parlano a caso. Stanno silenziosamente chiedendo a Joe di andarsene», si legge ancora nell’articolo. «Nessuno parla. Ma tutti sanno. Fate caso a come commentano e borbottano quando si parla dell’elezione. Di come si preoccupano dei risultati scadenti di Joe ai sondaggi, di quanto è cattivo Trump.»
A quanto riporta il quotidiano statunitense Michelle Obama avrebbe già chiesto ai pezzi grossi dei Democratici cosa ne pensano di una sua possibile candidatura. Starebbe testando le acque, valutando se fare campagna elettorale per sostituire Biden alla luce del sole.
Non c’è però ancora alcuna prova che quanto riporti il New York Post sia vero. Eppure la notizia ha nuotato fino all’altra sponda dell’Atlantico per poi toccare le coste della stampa nostrana. È stata rilanciata da Repubblica, il Giornale, il Fatto Quotidiano, Sky Tg 24, FanPage. Alcune riviste al femminile hanno già reagito con entusiasmo all’idea di avere alla Casa Bianca la prima Presidente donna, in più di colore. «Energica, empatica, preparata, solidale, inclusiva, l'ex First Lady sarebbe il volto più credibile dei dem e l'unica in grado di battere Donald Trump» – si legge su Elle – «è il volto rassicurante a cui una parte dell'America, spaventata da un ipotetico ritorno di Trump, vorrebbe affidarsi». Conferma quest’ultimo punto ioDonna: l’elezione di Michelle Obama può avere un certo peso per la comunità afroamericana e per le minoranze in generale.
Commenta, invece, Panorama, con lo stesso tono provocatorio del New York Post – «che i Democratici scoprano le carte (…) se davvero c’è un piano Michelle Obama” – che il Partito Democratico americano sia disperato e, in mancanza di idee, ci riprovi “con la moglie di…”. Anche se l’ultima volta, con Hillary Clinton, non è andata bene, “un po’ come i Kennedy, i Clinton e i Bush, all’élite americana piacciono le saghe familiari», si legge nel settimanale.
Eppure non sembra che il rumor abbia sedotto abbastanza la stampa americana. Nessun grosso quotidiano ne parla. A eccezione del New York Times, che prende l’argomento alla lontana.
Che l’ex First Lady abbia escluso tante e tante volte qualsiasi interesse presidenziale è specificato nell’articolo, e difatti si legge anche che l’ipotesi deriva principalmente dalla destra ispirata da Trump, «che ha trafficato in ogni sorta di false affermazioni sulle elezioni del 2020 ed è pronta a credere che la soluzione sarà di nuovo valida nel 2024. L’idea generale e bizzarra è che il Partito Democratico stia agendo secondo i capricci del ‘deep state’ e abbia già escogitato il suo piano per sostituire Biden».
Tuttavia, ci sarebbero teorie del complotto all'interno delle teorie del complotto. «Diversi Repubblicani intervistati di recente», riporta il New York Times, «hanno ripetuto una menzogna anti-transgender vecchia di dieci anni su Michelle Obama», e cioè la fake news su “Michael Obama” e il presunto cambio di sesso della moglie dell’ex Presidente. C’è di più: secondo la Repubblicana Sue Grove, a indebolire la figura di Biden ci sarebbero anche voci a proposito di Oprah come altra papabile sostituta.
Che i toni dietro queste teorie, e dietro il pezzo stesso del New York Post, siano di tipo polemico, in diretta opposizione al Partito Democratico, è d’altronde chiaro in un altro frammento dell’articolo del quotidiano conservatore, dove Adams provoca: «eccoci qui, la più grande nazione sulla terra e ora ONU-Stati Uniti d'America, NON-Stati Uniti d'America, DIS-Uniti Stati d'America. Sostenere Paesi in guerra e migranti in fuga, costi in aumento e un Presidente confuso con la sua dolce famiglia: siamo o non siamo un grande Paese?»
Al di là dei rumor e delle frecciatine tra le parti, il punto dove invece vuole arrivare il sopracitato pezzo del Times, è il fatto che questa ipotesi per tanti potrebbe essere possibile perché qualsiasi seconda scelta - in realtà di entrambi i partiti - sarebbe più allentante del dèja vù.
Se Biden e Trump si avviano di nuovo verso le elezioni, questa è «la risposta dell’America: non può essere vero». Incapaci di tollerare un remake del 2020, suggerisce il quotidiano, «molti americani si aggrappano a speranze disperate e fluttuano in teorie selvagge, inclusa quella secondo cui Michelle Obama potrebbe sostituire il Presidente Biden».
La Nazione vuole una persona nuova. Che sia Michelle Obama per i Democratici o Nikki Haley per i Repubblicani; ma il New York Times avverte, tramite le parole di Charles Franklin, Direttore del Marquette Law School Poll: «gli elettori che pensano 'Santo cielo, per favore, non ripetiamo il 2020', si renderanno conto che stiamo per assistere solo a un altro episodio, stessi personaggi, stessa trama. Lo accettassero».
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