Sesso, Botox e Rock'n'Roll
Lo scandalo di George Santos si abbatte sui Repubblicani di Long Island
Che George Santos avrebbe fatto parlare di sé era da aspettarselo fin dalla sua candidatura come deputato della Camera dei Rappresentanti, l’organo del Congresso statunitense che, assieme al Senato, detiene il potere legislativo. L’ascesa di Santos aveva inizialmente suscitato entusiasmo: primo membro della comunità LGBTQ+ a conquistare il seggio da Repubblicano, Santos era stato visto come un contributo fresco e innovativo al Congresso, soprattutto alla luce delle tendenze conservatrici del suo Partito in merito alle questioni di genere. Invece, la caduta di Santos è stata tanto sorprendente quanto la sua conquista del seggio, con la Corte Distrettuale di New York che lo ha incriminato su 13 capi d'accusa. Non altrettanto sorprendente è stata, quindi, la sua espulsione dalla Camera con un voto schiacciante di 314 favorevoli contro 114 contrari il 2 dicembre, secondo quanto riferito da AP News.
Tra le accuse, le prime cinque ricadono sotto il reato di “wire fraud” o “frode via cavo”, definito dal Titolo 18 del Codice degli Stati Uniti, sezione 1343, “Crimes and Criminal Procedures” (18 U.S.C. 1343). Questo reato consiste nella realizzazione di uno schema fraudolento per ottenere denaro o proprietà attraverso l’utilizzo di piattaforme digitali, radio o telefoniche. In pratica, alle vittime della truffa viene richiesta una donazione per supportare una causa, che, alla fine, si rivela fittizia.
Nel caso di Santos, le accuse si riferiscono a un presunto schema che il Repubblicano avrebbe organizzato tra settembre e ottobre 2022, volto a sfruttare i suoi sostenitori politici. L’ex Congressuale avrebbe infatti persuaso i simpatizzanti a contribuire alla sua campagna elettorale tramite una donazione a una società della Florida chiamata “Devolver Santos”, spacciandola per un Comitato di Spesa Indipendente. Questi Comitati sono molto popolari nel contesto elettorale statunitense, perché consentono ai candidati di raccogliere denaro per finanziare le spese della propria campagna grazie al supporto dei sostenitori. Tuttavia, secondo le accuse, la “Devolver Santos” non sarebbe stata un’organizzazione di questo tipo e i soldi raccolti sarebbero stati utilizzati per la maggior parte a beneficio personale di Santos.
La parte più bizzarra di questa storia riguarda, probabilmente, i fini ai quali il Repubblicano avrebbe destinato il denaro. Secondo un rapporto del Committee on Ethics Regarding Representative George Santos, il collegio incaricato di esaminare le azioni dell’ex Deputato, la somma sarebbe stata utilizzata per finanziare delle spese piuttosto curiose: trattamenti estetici al Botox, acquisti su OnlyFans - la piattaforma nota per i suoi contenuti sessuali a pagamento -, abbigliamento e accessori firmati.
Lo scandalo legato a Santos rappresenta sicuramente un notevole scacco per i Repubblicani, specialmente per il gruppo politico di Long Island. L’ex Deputato, infatti, era stato eletto per rappresentare il Terzo Distretto Congressionale di New York, che comprende gran parte della North Shore di Long Island. Dall’inizio del Ventesimo secolo, questa regione ha avuto una forte predilezione per il Partito Repubblicano, che da allora è stato protagonista della politica locale, e non solo. Secondo il consulente politico Trip Yang, in un articolo sulla rivista newyorkese “City & State” del 6 dicembre scorso, la vicenda Santos avrà un forte impatto sui Repubblicani di Long Island, che «saranno considerati responsabili dagli elettori per aver consentito a tale imbarazzo nazionale di accadere». Un altro consulente, Anthony Lemma, concorda con Yang. A suo dire, i Repubblicani di Long Island avrebbero votato per Santos con l’obiettivo della maggioranza alla Camera, piuttosto che interessarsi all’effettiva identità del candidato. Un errore, questo, che secondo Lemma «lascia un danno permanente non solo sulla politica di Long Island, ma sull’intero sistema politico nazionale».
Resta ancora da vedere, però, se il nome di George Santos risuonerà anche nel vento elettorale delle prossime Presidenziali, portando scompiglio e indignazione tra l’elettorato Repubblicano di Long Island.