Da dove viene la ricchezza di Elon Musk?
È l'imprenditore più famoso e ricco del pianeta, il technoking in grado di muovere gli indici di borsa in punta di tweet. Per capire l'uomo, seguiamo il suo patrimonio.
Con l'acquisizione di Twitter Elon Musk ha aggiunto un'altra azienda alla sua nutrita collezione. Già CEO di Tesla, SpaceX, The Boring Company e co-fondatore di OpenAI e Neuralink, Musk ha speso ben quarantaquattro miliardi di dollari per mettere le mani sul social network dei cinguettii. Un'operazione degna dell'uomo più ricco del mondo: il patrimonio di Elon Musk ammonta a circa duecento miliardi di dollari, il più grande del pianeta.
L'idea romantica che Musk sia un self made man in senso stretto, però, è controversa.
Le origini di Elon Musk
Sudafricano di Pretoria, Elon è figlio di Maye Haldeman, modella canadese piuttosto celebre, ed Errol Musk, un ingegnere sudafricano con l'hobby della politica e dei viaggi avventurosi.
Elon cresce in un ambiente impregnato di tecnologia, grazie al padre. La famiglia gli garantisce la miglior istruzione privata e la disponibilità di almeno un computer. Quest'ultimo aspetto è molto importante per comprendere la situazione di partenza del giovane Elon: possedere un computer negli anni Settanta era una cosa già di per sé rara al di fuori degli ambienti lavorativi, sia per il costo, sia per la difficoltà di utilizzo dei primi modelli. Di certo non era alla portata di tutti averne uno, figuriamoci darlo in mano a un bambino. Sta di fatto che il piccolo Elon – che ha un disturbo dello spettro autistico, la sindrome di Asperger – ne è ossessionato.
A soli dieci anni impara da autodidatta a programmare e a dodici scrive il suo primo software, un videogame chiamato Blastar. A diciassette anni si trasferisce in Canada sfruttando la cittadinanza della madre, un po’ per studiare e un po’ per evitare il servizio militare.
Frequenta la University of Pennsylvania e a soli vent'anni si laurea in economia e in fisica, per trasferirsi subito in California a studiare a Stanford. Lascia l'università californiana senza completarla, due anni dopo.
L'arrivo di Musk nel Golden State coincide con il boom di Internet. Dopo aver lasciato Stanford, con il fratello Kimbal fonda Zip2. Il capitale da cui nasce la società proviene da alcuni angel investor e dal loro socio, Greg Kouri. In seguito anche Errol Musk finanzia l'azienda dei due figli con duecentomila dollari.
Quattro anni dopo Zip2 viene venduta a Compaq per oltre trecento milioni di dollari: è il capitale con cui Elon comincia la sua vera scalata al successo.
La scalata di un imprenditore nato
Con quei soldi, nel 1999 Musk fonda X.com, azienda che insieme ad altre converge in PayPal. Elon ha solo trent'anni quando PayPal viene venduta a Ebay per un miliardo e mezzo di dollari.
Nel 2002 fonda SpaceX e nel giro di pochi anni si garantisce contratti da capogiro con la Nasa.
Nel 2004 entra in Tesla in qualità di principale finanziatore.
Nel 2012 SpaceX è la prima azienda privata a trasportare merci sulla Iss con una propria navicella. Il valore delle azioni raddoppia.
Nel 2020 Tesla stacca il primo dividendo dalla sua fondazione. Il prezzo delle azioni esplode, aumentando del 720%.
Nel 2021 le azioni Tesla aumentano di un altro 20%: Tesla vale ora più di Toyota, Volkswagen, General Motors, Hyundai e Ford messe insieme.
Elon Musk è l'uomo più ricco del pianeta.
Una carriera tra luci e ombre
Nonostante Elon sostenga di non aver mai contato sui soldi del padre per farcela – negando il suo coinvolgimento in Zip2, e affermando poi di essersi pagato gli studi con un prestito di centomila dollari – nella storia del Tycoon che si è fatto da solo ci sono alcuni buchi di trama, a partire dall'origine della ricchezza della famiglia, sempre minimizzata da Elon.
La leggenda vuole che il padre possedesse una miniera di smeraldi, da cui l'ampia disponibilità di risorse economiche. Quantomeno, è quello che ha sostenuto in varie occasioni Errol: grazie a quella miniera la famiglia era «talmente benestante da non riuscire a chiudere la cassaforte». Elon, tuttavia, ha spesso negato. In realtà, è probabile che Errol sia stato effettivamente socio al cinquanta per cento di un'impresa che possedeva una miniera di smeraldi, ma non è chiaro quanto performante sia stato l'investimento.
Quel che è certo è che la famiglia di Musk era ricca, parecchio ricca considerando gli standard sudafricani. Elon è cresciuto in una delle più grandi case di tutta Pretoria circondato dal meglio del meglio, e se da una parte è vero che è partito da una posizione privilegiata, è anche vero che la ricchezza di famiglia è infinitesimale se paragonata a quella che ha costruito con le sue mani.
Eppure, molti suoi detrattori si chiedono se, senza i suoi privilegi, Musk sarebbe stato in grado di diventare ciò che è.
Zip2 e le bugie
Non c'è solo la questione del patrimonio di famiglia. Ai tempi in cui vendette Zip2, il fisico Barry O'Reilly gli fece causa sostenendo che Musk gli avrebbe rubato l'idea. Perse, ma mentre scavava per il suo caso emerse un fatto interessante: le due lauree prese da Musk alla University of Pennsylvania vennero assegnate ben due anni più tardi di quanto Musk andava dicendo in giro.
Il motivo è banale. Gli mancavano due crediti per laurearsi, che pianificava di realizzare a Stanford, salvo lasciare l'università californiana prima di averli presi. In seguito la University of Pennsylvania cambiò i requisiti per laurearsi e Musk riuscì a ottenere comunque le due lauree, in ritardo di un paio d'anni.
A esser grave non è il fatto in sé, due anni in più o in meno per un paio di crediti non cambiano certo il suo percorso. Il problema è che Musk ha mentito, mostrando la tendenza a essere poco trasparente nella sua comunicazione.
Spesso pubblicizza scadenze che non è in grado di rispettare (i suoi collaboratori stimano che se Musk afferma che un lavoro richiede un giorno, in realtà si tratta di una settimana di lavoro reale), prende impegni che poi non mantiene, come nel 2012 in cui promise che avrebbe donato buona parte della sua ricchezza in beneficenza, a oggi non l'ha ancora fatto; inoltre, quando parla di finanza approfitta della sua sovraesposizione mediatica per operazioni che non sono certo il massimo della trasparenza.
I sospetti di manipolazione del mercato
Fin da molto prima della sua incoronazione a uomo più ricco del mondo, Musk è sempre stato considerato – a torto o a ragione – non solo un genio in ambito ingegneristico, ma anche il technoking della finanza: appena Elon apre bocca i mercati cambiano le vele di conseguenza e quando Elon apre il portafoglio è una tempesta. Musk lo sa bene e fa un uso spregiudicato della comunicazione abbinata a operazioni di borsa. Ne è un esempio il recente acquisto di Twitter, preannunciato sul social network modificando il valore di mercato delle azioni.
Per non parlare dello stop alle criptovalute per gli acquisti di auto Tesla, che ha fatto crollare il prezzo dei Bitcoin di novemila dollari e bruciato cento miliardi di valore, dopo che per anni Musk aveva pompato il mercato delle criptovalute con i suoi tweet.
Ancora, nel 2020, quando affermò che le azioni di Tesla erano troppo alte e causò un crollo del loro prezzo. Qualcuno quelle azioni le ha poi comprate al minimo, e poi sono schizzate alle stelle. Per alcuni non è un caso.
Il punto più oscuro
Al di là dei sospetti di sfruttamento dei lavoratori (compresi i bambini nelle miniere di cobalto in Congo), dei licenziamenti facili e delle accuse di contabilità “creativa”, il tallone d'Achille di Musk per quanto riguarda il suo patrimonio ha proprio a che fare con la finanza, in particolare con le azioni di Tesla.
Tra il 2020 e il 2021, Musk ha realizzato uno degli aumenti di ricchezza più ampi e rapidi della storia, forse il più veloce in assoluto, scavalcando Bezos, Zuckerberg, Gates, Buffet Arnault e molti altri. Un fattore in gioco è la politica: seppur sia considerato da molti un conservatore vicino a Donald Trump, ha beneficiato enormemente degli sgravi fiscali fatti dai Democratici sulle auto elettriche e, come altri super ricchi (Bezos in primis), ha aumentato la propria ricchezza durante la pandemia.
L'ombra più grande è sul reale valore di Tesla. Quantificare il patrimonio dei più ricchi del pianeta infatti è un'operazione niente affatto semplice, ed è soggetta a valutazioni per loro natura imprecise. Il prezzo attuale delle azioni Tesla – che fanno la voce grossa nel patrimonio di Musk – potrebbero essere sovraprezzate di parecchio: per vari analisti non ci sono motivi concreti per cui Tesla valga quanto l'intera industria automobilistica messa insieme. Si tratterebbe di un prezzo gonfiato dalla speculazione, più che una rappresentazione reale del valore dell'azienda.
Se questo fosse vero buona parte della ricchezza di Musk si rivelerebbe una bolla speculativa.
Chi è davvero Elon Musk?
Musk di certo ha alcune ombre, ma anche una innegabile capacità di pensare a lungo termine, di assumersi dei rischi molto grandi e di fare errori – anche madornali – senza mai gettare la spugna, dimostrando sempre un acume fuori dalla norma in ambito ingegneristico.
Sebbene sia partito in posizione di certo privilegiata, gran parte di questa ricchezza viene da un’ossessione quasi patologica per il lavoro, da una buona dose di inventiva, da una passione sfrenata – in particolare il lavoro su SpaceX, tanto che si mise quasi a piangere durante un'intervista quando la politica dei voli spaziali commerciali fu attaccata dal suo idolo d'infanzia Neil Armstrong – e soprattutto da una spiccata spregiudicatezza negli affari, che alcuni arrivano a definire mancanza di scrupoli.
Dopotutto, serve una discreta dose d’ingenuità per credere che si diventi l'uomo più ricco del mondo senza scendere a compromessi con la propria moralità, piuttosto che inseguire un'idea d'imprenditorialità senza macchia che esiste solo nella mente dei suoi fanboy.
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