Quanto si guadagna a fare i creator?
Vista da fuori la vita del creator sembra perfetta: un modo facile e veloce per far soldi con le proprie passioni. È davvero così? Scopriamo com'è la vita finanziaria di un creatore di contenuti
È la professione più ambita dai giovani, il mito di un facile successo alla portata di tutti, che permette di trasformare una passione di qualsiasi tipo in soldi facili.
Che sia davvero così è però tutto da vedere. I guadagni, infatti, sono condizionati dalla capacità del creator di avere seguito. Cosa semplice quando la professione era agli albori, ma oggi l'offerta di contenuti è di gran lunga superiore alla domanda. Ne consegue che riuscire a trovare una propria nicchia di fedelissimi (e paganti) è un'impresa sempre più difficile, con sempre maggiori barriere all'entrata.
I costi
Un tempo, infatti, bastava un telefonino, un piglio disinvolto e dalla propria cameretta si poteva partire a costo zero. Oggigiorno, tuttavia, la presenza di una quantità enorme di creator dotati di strumenti di elevata qualità rende – tranne in rari casi – il semplice video casalingo ben poco appetibile. La concorrenza di chi è già “dentro” rende infatti necessaria qualche spesa, come ad esempio un buon cameraphone o meglio ancora una fotocamera dedicata (mirrorless di qualità o action cam, in base al tipo di video), un buon microfono (meglio se con un boom arm), delle luci semi professionali, dei treppiedi.
Allo stesso modo servono varie competenze trasversali, che un tempo – quando c'era meno concorrenza – erano molto meno rilevanti di oggi: bastava attivare la fotocamera frontale e cominciare a parlare. Tuttavia oggi il pubblico chiede di più e sono quindi necessarie ottime competenze tecniche: montaggio video di eccellente fattura, gestione della fotografia, pulizia dell'audio, grafica, musica. Per non parlare della capacità recitativa o di quella artistica, pensiamo ai reel dei ballerini.
Competenze che vanno sviluppate a fondo per distinguersi dalla massa. Significa molto tempo e molte risorse da dedicarvi (e quindi denaro), tanto che anche creator di media fama molto spesso possono contare su una squadra. Squadra che, volontariato a parte, va remunerata.
E il fisco?
I creator sono tassati come liberi professionisti. Devono quindi pagare le tasse sul reddito guadagnato dalle loro attività, inclusi i proventi delle sponsorizzazioni, delle pubblicità, delle pubblicazioni e delle collaborazioni. A determinate condizioni possono dedurre le spese sostenute come l'acquisto di attrezzature, il software e la promozione, ma non sempre conviene.
La tassazione sui guadagni dei creator può infatti essere complessa e variare a seconda dello Stato, ma anche delle specifiche attività. Ad esempio, se il creator ha una società, questo potrebbe essere soggetto a tasse aggiuntive.
È quindi il caso di dotarsi di un bravo commercialista (che va pagato) per evitare spiacevoli inconvenienti con il fisco; ne sa qualcosa CiccioGamer89.
Come possiamo constatare è finita la pacchia della fama facile: oggi diventare un creator professionista comporta una serie di costi non trascurabili.
Tempo = denaro
Senza contare la quantità enorme di tempo che questa attività assorbe di per sé! Fino alla totale assimilazione della vita del creator, che spesso si trova a raccontare in maniera ossessiva ogni istante di vita, privata e non.
Tutto materiale che va pensato, filmato - spesso varie volte, prima di essere soddisfatti - montato, pulito. Va creata la grafica, i copy e infine caricato online.
Viene da chiedersi se il gioco valga la candela: a fronte di tutti questi impegni, quanto pagano le piattaforme ai creator?
Disclaimer: in merito alla monetizzazione, le regole delle piattaforme possono essere astruse e soggette a trattamenti ad personam. Quanto segue non ha alcuna pretesa di esaustività.
Facebook
È il social network più amato dai boomer. I creator possono guadagnare tramite annunci pubblicitari nei loro contenuti, o possono farsi pagare una quota mensile per accedere a contenuti esclusivi e ricevere altri vantaggi. I fan possono anche donare denaro e i creator possono collaborare con aziende terze per promuovere i loro prodotti.
Secondo Facebook, i creator possono guadagnare fino al 55% dei ricavi pubblicitari generati dai loro contenuti. Inoltre, Facebook non prende alcuna commissione dalle donazioni dei fan. Tuttavia, i guadagni dei creator su Facebook possono variare molto in base al numero di follower e all'interesse del pubblico per il loro contenuto.
YouTube
È la piattaforma più famosa per la creazione di contenuti video, con una crescita continua di utenti. I creator possono guadagnare attraverso la pubblicità, le sponsorizzazioni e la vendita di merchandising. Il guadagno dalla pubblicità dipende dalle visualizzazioni e dal tipo di annuncio. Secondo uno studio di Business Insider, i creator possono guadagnare tra uno e tre centesimi di dollaro per visualizzazione. Possono anche monetizzare i contenuti tramite il Programma Partner, che permette loro di guadagnare anche il 55% delle entrate pubblicitarie generate dai loro video.
Al primo posto della classifica di Forbes degli youtuber più pagati troviamo Mr. Beast, che l'anno scorso ha incassato ben cinquantaquattro milioni di dollari. Degna di nota anche Nastya, una bimba di sette anni che si piazza al sesto posto con ventotto milioni di dollari e Ryan Kaji, un undicenne divenuto famoso a nove anni recensendo giocattoli, che si piazza al settimo posto con ventisette milioni di dollari guadagnati. Non è un caso che dei bambini siano tra gli youtuber più pagati: l'intrattenimento per i minori è infatti una delle nicchie più redditizie.
Twitch
È una piattaforma di streaming in diretta, celebre soprattutto per i canali sui videogiochi. I creator possono guadagnare con le donazioni, gli abbonamenti, le sponsorizzazioni e la vendita di merchandising. Sempre secondo Forbes, i creator possono guadagnare dai tre ai cinque dollari per ogni abbonamento, e il guadagno dalle donazioni dipende dal numero di follower e dal loro livello di coinvolgimento. I creator di Twitch che guadagnano di più sono i gamer, con entrate che possono superare i dieci milioni di dollari l'anno.
Nell'ultimo periodo la piattaforma sta subendo una fuga di creator causata dalla scelta di Twitch di tagliare i loro guadagni, come riporta The Verge.
Instagram
È un social network di Meta (ovvero Facebook) ed è incentrato sulla condivisione di foto e video, molto amato dai millennial. La piattaforma permette ai creator di guadagnare tramite le sponsorizzazioni: possono infatti collaborare con i brand e promuovere i loro prodotti sui propri profili. Secondo uno studio di Hopper Hq, le celebrities di Instagram con più follower possono guadagnare oltre un milione e mezzo di dollari per post sponsorizzato. A beneficiarne sono soprattutto vip già famosi nella vita reale come calciatori, attori e cantanti.
TikTok
TikTok è una piattaforma di condivisione di video brevi, diffuso in particolare tra giovani e giovanissimi. I creator guadagnano tramite le sponsorizzazioni e la vendita di merchandising. Secondo Business Insider, i creator di TikTok ricevono da uno a due centisimi di dollaro ogni mille visualizzazioni. Molto meno delle piattaforme concorrenti quindi, ma va specificato che il Creator Fund di TikTok non lavora solo sulle views, che sono comunque più numerose delle altre piattaforme a causa della durata molto breve dei suoi contenuti.
Tra i creator di TikTok che guadagnano di più ci sono i ballerini, che portano a casa anche più di due milioni di dollari l'anno. Tra i più famosi c'è però un italiano, non certo celebre per la danza: Khaby Lame.
Khaby Lame. Foto: Wikimedia Commons.
Le piattaforme a pagamento
Oltre alle piattaforme con contenuti liberi esistono anche quelle con un sistema di accesso a pagamento. Tra le più note vale la pena citare OnlyFans e Patreon.
OnlyFans consente ai creator di condividere contenuti esclusivi con i propri clienti paganti. È usata in larghissima parte per contenuti di natura sessuale o erotica. I guadagni – realizzati attraverso abbonamenti, la vendita di contenuti digitali e di servizi individuali – possono essere molto elevati, data la natura dei contenuti.
Patreon invece è una piattaforma di crowdfunding utilizzata da creator e artisti di ogni tipo. A differenza di OnlyFans, nel quale il modello di monetizzazione è soprattutto basato su uno scambio di servizi, su Patreon il valore di fondo è quello del mecenatismo, per cui i follower sostengono con i propri soldi i progetti che ritengono meritevoli. In cambio, possono avere un accesso anticipato ai contenuti, o la possibilità di partecipare a sessioni di chat private.
In conclusione
La monetizzazione dei contenuti varia a seconda della piattaforma ma in linea generale la remunerazione dei creator è sempre meno legata al numero di views e sempre più ai servizi accessori.
I guadagni che si possono spuntare dall'attività di creazione di contenuti possono essere potenzialmente molto elevati. Tuttavia stiamo parlando di un mercato dove l'offerta supera di gran lunga la domanda: per pochi che arrivano a guadagni milionari – e spesso si tratta di persone già celebri nella vita reale – migliaia e migliaia di piccoli creator lavorano in forma gratuita o quasi, in base al raggiungimento o meno dei requisiti per la monetizzazione, magari dopo aver speso varie centinaia di euro di materiale e innumerevoli ore di formazione.
È una sorta di estremizzazione del concetto di american dream. Le storie di successo di persone diventate famose sulle piattaforme sono molto note. Alcune di queste affermano di essere partite per caso, per un contenuto fortunato che ha fatto scattare un'idea. Poi, comunque, serve molto impegno e una discreta dose di fortuna per essere la faccia giusta con il contenuto giusto al momento giusto.
A fronte di questi successi, tuttavia, le migliaia di creator che non ce l'hanno fatta vengono dimenticate. Milioni di video, post e reel dispersi nelle piattaforme, i cui proventi pubblicitari non sono mai stati condivisi con gli autori.
Poche gocce, magari, ma che tutte insieme fanno un mare di soldi per i gestori delle piattaforme.
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