Quando la logica va a farsi friggere: dalla vera metafora di Matrix al complottismo
Dalla red pill ai no-vax, dal marxismo a QAnon, Matrix è forse il film al quale più di tutti si ispirano le teorie più strampalate, quasi sempre sbagliando.
Matrix è forse il film più rappresentativo degli anni a cavallo tra questo millennio e quello precedente. Quando uscì nei cinema, nel 1999, era in buona compagnia: Existenz e Il tredicesimo piano a loro volta esploravano il mondo della realtà virtuale, dell'intelligenza artificiale e della vita all'interno di un mondo simulato, per molti aspetti già anticipati da capolavori come Strange Days, Terminator e, ancora prima, Tron e Il tagliaerbe. Eppure solo in quel magico anno qualcuno pensò di fondere tutto insieme, con in più un’attenzione maniacale alle coreografie dei combattimenti, farina del sacco di una leggenda come Yuen Woo-ping, e una Cgi ai tempi spettacolare.
Così, mentre ci trovavamo a un passo dallo scavallare il Novecento pieni di aspettativa per il futuro e magari con qualche timore per l'imminente millennium bug, folle di persone uscivano dalle sale scombussolate, convinte di aver appena assistito a qualcosa di incredibile. Un film che poneva molte più domande che risposte, domande sulla falsariga di quelle che un po' tutti prima o poi ci siamo fatti [quantomeno, me lo auguro, N.d.A]: la realtà esiste davvero, o è solo una mia allucinazione sensoriale? E se fossi in coma, e tutto questo fosse un sogno?
Domande paranoiche e angoscianti, se ci si sofferma per troppo tempo. Per fortuna, la maggior parte delle persone se ne libera con una scrollata di spalle. Gli altri, invece, di solito hanno due sbocchi: la filosofia e il complottismo. Se da una parte abbiamo chi si è scervellato per individuare dei criteri per definire in maniera inoppugnabile se ci troviamo all'interno di una simulazione (spoiler, non ci sono riusciti), dall'altra c'è chi è andato ben oltre il buonsenso, inventando teorie assurde e convincendosi di essere gli unici ad aver aperto gli occhi come Neo.
Matrix vs Marx
Una delle teorie più discusse nell’ultimo periodo su Reddit su quale sia il vero significato di Matrix, è afferente all’estrema sinistra: Matrix non sarebbe altro che un’allegoria del capitalismo, che schiaccia e controlla le persone rendendole talmente alienate da essere incapaci di percepire lo stato di schiavitù autoindotta nel quale si trovano. Impegnati a inseguire ideali inarrivabili come successo e ricchezza, le persone diventerebbero complici attivi di questo sistema, in maniera paragonabile a quando Morpheus avverte Neo che chi è dentro Matrix è talmente assuefatto che sarebbe disposto a morire per difenderlo.
Che le sorelle Wachowski abbiano simpatie da quelle parti è probabile, considerando le loro opere, il che rende questa chiave di lettura vagamente plausibile. Tuttavia, l’intenzione delle autrici è stata da tempo svelata.
La vera metafora di Matrix
Matrix è una metafora scelta con cura dalle sorelle Wachowski per raccontare il sentiero che si percorre per scoprire sé stessi, accettarsi e sbocciare come il nuovo sé. Nella fattispecie, il riferimento delle Wachowski è quello alla transizione di genere, intrapresa da entrambe le sorelle dopo Matrix. Questo collegamento è stato poi confermato in maniera esplicita dalle registe, che volevano sensibilizzare il pubblico sul senso di oppressione di una società che cerca di normalizzare tutti, rendendoci i primi sabotatori di noi stessi fino a impedirci di essere – e diventare – ciò che davvero siamo, esattamente come Neo accetta il suo essere l’eletto. Su questo non ci sono dubbi, tanto che Lilly Wachowski stessa ha definito Matrix una «trans metaphor», un modo per raccontare la metamorfosi transgender.
La scoperta e l’accettazione di sé contro una società che non ti riconosce è un tema diventato ricorrente nei loro lavori. Pensiamo a Sense8 – uno dei pochi casi nel quale le proteste del pubblico sono state capaci di convertire la cancellazione di una serie in un lungometraggio conclusivo – e per certi aspetti anche V per vendetta e Cloud Atlas.
Poi c'è chi ci vuole vedere tutt'altro. Col risultato che i complottisti, com'era prevedibile, hanno preso fischi per fiaschi.
Il ribaltamento della logica di Matrix: la red pill
Il concetto di pillola blu, ovvero la scelta consapevole della rassicurante ignoranza che sta dietro il sistema, contrapposta alla pillola rossa, ovvero la scoperta dell'orrore che è la realtà, sta alla base di moltissime teorie del complotto: nel mondo c'è qualcosa che non va e questo non può essere, quindi è il mondo a essere sbagliato.
L'aspetto comico è che il concetto originale delle Wachowski viene ribaltato dai complottisti: la pillola rossa non è più ciò che permette di scoprire sé stessi come avviene in Matrix, bensì il via libera per costruirci ognuno la versione di "realtà" che più ci aggrada, senza alcun limite alla fantasia. Non qualcosa di tangibile e dimostrabile come uno spinotto sulla nuca, bensì un sistema di convinzioni circolare, chiuso su sé stesso, che si auto-valida ed esclude aprioristicamente qualsiasi evidenza contraria: un'accozzaglia di bias e fallacie logiche, quindi falsa per definizione, se vogliamo rimanere nei confini della razionalità.
La più celebre teoria del complotto erede di Matrix, tanto da prendere apertamente il nome dalla scena della pillola, è la red pill, la teoria misogina che vede nel femminismo non un mezzo di emancipazione delle donne dalla millenaria oppressione maschile, bensì lo strumento con il quale le donne acquisiscono sempre più potere a spese degli uomini, che sarebbero i veri oppressi. Un ribaltamento totale dei ruoli: agli occhi degli aderenti, infatti, il mondo è iniquo non per la loro inettitudine, bensì perché segretamente in mano alle donne, che con la bugia del femminismo si approfittano ancora di più degli uomini, in primis sfruttando la leva sessuale.
Tana libera tutti: dall'antivaccinismo al 5G fino il delirio QAnon
Il meccanismo è sempre lo stesso, il mondo che vediamo è un'illusione creata ad arte. In questo calderone ci finisce di tutto, con un minimo comune denominatore: tutto accade nell’ombra per opera di eminenze occulte e perverse, che hanno lo scopo di dominare il mondo.
Fissato questo punto tutto è lecito, tutto si contamina. Così nei vaccini mettono il grafene che si attiva col 5G, per fare in modo che il deep state composto da “ebrei pedofili” possa controllare le persone. Il capolavoro arriva ora: l’unico che si batte contro tutto questo sarebbe Donald Trump.
Un corto circuito, quello di QAnon, tra complottismo e propaganda politica, che Trump non si fa problemi a tollerare e talvolta a sfruttare, arrivando a definirne i seguaci «persone che amano il nostro Paese». Come affermato dallo studioso di teorie cospirazioniste Michael Barkun, QAnon rappresenta una superconspiracy, un sistema in grado di assorbire pressoché qualsiasi teoria complottista per trovarle un posto “coerente” al proprio interno.
QAnon è affascinante per chi vi partecipa grazie a un sistema per certi versi ludopatico, che attraverso la decifrazione di messaggi segreti e la risoluzione di enigmi sfrutta il meccanismo di ricompensa del gioco per coinvolgere sempre di più chi vi si imbatte, fino a rendere la teoria più reale della realtà.
Proprio come quel messaggio sul monitor di Neo…