NPR, ripartire dalle notizie locali per uscire dalla crisi dei media
Che cosa ci insegna la scelta della Radio Pubblica statunitense
Nonostante l’evoluzione dell’informazione, la radio non ci ha mai abbandonati. Continua a farci compagnia. Ha un potere pervasivo estremamente potente. Rimane lì in sottofondo e ci racconta quello che accade intorno a noi. Negli Stati Uniti, uno dei gruppi più importanti è la National Public Radio (NPR). Balzata agli onori della cronaca nelle ultime settimane per aver deciso di lasciare Twitter, dopo che il social di Elon Musk l’ha etichettata “State-affiliated media”, NPR è un’organizzazione indipendente non governativa fondata negli anni ’70.
Celebre per i programmi Morning Edition e All Things Considered, è stata una delle ultime vittime della crisi dell’informazione. Ogni mese raggiunge 46 milioni di ascoltatori attraverso più di mille stazioni radiofoniche sparpagliate per gli Stati Uniti. A fine marzo però l’amministratore delegato John Lansing ha annunciato che l’organizzazione avrebbe licenziato il 10% del personale dopo aver previsto un deficit di bilancio di 30 milioni di dollari. "Quando diciamo che stiamo eliminando posizioni occupate, stiamo parlando dei nostri colleghi - persone che con le loro capacità, il loro spirito e il loro talento contribuiscono a rendere NPR ciò che è oggi", ha scritto Lansing nella nota ottenuta dalla CNN. "Questa sarà una grave perdita".
Alla fine del novembre 2022, Lansing aveva già annunciato una riduzione delle spese annue di 10 milioni di dollari a causa di un calo negli sponsor. Parliamo del 3% del bilancio annuale dell'organizzazione. CNN ha riportato che tagliare il 10% del personale significa licenziare almeno 100 persone, un numero apparentemente piccolo, ma non così tanto se parliamo di redazioni già molto ridotte. Nella nota, Lansing ha dichiarato che la rete è alle prese con un forte calo delle entrate provenienti dagli sponsor aziendali a causa dell'incertezza economica. NPR aveva già tagliato le spese per 14 milioni di dollari, aveva bloccato tutte le nuove assunzioni e gli stage retribuiti e aveva fortemente limitato i viaggi considerati non essenziali.
NPR però non è l’unica organizzazione che ha dovuto affrontare tagli drastici. Negli ultimi mesi gli investimenti degli inserzionisti sono diminuiti in tutto il settore dell’informazione e questo ha comportato un’impennata nei licenziamenti. Da CNN a NBC News, fino alla chiusura di BuzzFeed News e di Vice News Tonight. Le aziende, che sono riuscite a non licenziare personale, sono state costrette a adottare misure drastiche per ridurre le spese.
La crisi dei media, soprattutto di organizzazioni con una forte diffusione locale, deve farci aprire gli occhi non solo sul precario futuro dell’informazione, ma anche su quello della democrazia. Le comunità che hanno perso il loro giornale di riferimento hanno visto diminuire i tassi di voto, il senso di solidarietà, la consapevolezza di ciò che accade a livello locale e la capacità di risposta del governo. Nel tentativo di salvare le notizie locali, le radio pubbliche sono state trascurate.
Tra le ragioni di questa dimenticanza c'è il fatto che la radio opera in uno spazio affollato. A differenza di un quotidiano locale, che ha il mercato della carta stampata tutto per sé, le emittenti radiofoniche locali devono affrontare la concorrenza di altre emittenti. La percezione diffusa che la radio pubblica si rivolga agli interessi delle persone con un reddito e un'istruzione più elevati l’ha resa inaccessibile per una fetta di pubblico. Si tratta tuttavia di una percezione errata. Le stazioni locali hanno un ruolo fondamentale nel permettere alle comunità di accedere alle informazioni sul mondo che le circonda. Se esiste uno strumento per combattere il vuoto nell’informazione locale, quello è proprio la radio.
La fiducia nelle emittenti pubbliche è superiore a quella riposta negli altri organi di informazione statunitensi. Inoltre, i costi di produzione della radio pubblica sono relativamente bassi, non quanto quelli di una startup digitale, ma molto meno di quelli di un giornale o di una stazione televisiva. Le stazioni associate a NPR sono presenti in tutti gli Stati e raggiungono il 98% delle case americane, comprese quelle che si trovano nei “news deserts”, i deserti dell'informazione, dove al massimo c’è un quotidiano. La radio pubblica locale non è più solo radio. Si è estesa alla produzione digitale e ha il potenziale per espandersi ulteriormente.
Secondo un’indagine condotta su 253 stazioni associate a NPR da Thomas Patterson, professore di governo e stampa presso la Harvard Kennedy School, il risultato principale di questo studio è che le stazioni radiofoniche locali non riescono a realizzare il loro potenziale a causa di una mancanza di personale. Il punto non è la mancanza di interesse, oltre il 90% delle emittenti intervistate ha dichiarato di voler svolgere un ruolo più importante nel soddisfare le esigenze di informazione della propria comunità. Rimane però un problema strutturale: per assumere un ruolo più ampio, la maggior parte delle emittenti dovrebbe ampliare il proprio personale giornalistico, che è sottodimensionato. Il 60% delle emittenti locali in alcuni casi ha anche meno di 10 persone nel proprio staff giornalistico. Gli intervistati hanno incluso in questo conteggio i giornalisti radiotelevisivi e digitali, i redattori, i conduttori, i produttori e tutte le altre figure che contribuiscono ai contenuti dei notiziari locali, oltre a coloro che forniscono direttamente un supporto tecnico o di altro tipo a questi membri dello staff.
Con più personale, le emittenti potrebbero contribuire a colmare il vuoto informativo creato dal declino dei giornali locali. Potrebbero permettersi di assegnare un giornalista a tempo pieno per coprire gli organi di governo locale, come i consigli comunali e i consigli scolastici. Con personale adeguato, le emittenti locali potrebbero anche rendere la loro programmazione veramente "locale", ampliando così il loro pubblico. Per realizzare questa utopia, secondo i giornalisti intervistati da Patterson servirebbero investimenti per 150 milioni di dollari all’anno, cifre impensabili considerata la situazione in cui versano i media. Eppure sono investimenti da considerare perché, come ha osservato Eric Newton della Knight Foundation, le notizie locali forniscono alle persone le informazioni di cui "hanno bisogno per gestire le loro comunità e le loro vite". Forse il segreto per uscire dalla crisi dei media è ripartire dalle notizie locali.