Norman Rockwell, illustratore romantico
Un artista estremamente prolifico che ha celebrato il sogno americano senza sottomettersi alle tecniche avanguardistiche e dedicandosi a soggetti concreti, in grado di affascinare il grande pubblico

Norman Rockwell nasce nel 1894 a New York. Fin da giovanissimo dimostra una forte attrazione per la pittura, tanto da iscriversi alla Chase Art School di Manhattan all’età di quattordici anni e solo due anni dopo alla National Academy of Design. Terminerà i suoi studi alla Art Student League spinto dal fatto che l’illustratore Howard Pyle, uno dei suoi idoli, era uno dei fondatori della scuola. Fu in questo periodo che gli vennero commissionate la creazione di cartoline d’auguri natalizi, come primissimo lavoro, e l’illustrazione del suo primo libro. Per Rockwell inizia un periodo proficuo, ricco di collaborazioni con riviste giovanili; inoltre, all’età di soli vent’anni, diventa direttore artistico di Boys’ Life, il magazine ufficiale dei boy scout d’America. Di lì a poco si specializza in illustrazioni di riviste per l’infanzia. Con l’inizio della Prima Guerra Mondiale, le sue capacità si rendono utili per un nuovo ruolo: quello di artista militare, per il quale cambierà drasticamente percorso. Gli anni di gavetta portano però Rockwell ad aprire un suo studio assieme al vignettista Clyde Forsyth: da qui nascerà la sua lunghissima collaborazione con la rivista The Saturday Evening Post.
Gli anni Trenta e Quaranta sono quelli della sua fioritura artistica, aiutata anche dal trasferimento nel 1939 a Arlington (Vermont). È infatti in questo ambiente domestico e tranquillo, diametralmente opposto alla frenetica New York dov’era nato e cresciuto, che le opere di Rockwell iniziano a riflettere la vita della piccola provincia americana. In un periodo incerto in cui il mondo stava avanzando verso la Seconda Guerra Mondiale, Rockwell cerca di mantenere alto lo spirito della nazione ideando una serie di copertine che vedono la recluta Willie Gillis come protagonista. Gillis, personaggio immaginario che impersonifica un uomo qualunque con il grado di soldato semplice, diventa così un’icona americana la cui storia viene raccontata sulle prime pagine del Post dal 1941 al 1946. La descrizione è semplice ma di grande impatto: Willie Gillis è il tipico “giovanotto” americano generoso e ricco di virtù del quale Rockwell raffigura la vita, dal primo giorno in uniforme dopo il reclutamento al felice ritorno a casa dopo la fine della guerra.
Nello stesso periodo l’artista dipinge anche la serie The Four Freedoms, ispirata al discorso sulle quattro libertà fondamentali tenuto dal Presidente Roosevelt al Congresso. Qui Rockwell è stato in grado di immortalare l’atmosfera del suo tempo in maniera impeccabile, trasmettendo i valori fondamentali che gli americani cercavano di difendere in un periodo critico della storia mondiale. Il gruppo di immagini, pubblicato nel 1943, ebbe talmente successo che fu riprodotto su migliaia di manifesti e utilizzato successivamente per promuovere la raccolta dei fondi dopo la guerra in sedici città americane.
La particolarità delle illustrazioni di Norman Rockwell è la scelta dell’autore di lavorare sempre su modelli dal vero o su scatti fotografici da lui stesso realizzati: ecco perché la vita tranquilla nella provincia americana è stata particolarmente d’aiuto per lo sviluppo di diversi personaggi. Lo stesso Willie Gillis, ha dichiarato Rockwell, si basa proprio sull’aspetto di un suo conoscente.
Nel 1964 termina la sua collaborazione con il Post, durata ben quarantasette anni. Norman Rockwell inizia una nuova pagina della sua carriera affiancato dalla rivista Look, che gli permetterà di dedicarsi ai suoi interessi più profondi come le ingiustizie sociali, la lotta alla povertà, la guerra del Vietnam e la conquista dello spazio.
Per tutta la sua carriera da illustratore Rockwell si divide tra temi leggeri, con raffigurazioni che riproducono l’atmosfera rurale tipica delle piccole cittadine di campagna di cui cattura momenti di vita, e temi più impegnativi, importanti e profondi come il razzismo e l’integrazione scolastica. Quest’ultima tematica è affrontata in The Problem We All Live With del 1964, immagine divenuta icona del movimento per i diritti civili in America. L’illustrazione ritrae Ruby Bridges, prima studentessa afroamericana a frequentare una scuola per bianchi.
Norman Rockwell si è dimostrato fin da subito un abile narratore, capace di riprodurre magistralmente la realtà distinguendosi grazie al suo stile romantico e a tratti ironico ma allo stesso tempo profondo, immergendosi completamente nelle sue scene e immaginando di essere il protagonista. È proprio in questo modo che conferisce vita e personalità ai suoi personaggi, senza mai trascurare ogni minimo dettaglio. Rockwell muore a Stockbridge (Massachusetts) nel 1978. Il suo stile meticoloso e peculiare è ancora oggi molto apprezzato e ha influenzato intere generazioni di illustratori venuti dopo di lui.




