La distopia possibile: Nick Land e l'accelerazionismo
L'esasperazione dei processi capitalistici e tecnologici, un illuminismo oscuro che celerebbe dietro un'inquietante profezia di un futuro verosimile.
Stati Uniti d'America. 2050. La singolarità tecnologica è in atto: quel punto del progresso scientifico in cui l'innovazione è esponenziale e autogenerata dagli avanzamenti stessi della tecnica. Nelle grandi città i ritmi sono incessanti, la popolazione è in costante crescita ed il mondo viaggia ad una velocità impressionante. Non sembrerebbe proprio l'inizio di una distopia, tutt'altro.
Gli Stati Uniti non esistono più e ognuna di queste metropoli futuristiche vive per sé. La politica, in particolare la democrazia, è sostanzialmente scomparsa.Lungo le grandi strade, che una volta erano metafora concreta della connessione e dell'unità degli States, sorgono ora enormi complessi metropolitani, più verticali che mai, dove i cittadini hanno scelto di vivere tramite un patto - più materialmente un contratto - con l'amministrazione della città.
Tante Silicon Valley che si autogovernano, dove la democrazia è diventata un ostacolo alla gestione di una realtà sempre più complessa, non solo a livello sociale, ma tecnico-culturale, dove per gestire la singolarità in atto, è preferibile consegnare la gestione della cosa pubblica a chi ne ha gli strumenti, qualche giovane CEO di un'azienda high-tech verosimilmente.
Una nuova forma di non-governo -perché di tale parliamo nel momento in cui esiste una collettività- al cui vertice si trova una figura a metà fra l'amministratore delegato e il despota, fra un informatico e un re-lucumone. Non ci sono Ziqqurat, ma strutture avveniristiche, dove si lavora incessantemente.
La profezia di Nick Land
Nick Land sostiene che questa nuova forma-mondo, che egli chiama Dark Enlightenment (Illuminismo Oscuro) non sia una semplice distopia, ma una profezia prossima ad avverarsi.
Di origine britannica, Land vive oggi in Cina – dove ritiene il processo naturale che dovrebbe portare al suo nuovo feudalesimo tecnocratico sia molto avanzato- ma il suo pensiero di recente è tornato prepotentemente di moda in America.
Sarà forse perché anche gli States presentano numerose iperstizioni, ovvero quelli che secondo il filosofo sarebbero fenomeni in atto nel presente, ma influenzati dal futuro.
Posta in questo modo potrebbe essere complicata, ein effetti lo è: l'iperstizione (hype + superstizione) è nella filosofia landiana una sorta di sussulto, di gorgoglio del presente che cerca di realizzare ciò che sarà.
La stessa Silicon Valley potrebbe essere letta come tale: un paradigma futuro, un mega agglomerato urbano dove le corporation sostanzialmente regolano la vita dei dipendenti, che vivono a loro volta in funzione di esse, già in atto nel presente.
La strada dell’accelerazionismo: una filosofia complessa quanto reazionaria
D'altronde la strada che secondo Land condurrebbe a questa nuova realtà è quella dell'accelerazione, l'esasperazione dei processi capitalistici e tecnologici. Un percorso non molto differente in effetti da quello che un tale Karl Marx auspicava ai fini una società libera da qualsiasi vincolo di sfruttamento, posta alla naturale fine – per autodistruzione- del capitalismo.
L'accelerazionismo landiano eleva però il capitalismo a rango di iperoggetto (per approfondire il concetto Iperoggetti, Timothy Morton, Nero Editions, 2018), a forza immanente, che prescinde alla volontà e all'esistenza umana, invertendo così il paradigma marxiano.
Non sarà l'umano e quindi la politica, l'etica, la società a sbarazzarsi del capitalismo una volta giunto alla sua fase finale, ma sarà il capitale a sbarazzarsi dell'umano, nella visione landiana, quindi, della democrazia.
Il risultato è una filosofia molto complessa, tanto quanto reazionaria. Non è un caso che Land sia diventato uno dei punti di riferimento della galassia dell'alt-right americana.
La stessa formulazione del Dark Enlightenment ha visto il filosofo britannico essere affiancato dal blogger Moldbug, alias Curtis Yarvin, ingegnere informatico e startupper, legato a doppio filo a Steve Bannon e agli ambienti neo-libertarians della Silicon Valley.
Anche Peter Thiel, una delle personalità più complesse del mondo high-tech, è un estimatore del pensiero landiano. Il fondatore di Palantir e Paypal, che fra l'altro detiene importanti partecipazioni nell'azienda di Yarvin, ma anche in Facebook, è da sempre una pecora nera nel panorama liberal che, almeno apparentemente, sembra dominare la Valley.
Pubblicamente avverso alla pluralismo e alla democrazia, nonché fra i più grandi sostenitori della campagna presidenziale di Donald Trump, Thiel ha trovato nell'illuminismo oscuro il perfetto riscontro delle sue idee, tanto da lanciarsi in progetti come quello del Seasteading Insitute che ha l'obiettivo di fondare città-stato libertarie in acque internazionali, niente di molto lontano dalle città-corporations landiane.
Esso sarebbe naturale a detta di Thiel in un Paese che non sarebbe realmente una democrazia ma «uno stato dominato da tecnocrazie effettivamente in realtà non elettive». Un'iperstizione per l'appunto.
La ricerca della distopia, praticata sempre o tramite l'attenzione al passato – cosa sarebbe successo se – o attraverso l'analisi del futuro – cosa succederebbe se – trova nella filosofia di Nick Land e nell'idea dell'iperstizione un nuovo modus intelligendi che si articola nel presente, ma in qualche modo rompe la linearità spazio temporale classica della futurologia: ciò che succede, è già successo nel futuro.
L'iperstizione diventa così la praxis della distopia, esasperare il presente, poiché questo è profezia autoavverante del futuro. Una filosofia che parte complessa, ma si risolve nella pratica con una grande semplicità. Ciò che faccio, sarà. Non dovrebbe stupire, in fin dei conti, che il Dark Enlightenment calzi a pennello sull'alt-right americana. Essa stessa ha assunto come modello quello di essere distopia che cammina nel presente. Anomalia settaria ed esasperazione dell'estrema destra stessa.
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