Il mondo dello sport collegiale statunitense è nel momento più “tranquillo” della propria stagione: i campionati ormai sono finiti, gli studenti stanno lasciando i campus ed i nuovi “collegiali” stanno piano piano scegliendo le università dove giocheranno, e studieranno, l’anno prossimo, con il processo del recruiting che si dimostra ancora una volta una delle chicche nascoste del mondo NCAA.
A movimentare il panorama del football collegiale ci ha pensato però Nick Saban, storico allenatore da oltre quindici anni degli Alabama Crimson Tide, che mercoledì nel corso di un’intervista prestagionale, ha sparato accuse a destra e sinistra contro i suoi colleghi allenatori NCAA partendo, ancora una volta, dalla NIL Rule, sempre più al centro di ogni discussione relativa al mondo dei college NCAA.
Un giornalista ha infatti chiesto a Saban, nel corso di un’intervista alla presentazione dei World Games 2022 di Birmingham, quale fosse il suo pensiero riguardo alle nuove regoli NCAA sui diritti d’immagine dei giocatori, di cui su Gambit vi abbiamo già parlato quando fu dato l’iniziale via libera di Luglio 2021, ed anche più recentemente, spiegando i molti problemi sorti in questi ultimi dieci mesi.
Saban ha inizialmente spiegato di essere assolutamente d’accordo con le nuove regole NCAA “Name image and likeness to me is a great concept for players. Players have always been allowed to work” e di come abbia consigliato ai suoi giocatori di reclutare da subito un agente ed un team di rappresentanti per strappare il miglior accordo possible, salvo poi spostare il proprio discorso su un argomento più delicato, come i vari NIL Collectives sorti intorno alle grandi università: “They created what’s called a collective. Aight, a collective is an outside marketing agency that’s not tied to the university that’s funded by alumni from the university”
I Collectives sono infatti agenzie che permettono ai giocatori delle varie università di trovare i migliori accordi possibili, ma essendo collegati indirettamente alle varie università, i coach in fase di recruiting possono sfruttarle a loro vantaggio, sapendo quanto i vari giocatori potranno arrivare a guadagnare con contratti NIL grazie ad eventuali accordi trovati da loro.
Sul banco degli imputati quindi ci sono finiti i Collectives e soprattutto “Jimbo” Fisher, Head Coach di Texas A&M, college accusato da Nick Saban di aver letteralmente comprato i migliori recruiting l’anno scorso, sfruttando il Collectives nato per affiancare i giocatori di Texas A&M; oltre a lui Saban ha direttamente attaccato anche Jackson State, un altro college di DIV I NCAA reo di aver pagato, a sua detta, un milione di dollari Travis Hunter, il miglior WR della classe 2022 per convincerlo a giocare per JS, dove ad allenarlo ci sarebbe stato Deion Sanders, uno dei DB più forti di tutta la storia NFL.
Quindi quanto di vero c’è in queste accuse di Saban e soprattutto, cosa influenzeranno nel panorama NCAA del futuro?
Sicuramente Saban ha spostato i riflettori su uno dei problemi principali, cioè i Collectives, che dovranno essere sicuramente regolamentati dalla NCAA ma che, a meno di grossi errori e sviste nella stesura dei contratti, non potranno mai essere collegati direttamente alla firma di un giocatore con una università piuttosto che un’altra: l’unico modo per cui potrebbe accadere una cosa del genere sarebbe in caso di una firma per un contratto NIL con una società direttamente collegata ad un collettivo NIL specifico prima ancora dell’annuncio e della firma del giocatore con l’Università a cui fa riferimento il collettivo in questione; nonostante ciò la NCAA dovrà comunque regolamentare i Collectives, magari attraverso indagini sui finanziamenti diretti da parte delle università o sul vero peso in fase di recruting di un giocatore.
Sicuramente Coach Fisher non ha giocato a favore di ciò quando, nell’intervista di risposta a Nick Saban, ha prima assicurato che Texas A&M non ha mai “comprato” nessun giocatore, salvo poi affermare di non sapere assolutamente quale sia la funzione del NIL Collectives associato a Texas A&M, sollevando dubbi su quanto detto precedentemente; si attende invece la risposta di Coach Deion Sanders, accusato di aver offerto un milione di dollari a Travis Hunter per andare a giocare a Jackson State, non uno dei più importanti atenei del panorama NCAA, college in cui allena appunto Sanders, uno dei migliori giocatori giocatori NFL di sempre, e che probabilmente è stato il vero ago nella bilancia per Hunter in fase di recruting, che gioca nel suo stesso ruolo, soprattutto considerando il fatto che un prospetto come Hunter avrebbe trovato ottimi accordi NIL ovunque fosse andato, grazie al grandissimo talento dimostrato finora.