IL CLIMA MONDIALE
Nel 1980 il clima mondiale non era dei migliori: spiravano fortissimi venti di guerra, con la tensione fra la Russia di Brežnev e gli Stati Uniti di Carter che era ai massimi storici, con i sovietici che, con l’operazione “Storm 333” avevano dato il là all’invasione sovietica dell’Afghanistan.
In un contesto come quello, il 13 Febbraio del 1980 ci fu la cerimonia d’apertura delle Olimpiadi Invernali di Lake Placid, nello stato di New York in USA; gli Stati Uniti e l’allora URSS erano due delle nazioni più attese, sia per lo scenario mondiale, sia per la forza delle rappresentative nelle varie discipline, che avrebbero portato entrambe a finire sul podio del medagliere, con 22 medaglie per l’Unione Sovietica, prima in assoluto, e 12 per gli statunitensi, terzi dietro la Germania dell’Est.
LE OLIMPIADI DI LAKE PLACID
Nel corso delle due settimane di eventi sportivi, il fato volle far scontrare gli URSS e gli USA nel girone finale che avrebbe decretato il vincitore del torneo; le premesse erano tutte per i sovietici, vincitori di cinque delle ultime sei medaglia d’oro olimpiche e pronti a vincere la sesta, in casa del nemico più grande, gli USA.
I giocatori dell’Unione Sovietica erano tutti giocatori professionisti, con molta esperienza internazionale, mentre gli Stati Uniti, allenati da coach Herb Brook, erano tutti giocatori non professionisti, con qualche sporadica esperienza nelle leghe minori statunitensi, e la partita di Lake Placid del 22 Febbraio 1980 sembrava la più classica dei “Davide contro Golia”, con l’URSS pronta a dominare i nemici statunitensi in casa loro.
Gli Stati Uniti però sin dalla fase a gironi sorpresero il pubblico, chiudendo da imbattuti nel loro gruppo, ed arrivando al girone finale, un traguardo assolutamente non prevedibile prima dell’inizio del torneo; fuori dal villaggio olimpico la situazione era sempre più tesa, con le voci di un sempre più probabile boicottaggio della kermesse olimpionica estiva di Mosca 1980 da parte degli Stati Uniti, e l’annullamento dell’amichevole fra le due nazioni la settimana prima dell’inizio delle Olimpiadi.
DO YOU BELIEVE IN MIRACLE?
Gli USA, nonostante un ottimo percorso nel torneo, arrivavano alla penultima partita del torneo con gli URSS con tutti i pronostici contro di loro, vista soprattutto la differenza d’esperienza internazionale fra le due compagini; l’ABC, l’emittente televisiva che mandava in onda le Olimpiadi in USA, decise di non mandare in diretta l’incontro, ma di registrarlo e mandarlo in onda alle 8 di sera, nel prime time statunitense, tagliando i tempi morti per favorire la visione ai telespettatori e per lasciarsi più tempo a disposizione per mandare in onda gli altri eventi della giornata olimpionica, con molti cittadini USA che ammettono di credere ancora di aver visto una partita in diretta e non una registrazione di quella partita.
La partita inizia come da pronostici, con l’URSS che si porta in vantaggio 1-0, ma la formazione statunitense non demorde, e chiude il primo tempo sul 2-2 pari, trovando il pareggio per due volte, dopo il secondo vantaggio russo; il secondo tempo si apre con una sosituzione inaspettata per i sovietici, che cambiano il portiere, in quello che molti giocatori hanno poi definito il “turning Point” di quella partita; le emozioni più forti arrivano però nel finale: gli USA prima subiscono il terzo goal sovietico, pareggiato poco dopo, e poi a dieci minuti dalla fine, per la prima volta in assoluto nel corso della partita, si portano in vantaggio grazie al goal di Eruzione, entrato da qualche minuti in campo.
I Sovietici si trovano così a rincorrere per la prima volta nel corso della partita, ma grazie ad una prestazione monstre dei propri giocatori, gli USA mantengono il vantaggio, arrivando avanti a qualche secondo dalla fine, con i tifosi statunitensi che, nella bolgia dell’arena di Lake Placid, gremita in ogni posto, iniziano il countdown che accompagna team USA alla vittoria, sigillata dall’iconica frase di Al Michael, il commentatore di ABC:
“11 seconds, you've got 10 seconds, the countdown going on right now! Morrow, up to Silk. Five seconds left in the game. Do you believe in miracles? YES!”
Gli Stati Uniti arrivano così alla finale del torneo, battendo i favoriti sovietici, e trovando poi la medaglia d’oro grazie ad un’altra prestazione eccellente nella partita contro la Finlandia, l’ultima del girone che avrebbe deciso i vincitori del torneo, ma qualsiasi cittadino statunitense, di quella incredibile ed insperata cavalcata nelle Olimpiadi del 1980, ricorderà la semifinale contro l’URSS, arrivata in un momento delicatissimo per gli USA e per i suoi abitanti che, ancora una volta grazie allo sport, sono riusciti ad unirsi tutti insieme contro un “nemico” comune.