Mikie Sherrill vince una sfida né impossibile né scontata
La candidata dei Dem sarà la prossima governatrice. Riporta il New Jersey ad essere lo Stato blu che conoscevamo
Le elezioni in New Jersey del 4 novembre 2025 ci hanno restituito una chiara vincitrice: Mikie Sherrill. La candidata democratica, a partire da gennaio 2026, sarà dunque la 57° governatrice del New Jersey, la seconda donna a ricoprire questa carica. Prima di lei aveva servito lo Stato la repubblicana Christine Todd Whitman, dal 1994 al 2002.
I Dem hanno assestato un gran colpo in uno Stato blu, che recentemente ha dato segnali di cedimento verso destra ma alla fine ha premiato Sherrill. Vincere questo tipo di elezione in New Jersey dà grande fiducia al partito e agli elettori e ridimensiona di poco la portata di questo successo. Non è stato conquistato un fortino repubblicano, ma di questi tempi è aria fresca.
Alla vigilia del voto traspariva molta incertezza o, comunque, l’idea che avremmo assistito a una battaglia combattuta. Questa tensione era alimentata da due fattori: i sondaggi e gli ultimi risultati elettorali. Sherrill è sempre stata data in vantaggio sullo sfidante repubblicano Ciattarelli ma con margini ridotti, variabili dai due ai sette punti percentuali. Ciò che preoccupava i Dem erano le ultime due elezioni di peso svolte nello Stato. Nel 2021, alle precedenti consultazioni per eleggere il governatore, Ciattarelli era arrivato solo tre punti dietro all’incumbent Phil Murphy. Poi, alle presidenziali del 2024, Donald Trump si era pericolosamente avvicinato a Kamala Harris. In uno Stato che dal 1992 viene facilmente vinto dai democratici con margini a due cifre, il tycoon era arrivato davvero vicino a Harris: era finita 52 a 46 per cento.
Ma questa è la storia, più o meno recente. Ci consegna un New Jersey certamente a favore del partito dell’asinello, capace di eleggere sempre due senatori dagli anni Novanta. Il Garden State ha l’ottavo PIL negli Stati Uniti ed è incastonato nel Nord-Est progressista. I suoi 9,5 milioni di abitanti lo rendono lo Stato più densamente popolato d’America e, curiosità, uno tra quelli con la maggior presenza di italoamericani. La popolazione è principalmente bianca (54,5 per cento), ma con una forte presenza di ispanici (21,6 per cento) e afroamericani (13,7 per cento). Sul piano religioso c’è una netta predominanza di cristiani, che raggiunge il 77 per cento, con più cattolici che protestanti.
Mikie Sherril è stata capace di conquistare un risultato storico. Dopo più di sessant’anni lo stesso partito riesce a fare tre mandati consecutivi da governatore. Non era affatto scontato, dopo le titubanze date dai sondaggi e dallo scarso appeal che i media le attribuivano. La neo-governatrice ha 53 anni ed è deputata al Congresso dal 2018. Ha un passato da pilota di elicotteri della Marina, che ostenta con orgoglio perfino nel logo della campagna elettorale. È la vittoria di una figura moderata, che ha fatto leva sul costo delle bollette e sull’istruzione. Ha proposto di congelare le tariffe elettriche e di consolidare i piccoli distretti scolastici. Ha fatto breccia nel cuore di tanti concittadini delusi dall’amministrazione uscente, accusata per aver portato alle stelle il costo della vita e la tassazione statale.
Gli exit poll della CNN hanno restituito proprio questo quadro. Tasse (36 per cento) ed economia (34 per cento) erano i problemi principali per i new jerseyans, mentre l’immigrazione era molto più in basso (7 per cento). La NBC, invece, ha registrato l’opinione degli elettori in merito ai candidati. Sherrill ha un tasso positivo di undici punti (favorevole 55 per cento, sfavorevole 44 per cento), mentre lo sfidante Ciattarelli negativo di sei punti (favorevole 47 per cento, sfavorevole 53 per cento). Sulla sconfitta del GOP pesa anche un candidato visto e rivisto. Nel 2017 arrivò secondo alle primarie del partito, mentre nel 2021 le vinse e riuscì ad avvicinare il traguardo di tre punti. Questo lo ha convinto a ricandidarsi una terza volta, forse una di troppo per gli elettori.
La mappa del Garden State sorride ai democratici. La Sherril ha vinto con il 13 per cento di margine (56 per cento a 43 per cento), sopra a ogni aspettativa. In più, ha colorato di blu cinque contee. Nel Sud dello Stato è stata capace di riconquistare le contee di Gloucester, Cumberland e Atlantic, che già dal 2021 erano passate ai repubblicani. Verso Nord ha riportato al partito la contea di Morris e, ancora più su, la contea di Passaic. Qui, nel 2024, Trump vinse inaspettatamente perché quattro anni prima Biden lo staccò di 17 punti. È una contea ad alta densità di ispanici. Il messaggio di Sherrill li ha convinti a tornare verso i democratici, dato che ha vinto agevolmente (57-42 per cento). A Ciattarelli e ai repubblicani sono rimaste le contee che tradizionalmente votano per loro, principalmente quelle nel Nord-Ovest.
L’alta affluenza e i margini di vittoria di Sherrill dimostrano la sua bravura nel recuperare il voto delle minoranze etniche, che alle ultime presidenziali era andato verso Trump o l’astensione. Lo stesso presidente si era mosso presto per appoggiare Jack Ciattarelli nella corsa, elemento che la sua avversaria ha sfruttato molto in campagna elettorale. L’accostamento dei due può aver tolto qualcosa al candidato del GOP, ma non bisogna affatto ridimensionare l’ottimo lavoro di Mikie Sherrill. Ora il partito dovrà trasformare questo tipo di lavoro a livello statale in ambito nazionale, per vincere i due prossimi grandi appuntamenti: le midterm del 2026 e le presidenziali del 2028.





