Mike ha lavorato alla NASA per 15 anni. Poi è arrivato Elon Musk
Intervista a un ingegnere dell’agenzia aerospaziale che ha deciso di accettare l’offerta di separazione del Dipartimento per l’efficienza governativa di Elon Musk

Mike ha iniziato a lavorare come ingegnere progettista aerospaziale alla NASA appena finito il college, quindici anni fa. “Quindici anni di quello che si può facilmente considerare il lavoro più figo del mondo,” racconta Mike, che ha 36 anni ed è originario dello Stato di New York. Tant’è che Mike si è tenuto il suo lavoro ben stretto – finché il 28 gennaio 2025 non ha ricevuto l’email del DOGE, il Dipartimento per l’efficienza governativa di Elon Musk, che invitava lui e oltre due milioni di altri dipendenti federali a rassegnare dimissioni volontarie in cambio di stipendio e benefit, quali l’assicurazione sanitaria, corrisposti fino al 30 settembre.
L’email, intitolata Fork in the Road – bivio, biforcazione –, ha colto Mike in un momento della sua carriera in cui già stava pensando di chiudere il lungo capitolo legato alla NASA. Dopo giorni di quella che ripetutamente definisce come “tortura”, Mike ha deciso di accettare l’offerta di biforcazione del suo percorso da quello dell’agenzia aerospaziale degli Stati Uniti. Come Mike ha fatto il 10 per cento del personale della NASA e il 12 per cento dei colleghi del centro di ricerca al quale faceva capo. Personalmente, Mike conosce quindici persone che hanno accettato l’offerta, la metà delle quali era in procinto di andare in pensione.
In un’intervista telefonica, Mike ci ha raccontato i retroscena della sua scelta e del caos generato dall’entrata dell’accetta di Elon Musk nelle agenzie governative degli Stati Uniti. Il cognome di Mike è stato omesso su sua richiesta, per proteggere la sua identità data la sensibilità dei temi trattati.
Mike, cos’è successo quando è arrivata l’email?
L’email è arrivata in maniera totalmente imprevista. Ha immediatamente causato un’enorme confusione mentre cercavamo di capire se fosse autentica. A tante persone è finita nella cartella di spam e tante l’hanno segnalata come phishing, come da istruzioni su cosa fare in caso di attacchi telematici. Per quanto riguarda me, ancora prima dell’email avevo capito che era arrivato il momento di prendere una grossa decisione: io lavoravo da remoto [al tempo dei fatti, Mike viveva a New York e lavorava per un team con sede nel centro di ricerca della NASA di Armstrong, in California, a un progetto che faceva capo al centro di ricerca di Langley, in Virginia, ndr], e una settimana prima dell’insediamento di Trump la NASA aveva annunciato che il lavoro da remoto non sarebbe più stato permesso. Quando ho ricevuto l’email, sono entrato in completa modalità crisi. Mi trovavo in visita alla sede del mio team in California e ho avuto la possibilità di parlare direttamente con i miei supervisori e tanti colleghi; poi ho contattato il team di risorse umane di supporto. Mi hanno approvato la richiesta di rimanere lì in presenza fino al giorno in cui avrei dovuto comunicare la mia decisione.
Che cosa hai provato nelle ore e nei giorni successivi?
Sono stato travolto da tante emozioni contrastanti. Lavorare alla NASA rappresenta l’essenza del servizio pubblico per il bene della collettività. Facciamo questo lavoro per le persone, non per guadagnare denaro. L’email mi ha letteralmente spezzato. È stato surreale e non ho ancora del tutto elaborato quanto accaduto. Ho provato moltissima rabbia per la maniera in cui la dirigenza è stata completamente aggirata [dal DOGE, ndr] e costretta a dire cose che non avrebbe mai detto. Ho provato moltissima rabbia per l’amministrazione Trump. E poi mi sono ritrovato a gestire le emozioni legate al fatto che dovevo compiere una decisione importante.
Raccontaci il percorso che ha portato alla tua decisione.
Il processo di decisione ha avuto molto a che fare con circostanze sulle quali stavo già riflettendo. Non mi piace lavorare da remoto, perché un ingegnere progettista lavora con le proprie mani. Ma non mi interessava neanche trasferirmi a Lancaster [la località della California più vicina al centro di ricerca di Armstrong dove il team di Mike ha sede, ndr]. Sulla carta, l’offerta di separazione dall’agenzia era abbastanza buona, e tutti i miei superiori mi hanno garantito che senza dubbio, se volessi ritornare in NASA, farebbero qualsiasi cosa per aiutarmi. Tutto ciò mi ha trasmesso una grande sensazione di conforto. Allo stesso tempo, però, è stata una situazione molto più difficile di quanto si sia potuto percepire dall’esterno. Siamo stati costretti a compiere una scelta nel giro di pochissimi giorni, senza nessuna informazione chiara. La scadenza per comunicare la scelta è slittata diverse volte mentre un giudice ha temporaneamente bloccato l’iniziativa del DOGE. È sembrata una vera e propria tortura intenzionalmente inflitta. Il morale è crollato. In un certo senso, senti di volertene andare perché nulla attorno a te trasmette un senso di sicurezza. Avrei preferito che avessero preso la decisione al posto mio e mi avessero licenziato direttamente. È stata una tortura. Un’umiliazione sistematica del personale governativo. Una tortura. Non esito a paragonarla al divorzio dal mio matrimonio.
La vostra tortura è diventata dominio pubblico per diversi giorni e settimane. Dove hai trovato sostegno per affrontare un momento di difficoltà che in realtà è molto privato?
Al lavoro, eravamo tutti sulla stessa barca ed è stato difficile ottenere aiuto e risposte dal team di risorse umane. Anche loro avevano ricevuto l’offerta e si trovavano nella stessa posizione! Tra colleghi ci siamo comunque sostenuti a vicenda. Fuori dal lavoro, mi hanno aiutato famiglia, amici e la mia terapeuta.
Quanto ha pesato sulla tua decisione il fatto che in questo momento, a capo del governo federale e quindi in fondo anche della NASA, ci sia Donald Trump?
Sulla carta, è vero che il Presidente degli Stati Uniti è il mio capo ultimo, ma io sono un funzionario pubblico. Lavoro per le persone, non per il Presidente. Quindi si è trattato di un fattore molto minore nella mia decisione. Certo, questa è stata la prima volta in tutti i miei anni di carriera alla NASA che il Presidente ha avuto un impatto così significativo sul morale e il lavoro dei dipendenti.
Come stai progettando la tua vita e carriera dopo la NASA?
Innanzitutto vorrei trovare la maniera di generare un po’ di reddito passivo, quindi sto creando un corso online legato alla mia passione per le moto: è una delle cose che assolutamente voglio fare nella vita prima di morire. Poi sto inseguendo un’idea nel mio campo di specializzazione. Non posso dire molto, ma mi piacerebbe avviare una piccola azienda nel campo della progettazione aerospaziale. Quando si avvicinerà la fine dell’offerta di separazione dalla NASA, a settembre, inizierò a cercare un nuovo lavoro. Questa volta probabilmente sarà nel settore privato».
Elon Musk ti invita a prendere un caffè, solo tu e lui. Sei autorizzato a dirgli qualsiasi cosa. Cosa gli dici?
Gli direi che ho ammirato tantissimo tutte le imprese che ha reso possibili. La collaborazione tra la NASA e SpaceX [l’azienda aerospaziale fondata da Musk, ndr] è stata proficua. Ma la sua entrata nell’arena politica ha inferto un colpo devastante alla mia opinione su di lui, e un colpo devastante al successo della NASA e al lavoro che porta avanti per il popolo americano».
Ma sul colossale conflitto di interessi non ha detto niente Mike? Il principale contractor licenzia il personale dell'agenzia per la quale lavora...
Il gigante non ha i piedi di argilla...
Ma di ferro e argilla e...
Dopo cade, per proprie responsabilità, poiché argilla e ferro rimarranno separati.
Infatti l'unica cosa che potrebbe salvarlo dalla caduta, sarebbe un atto di consapevolezza, ma la storia ci narra, che certi sedicenti normali, hanno fatto i più grandi disastri.
Non combatterai il terrorismo con terrorismo ed ora cosa dovremo fare ...
Avere paura a comprare un auto elettrica? Visto cosa possono diventare dei cercapersone?
Pensa quanto le fanno pagare col discorso della ricerca.
Un abbraccio Giulio grazie e speriamo che possa essere una buona Pasqua non solo per noi.