L’ultimo rilancio di Eric Adams
Il sindaco uscente di New York si ricandida come indipendente. Una sfida difficile per salvare la propria carriera.
Da qualche mese, vuoi per opportunità politica, vuoi per necessità legale, Adams si è rapidamente avvicinato all’amministrazione Trump, la quale ha avuto un ruolo attivo nel far cadere le accuse di collusione con la Turchia che erano state emesse contro il sindaco.
La conseguenza è stata l’inevitabile fuoriuscita dal Partito Democratico, che non poteva accettare di continuare a sostenere un politico accusato di gravi reati e allo stesso tempo orientato a fare accordi con i repubblicani. Così, il giorno dopo essere stato scagionato, quando Adams ha preso parola per annunciare la sua candidatura alle elezioni municipali lo ha fatto da indipendente, dando il via a una competizione a tre con i candidati dei due principali partiti. Le motivazioni dietro questa mossa sono evidenti: il sindaco uscente non si gioca solo la sua carriera politica, ma anche l’immunità da ulteriori ritorsioni legali. La sua rinnovata amicizia con il Dipartimento di Giustizia è legata a doppio filo alla sua utilità politica; dovesse venire spazzato via alle elezioni di novembre, questa protezione potrebbe non durare.
La svolta di Adams, tuttavia, non è stata tanto radicale da fargli saltare la barricata. Già a febbraio era stato chiaro a riguardo, affermando di sentirsi ancora pienamente un democratico. Questa scelta, forse dettata anche dalla necessità di allontanare le voci di una collusione con l’amministrazione Trump, potrebbe però rivelarsi controproducente. Se, come dicono i sondaggi, Adams dovesse affermarsi come secondo tra i candidati in corsa per la poltrona di sindaco, sembra che i voti che otterrà verranno sottratti in egual misura ai repubblicani come ai democratici, di fatto lasciando questi ultimi nettamente favoriti.
Anche la sorprendente vittoria di Zohran Mamdani nelle recentissime primarie non sembra aver favorito di molto una rielezione di Adams. L’entusiasmo e la partecipazione generati dal nuovo candidato democratico potrebbero bilanciare la perdita della base più moderata del partito, nonché sfiduciare ancora di più una figura già controversa come l’attuale sindaco. Le maggiori speranze di Adams risiedono nel voto afroamericano, che già gli aveva mostrato fiducia nel 2021 e che è invece il campione elettorale dove Mamdani riscuote meno successo. I voti conservatori, invece, dovrebbero dividersi tra Adams e il candidato repubblicano Curtis Sliwa, che rischia di venire triturato da questa tripartizione.

Il risultato è uno scenario che sembra favorire piuttosto nettamente Mamdani, specialmente se dovesse tornare in corsa anche Andrew Cuomo, sconfitto alle primarie democratiche, ma ancora potenzialmente candidabile come indipendente. Un voto ancora più frammentato favorirebbe sicuramente il Partito Democratico, storicamente dominante nella città di New York. Se Adams ha ancora una possibilità, la dovrà, forse, nuovamente a Donald Trump. Il Presidente degli Stati Uniti, infatti, si è espresso con toni molto aggressivi nei confronti di Mamdani, palesando la sua ostilità verso un candidato che si definisce “democratico socialista” e che ha attaccato le politiche presidenziali a ogni occasione, specialmente quelle riguardanti l’immigrazione. È quindi possibile, e in molti da destra oggi se lo augurano, che la leadership repubblicana provi a convincere Curtis Sliwa a ritirare la sua candidatura per poter investire completamente su Adams come reale alternativa. Parliamo di uno scenario complicato, anche perché Sliwa non sembra intenzionato a demordere, ma un fronte di centrodestra si assicurerebbe sicuramente una gran quantità di finanziamenti, specialmente da parte della New York più facoltosa, spaventata dalle tasse promesse da Mamdani.
Allo stesso tempo, se Adams non si è ancora schierato apertamente con i repubblicani è perché sa che molti elettori non glielo perdonerebbero. New York è una delle città che ha visto il maggiore aumento di elettori a favore di Donald Trump nelle ultime elezioni presidenziali, ma rimane un’area metropolitana a forte tendenza democratica. Anche i newyorkesi più moderati potrebbero non riuscire a sostenere un candidato supportato dal tycoon, alienando ad Adams un supporto fondamentale.
Per adesso, il sindaco uscente ha iniziato la sua campagna elettorale accusando Mamdani di inesperienza e incompetenza, nella speranza che la sua notorietà e i suoi anni di carriera gli possano fornire uno slancio ulteriore. È la stessa scommessa che Cuomo ha già fatto, e perso. Se Adams vorrà restare in carica, molti eventi dovranno girare dalla sua parte, a partire dal fallimento dei suoi avversari. La strada verso la sua ennesima nuova vita politica sembra più che mai ristretta.