L'Ucraina e il "Battle Cry of Freedom" di Biden
Per il presidente USA quella che Kyiv sta combattendo contro Mosca è una battaglia per la libertà nel mondo, ma forse Biden con questa retorica di altri tempi si rivolge a un'Europa sorda e in declino
Joe Biden è il custode di cui la NATO aveva terribilmente bisogno. Il discorso che il presidente degli Stati Uniti ha pronunciato a Varsavia il 21 febbraio scorso non avrà avuto la stessa carica emotiva di quello tenuto da Ronald Reagan a Berlino Ovest nel 1987, ma ha rimarcato le differenze presenti nel mondo di oggi tra le democrazie occidentali e i regimi autoritari capitanati dalla Federazione russa, rappresentate dallo scudo dell’alleanza atlantica.
«La NATO oggi è più unita che mai. Le democrazie del mondo si sono rafforzate, non indebolite», ha ammonito il presidente Usa. «Il sostegno a Kyiv è solido come una roccia. Difendere ogni centimetro del territorio della Nato è un impegno sacro. Ogni attacco contro uno di noi è un attacco a tutti».
«Questo discorso è stato un segnale del Presidente Biden alla Polonia e al fianco orientale, che l'America è con noi e non ci abbandonerà, e che qualsiasi Paese attaccato dalla Russia riceverà il sostegno di tutti i Paesi alleati», ha commentato il sottosegretario agli Esteri polacco, Arkadiusz Mularczyk.
Biden però ha messo prima di tutto l'accento sui valori che separano Washington da Mosca piuttosto che sulle questioni meramente tecniche, come gli aiuti militari a Kyiv. Nella capitale polacca, forse contrariamente alla maggior parte delle aspettative, il capo della Casa Bianca non ha spiegato quante truppe saranno dispiegate in Polonia o per quanto tempo; non ha sciorinato cifre o numeri su ulteriori pacchetti di aiuti.
Nel suo discorso ai polacchi e, in senso lato, all’opinione pubblica mondiale, il Presidente ha esposto una giustificazione più alta, per così dire, per gli sforzi, i costi e i rischi che i Paesi del mondo democratico stanno assumendo per sostenere la causa ucraina. Non i costi o i calcoli politici che ne derivano, ma la battaglia valoriale per cui è d’uopo assumersi il coraggio e la responsabilità di denunciare la prevaricazione russa.
Le democrazie e Putin
Ma che cos’è il mondo democratico per Biden? Il suo Paese d’altronde vanta rapporti eccellenti con regimi autoritari in tutto il mondo e sentirlo parlare di questo onnipresente dualismo risulta poco credibile. Secondo il presidente USA, forse, le democrazie in questione sono quelle che dal Secondo dopoguerra in avanti hanno creduto nel sistema di sicurezza collettiva previsto dalla Carta delle Nazioni Unite, che detta la risoluzione pacifica dei conflitti e vieta la guerra come strumento di aggressione tra nazioni. Da qui la grande attenzione rivolta alla NATO, che sotto l’amministrazione Trump stava per collassare per colpa degli Stati Uniti e ora è tornata la principale comunità militare del pianeta.
«Con l'invasione della Russia – ha detto – , non è stata messa alla prova solo l'Ucraina. Il mondo intero ha affrontato una prova epocale. L'Europa è stata messa alla prova. L'America è stata messa alla prova. La NATO è stata messa alla prova. Tutte le democrazie sono state messe alla prova. E gli interrogativi che avevamo di fronte erano tanto semplici quanto profondi». Come ha reagito l’Occidente? «Abbiamo risposto – tuona Biden –. Saremo forti. Saremo uniti. E il mondo non si è voltato dall'altra parte».
Il presidente democratico ha lanciato poi la sfida anche alla sua nemesi russa, Vladimir Putin, definito due anni fa un assassino. «Pensava – osserva Biden – che la NATO si sarebbe frammentata e divisa. Invece, la NATO è più unita e più solidale che mai. Pensava di poter armare l'energia per incrinare la vostra determinazione la determinazione dell’Europa. Invece, stiamo lavorando insieme per porre fine alla dipendenza dell'Europa dai combustibili fossili russi. Pensava che gli autocrati come lui fossero duri e i leader delle democrazie fossero morbidi. Poi ha incontrato la volontà ferrea dell'America e delle nazioni di tutto il mondo che si sono rifiutate di accettare un mondo governato dalla paura e dalla forza».
La strigliata all’Europa
I toni trionfalistici di Joe Biden possono sembrare di un’altra epoca e in effetti lo sono. Il presidente americano ha pur sempre 80 anni, è entrato in politica durante lo shock nazionale della guerra in Vietnam e suo figlio era un veterano di guerra. Eppure, è l’unico leader, insieme al suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky, ad accentrare il dibattito su questa battaglia valoriale che si sta combattendo alle porte dell’Europa contro l’imperialismo putiniano. Una lotta indifferibile non solo per gli alleati europei, per troppi anni rimasti sordi e ancora frastornati dalle azioni deprecabili del loro vecchio partner, ma anche per il popolo americano, da sempre dotato di un netto piglio critico e preoccupato per le crisi internazionali.
«Le democrazie del mondo tuteleranno la libertà oggi, domani e per sempre», ha proclamato il presidente USA tra gli applausi scroscianti del pubblico polacco. «Perché è questa la posta in gioco: la libertà».
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