L’ostruzionismo: il flagello delle politiche statunitensi
Un concetto, quello del filibuster, motivo della mancata ratifica di numerose riforme, ed è considerato uno dei flagelli degli Stati Uniti.
In genere si pensa agli Stati Uniti come a un posto efficiente, meno burocratico di molti altri a livello legislativo. In realtà, se si seguono le vicende proprie della politica statunitense ci si rende conto che questo non è vero. Uno degli ostacoli che possono incontrare le proposte legislative in corso di approvazione al Congresso americano è quello che viene definito filibuster, che è il motivo per cui numerose proposte legislative delle agende politiche dei Presidenti americani non arrivano a vedere la luce.
In primis è doveroso premettere che negli Stati Uniti l’organo legislativo è il Congresso, composto dalla Camera dei Rappresentati e dal Senato. Affinché la proposta di legge o la misura venga invitata al Presidente degli Stati Uniti – con diritto di veto – dev’essere approvata da entrambe le camere. È in questo contesto che si insinua l’ostruzionismo.
Per filibuster, o in italiano ostruzionismo, si fa riferimento a una tattica utilizzata nel Senato degli Stati Uniti e volta a rimandare il voto su una determinata misura legislativa, con lo scopo di non far proseguire il dibattito fino a bloccarla del tutto.
Com'è composto il Congresso?
Il Congresso americano vede da una parte la Camera dei Rappresentanti, composta da quattrocentoquarantuno membri eletti a suffragio universale e da sei membri non votanti, dove il numero di rappresentanti è in proporzione agli abitanti di ogni stato. Affinché una proposta di leggi passi, è necessaria la maggioranza semplice, quindi duecentoventiquattro voti a favore.
Dall’altra il Senato, composto da cento seggi, due per ogni stato federato. Per quanto riguarda l’approvazione delle leggi, al Senato la situazione si fa più complessa. Sebbene per molte misure – come ad esempio l’approvazione del bilancio – sia necessaria una maggioranza semplice, ovvero cinquantuno voti, per la maggior parte degli altri disegni di legge è necessaria quella che viene chiamata super maggioranza, che permette a una misura di passare con almeno sessantuno voti favorevoli su cento seggi.
Una breve storia dell’ostruzionismo negli Stati Uniti
La tattica del filibuster si applica attraverso l’utilizzo di lunghi discorsi per rimandare il voto sulle proposte legislative. Venne usata fin dagli albori della prima sessione del Senato americano, e il 22 settembre 1789 il senatore della Pennsylvania William Maclay scrisse nelle sue memorie di questo meccanismo, usato da parte dei senatori che si opponevano alla misura presentata. Nel periodo precedente alla Guerra Civile americana la tattica dell’ostruzionismo venne utilizzata di frequente da parte dei senatori del nord, che volevano bloccare qualsiasi misura permettesse ai senatori sudisti di continuare ad avere il supporto degli stati del sud, e prevenire quindi la secessione. Il più grande esempio di ostruzionismo di quel periodo fu il Missouri Compromise del 1820, oggetto di intenso dibattito e di modifiche, prima di divenire legge.
Una svolta si ebbe nel 1917, durante la Prima guerra mondiale, quando l’allora Presidente americano Woodrow Wilson fece pressione al Senato per l’adozione della Senate Rule 22, che avrebbe permesso alla camera alta di limitare i dibattiti sulle proposte legislative in presenza di una maggioranza di due terzi. Questa nuova regola, la cosidetta cloture, prevedeva che un senatore avrebbe potuto presentare una mozione firmata da sedici senatori per verificare la volontà del Senato di portare a termine il dibattito di una misura in fase di approvazione. Questo nuovo strumento venne utilizzato per la prima volta nel 1919, quando il Senato chiese la fine dell’ostruzionismo attraverso la chiusura del dibattito circa l’approvazione del Trattato di Versailles.
Nonostante questo passo avanti verso la limitazione dell’ostruzionismo con la cloture, il filibuster rimase comunque in atto come tattica per bloccare le misure legislative sgradite a una parte, visto che non sempre si raggiungevano i due terzi dei seggi necessari a bloccarlo. Infatti, per i successivi quattro decenni, il Senato riuscì a invocare la cloture solo cinque volte. L’ostruzionismo, in questo senso, fu utile ai senatori degli stati del sud del Paese per bloccare le misure legislative concernenti i diritti civili. Tra queste, la più controversa fu il Civil Right Act del 1964 che, prima di essere approvato, fu oggetto di ostruzionismo per oltre settantadue ore. Soltanto dopo sessanta giorni di dibattito sull’approvazione della misura, il senato invocò il cloture e la legge venne approvata il 10 giugno 1964 con una maggioranza di settantuno favorevoli e ventinove contrari.
A partire dalla fine degli anni Sessanta il Senato introdusse un nuovo sistema binario: l’ostruzionismo non avrebbe più pregiudicato l’avanzamento del dibattito per le altre proposte di misure di legge, in caso di unanimità. Riuscendo a portare avanti altre proposte legge, il potere di un senatore o di un gruppo di senatori di bloccare l’intero ordine del giorno terminò.
Nel 1975 venne modificata la regola sulla cloture, riducendo il numero di senatori necessario per invocare la clausola a sessanta membri, e non più ai due terzi dei senatori presenti e votanti nella seduta. L’ostruzionismo del passato, fatto di interminabili discorsi e lunghe ore di seduta per ritardare il voto, ha così lasciato spazio a quello che viene chiamato dagli accademici l’ostruzionismo silenzioso.
L’ostruzionismo oggi
Il modo di fare ostruzionismo del passato è molto differente rispetto a quello odierno. Quello che gli accademici definiscono ostruzionismo silenzioso, che consiste nel potere di un senatore di bloccare il dibattito su una misura legislativa senza neanche proferire parola, non è altro che una minaccia di bloccare i lavori del Senato. Oggi, anche un solo segnale da parte di un senatore di voler bloccare il dibattito su qualche misura, mette in moto un meccanismo informale per vedere se sessanta senatori favorevoli riescano a bloccare l’ostruzionismo.
L’ostruzionismo è oggi una piaga per il Presidente degli Stati Uniti e la propria amministrazione, poiché può rendere le misure che un Presidente decide di intraprendere inaccessibili e mai approvate, comprese quelle promesse agli elettori in campagna elettorale. Questo può avere anche degli effetti negativi sul gradimento di un Presidente e della sua amministrazione da parte degli americani stessi. Inoltre, come messo in evidenza da molti studiosi, l’utilizzo endemico dell’ostruzionismo può diventare una minaccia alla reputazione stessa del Senato.
Vari Presidenti americani hanno visto alcuni pilastri delle loro campagne elettorali morire al Senato, a causa dell’ostruzionismo da parte di un singolo o di un gruppo di senatori. Per esempio, il Presidente Bill Clinton, nonostante il suo Partito Democratico avesse la maggioranza in entrambe le camere, vide fallire il suo Clinton Health Care Plan del 1993, sia a causa dell’ostruzionismo che per questioni di budget. Nel gennaio 2021, un lungo dibattito sull’adozione del Freedom to Vote Act, che avrebbe abolito la possibilità di fare ostruzionismo, divenne oggetto esso stesso di ostruzionismo, e non passò al Senato con un voto di quarantotto favorevoli e cinquantadue contrari.