L’impero digitale del nuovo New York Times
La strategia vincente del colosso editoriale, tra giochi, rubriche e acquisti mirati
Se si digitano su Google le parole “New York Times” e “successo”, tra i primi link forniti dalla ricerca ce n’è uno pubblicato proprio dalla pagina ufficiale del giornale, che titola: “La nostra strategia”[1]. Non sono istruzioni d’uso, bensì un manifesto che cerca di riassumere i valori della testata, specificandone la missione nei confronti dei suoi lettori, e difendendo il giornalismo dalle moderne minacce.
Se questi sono tempi duri per la carta stampata, gli ultimi anni hanno invece segnato una rinascita per il più famoso quotidiano internazionale, che dal 2020 ad oggi ha rilanciato il suo impero con un modello di business invidiabile. La casa editrice fondata nel 1851 ha attraversato alti e bassi da quando è sul mercato, ma in questo momento sta sicuramente cavalcando una parabola ascendente. E il merito di questo successo è in primo luogo da attribuire alla persona di Mark Thompson. Per chi non è pratico del mondo dei media, questo nome potrebbe non essere evocativo, ma Sir Thompson ha una lunga carriera in questo ambito, avendo ricoperto incarichi importanti nel settore, come quello di direttore generale della BBC. Nel 2012 arriva la notizia della sua nomina come nuovo CEO del Times, prendendo il posto di Janet Robinson. Quando al britannico Thompson è stato chiesto di commentare la svolta americana della sua carriera, ha definito un «privilegio» quello di essere stato coinvolto nel nuovo capitolo della Times Company. Erano quindi piuttosto chiare le sue intenzioni di proiettare la compagnia verso un’evoluzione dinamica e innovativa[2].
Questo approccio ha alimentato la dicotomia che caratterizza la natura del giornale; un pilastro del giornalismo nel senso più tradizionale del termine, e un simbolo di adattamento alla modernizzazione dei mezzi comunicativi allo stesso tempo. Dopo aver preso il posto del suo predecessore, Thompson ha confessato che dopo aver ricevuto l'offerta aveva pensato di rifiutare, cambiando successivamente idea considerato quanto fosse egli stesso un fedele abbonato alla versione online del quotidiano. Questo Re Mida delle società mediatiche ha generato l’“effetto Thompson”, che già in precedenza aveva salvato la BBC da una crisi degli ascolti sortendo magici risultati. Innumerevoli sono state le ricerche di mercato, al fine di produrre analisi approfondite delle necessità dei lettori, portando verso l’idea di innovare la natura del centenario giornale, senza alterarla.
La soluzione trovata dalla New York Times Company è stata di concentrarsi sul settore digital. Con questa premessa, all’inizio del 2022, annuncia l’acquisizione del videogioco online Wordle, lanciato solo pochi mesi prima dal suo creatore Josh Wardle. Il gioco consiste nel trovare una combinazione di cinque lettere che formi la parola nascosta del giorno, ottenendo un punteggio che può essere poi condiviso con gli amici. Nemmeno il suo fondatore si capacita della velocità con cui questa evoluzione di Scarabeo sia diventata virale, conquistando la top ten delle tendenze di Twitter. L’acquisto di Wordle da parte della NYT Company, ha permesso che questo bacino di utenti approdasse sulla pagina online ufficiale del giornale, portando il numero di giocatori da novanta a 300mila. Il gioco è entrato a far parte di una sezione del Times già esistente dal 2014, pensata per videogame passatempo come Spelling Bee e Mini Crossword. Molto importante è stata la promessa del giornale, che ha annunciato di voler mantenere Wordle gratuito per gli utenti, almeno per ora[3].
Intanto nel post-COVID, il Times ha contato quasi otto milioni e mezzo di iscritti, e il merito non è solo dei giochi online. Un altro grande acquisto da aggiungere ai contenuti digitali offerti dalla testata è il The Athletic, sempre come parte dell’operazione di acquisizioni del 2022. In questo modo il New York Times ha tagliato la sua redazione sportiva interna, affidandone la gestione al nuovo acquisto. La spesa è stata di ben 550 milioni di dollari, con quattrocento nuovi giornalisti e una media di centocinquanta articoli pubblicati al giorno[4]. Con l'acquisizione di The Athletic, il Times ha salvato il giornale sportivo dalle perdite economiche che stava subendo, ampliando simultaneamente il catalogo dei prodotti digitali offerti ai suoi lettori. Tra questi si includono NYT Cooking, dedicato agli appassionati di cucina, e Wirecutter, dove è possibile trovare recensioni di una vasta gamma di prodotti.
Con questa strategia il quotidiano dell’East Coast si è preparato per raggiungere l’obiettivo dei 10 milioni di iscritti; traguardo tagliato a fine 2023, confermandosi il nuovo modello di editoria digitale. Tuttavia, se le frontiere dell'innovazione sono state una benedizione per il New York Times, hanno anche introdotto nuovi attori e nuovi rischi nel gioco. Ne è una dimostrazione l'avvento repentino di ChatGPT e OpenAI, che hanno reso i processi di ricerca e documentazione online più accessibili che mai, dando l’illusione che le notizie dirette, immediate e schematizzate possano sostituire i soliti metodi d’informazioni; ed è proprio a ChatGPT e Microsoft che il New York Times ha deciso di fare causa, con l’accusa di utilizzare gli articoli negli archivi del giornale come strumento per formare l’intelligenza artificiale[5]. Il processo di accusa è stato avviato dal colosso editoriale a dicembre dello scorso anno, e un eventuale esito favorevole per il Times potrebbe creare un precedente nei futuri sviluppi di queste tecnologie. A parte questo scoglio, la corsa dell’antico quotidiano per restare al passo con l’evoluzione generazionale, sembra stia andando nella direzione giusta, cavalcando una tendenza che presto potrebbero seguire anche altri grandi nomi del giornalismo americano. Ne è un altro esempio il Los Angeles Times, quinto giornale per numero di lettori negli Stati Uniti, che investe molto nelle sue pubblicazioni social e ha il suo personale Daily Crossword.
Chissà che questa tendenza non si espanda anche alle maggiori testate italiani, che potrebbero iniziare a includere la Settimana Enigmistica nei loro abbonamenti online.
[1] https://www.nytco.com/press/our-strategy/
[2] https://www.mckinsey.com/industries/technology-media-and-telecommunications/our-insights/building-a-digital-new-york-times-ceo-mark-thompson
[3] https://www.nytimes.com/2022/01/31/business/media/new-york-times-wordle.html
[4] https://www.ilpost.it/2023/07/10/new-york-times-chiude-redazione-sportiva-the-athletic/
[5] https://tg24.sky.it/mondo/2023/12/27/openai-microsoft-new-york-times-causa