Le idee antiscientifiche dei conservatori Gop
Le leggi GOP contro la gender-affirming care per i minori sono pericolose per la salute dei giovani transgender e con scarsi fondamenti di natura scientifica
Mi piace la danza classica, la matematica, le scienze e la geologia. Trascorro il mio tempo libero con i miei gatti, le galline, o su FaceTime con gli amici, sognando il momento in cui finalmente incontrerò Dolly Parton. Non mi piace passare il mio tempo libero chiedendo agli adulti di fare la scelta giusta. Mi rende molto triste che certi politici usino i giovani trans come me per accaparrarsi i voti delle persone che mi odiano solo perché esisto: Dio mi ha creato, Dio mi ama per quello che sono, e Dio non commette errori.
Kai Shappley aveva 11 anni quando parlò presso il senato dello Stato del Texas nell’aprile 2021. Kai è una ragazzina transgender MtF (male-to-female), attivista per affermare la sua identità, per difendere sé stessa e la madre che la stava accompagnando da anni in un percorso di transizione.
Oggi, due anni dopo, la comunità transgender che chiede visibilità è presa sempre più di mira dall’odio e dalla censura dei legislatori Repubblicani.
Lo tsunami rosso di messe al bando della gender-affirming care per i minori è l’ultimo sforzo dei Repubblicani nel creare un nemico contro cui prendersela, sulla scia di quelle culture wars di cui sentiamo parlare da un bel po’ e che, a discapito di quanto se ne dica, non ha alcun fondamento scientifico a cui appellarsi: il rischio è quello di esacerbare una situazione già complicata.
Che cos’è la gender-affirming care
Con gender-affirming care definiamo tutti i trattamenti medici necessari e basati sulle evidenze che utilizzano un approccio multidisciplinare per aiutare la transizione di una persona dal genere assegnato alla nascita a quello in cui si identifica. L’approccio multidisciplinare garantisce servizi medici e non, e tiene conto del benessere e della salute mentale della persona che vuole intraprendere un percorso di transizione.
Come indicato in un documento dell’Office of Population Affairs, sono numerose le ricerche[1] che correlano salute mentale e percorso di transizione, specialmente in adolescenza. I giovani transgender sono più a rischio dei loro coetanei cisgender - coloro che si identificano con il genere assegnato alla nascita - di soffrire di gravi condizioni psicologiche, abuso di sostanze e di commettere suicidio.
La gender-affirming care è scientificamente riconosciuta come l’approccio migliore per superare uno dei più grossi elefanti nella stanza per una giovane persona trans: la disforia di genere. Per questo motivo, le maggiori società scientifiche americane come l’American Medical Association, l’American Psychiatric Association, l’American Academy of Pediatric e l’American Academy of Child and Adolescent Psychiatry sono concordi nel definire la gender-affirming care come clinicamente appropriata per i minori e per gli adulti.
Gli stadi di questo processo di transizione, a differenza di quello che spesso predicano coloro che si oppongono, sono per di più reversibili: l’affermazione sociale, possibile a tutte le età, in cui la persona in transizione inizia ad affermare l’identità di genere in cui si riconosce tramite cambio del nome, uso dei pronomi, vestiario, uso dei bagni e altre strutture; l’assunzione di bloccanti per la pubertà, un processo reversibile, che viene somministrato per bloccare certi tipi di ormoni puberali che mettono “in pausa” lo sviluppo; la terapia ormonale, somministrata dall’adolescenza in su previo consulto medico e parzialmente reversibile, non è obbligatoria nel processo di affermazione di genere; infine, solo negli adulti e, in una valutazione caso per caso negli adolescenti, la chirurgia. Quest’ultima ovviamente non è reversibile e non si riferisce solo all’apparato genitale, ma coinvolge altre chirurgie plastiche, come quelle facciali, la mastoplastica additiva o una mastectomia (nel caso della transizione female-to-male). Anche in questo caso, la chirurgia non è un passaggio obbligatorio ed è ovviamente eseguita sotto stretto consulto medico.
Gli standard internazionalmente riconosciuti sono quelli fissati dalle linee guida del World Professional Association for Transgender Health, arrivati alla loro ottava versione e costantemente aggiornati.
Ovviamente, ciò interessa ben poco i legislatori Repubblicani, annidati nei ben noti red states. L’escalation di leggi per le messe al bando è vertiginosa e potrebbe andare sempre peggio.
Il red tsunami contro il gender-affirming care
Il 2023 è l’annus horribilis per i diritti transgender negli Stati Uniti. Un articolo del New York Times ha fatto notare come solo negli ultimi tre mesi, ben 10 stati guidati da Repubblicani abbiano fatto passare leggi che proibiscono la gender-affirming care per i minori o ne pongono dei grossi limiti. Prima dell’ondata di quest’anno, solo 3 stati l’avevano messo al bando a pieno o parzialmente. Inoltre, leggi simili sono passate in almeno una camera di altri 7 stati e potrebbero vedere implementazione nell’anno corrente. Questo processo si è intensificato maggiormente negli ultimi due anni.
La Florida è notoriamente lo stato più feroce. Sotto la guida del “paladino anti-woke” Ron DeSantis, la messa al bando è totale e le commissioni mediche hanno proibito ai medici del Sunshine State di offrire gender-affirming care a nuovi pazienti under 18, pena la radiazione. Gli altri stati con bando totale sono Idaho, Indiana, Mississippi, Iowa, Kentucky, South Dakota, Tennessee e Utah.
Tra gli stati con bando parziale troviamo l’Arizona, dove è proibita la chirurgia, ma non i bloccanti della pubertà o la terapia ormonale; la Georgia, dove non possono essere somministrate terapie ormonali a nuovi pazienti - non è retroattiva - ma non tocca i bloccanti della pubertà; il Missouri, dove il Procuratore Generale dello stato ha legiferato che chiunque voglia ricevere questo tipo di trattamento deve documentare la durata di tre anni della sua disforia di genere e diciotto mesi di terapia. I pazienti devono ricevere una perizia psichiatrica e sottostare ad altri requisiti; infine, in West Virginia, sono permessi i trattamenti solo se le condizioni mentali sono “gravi”.
In due stati, Alabama e Arkansas, le leggi anti gender-affirming care per i minori sono state bloccate dalle corti statali. In più di 12 stati rimanenti si stanno considerando bandi o restrizioni. Molti di questi, tuttavia, hanno una camera o un Governatore dem. Quest’ultimo caso è quello del Kansas, dove una legge Repubblicana di messa al bando verrà probabilmente bloccata dal veto della Governatrice Laura Kelly. Lo stesso è successo in Wyoming.
Texas e Oklahoma invece si uniranno alla lista degli stati con bando totale o parziali, soprattutto dopo che Greg Abbott, Governatore del Texas, ha ordinato agli assistenti sociali lo scorso anno di indagare per abuso su minori quelle famiglie che supportavano la transizione dei propri figli, ordine fortunatamente bloccato da una corte. In Nebraska, i Democratici hanno provato a bloccare il processo ricorrendo al filibuster, ma nelle scorse settimane lo stallo è saltato. Altri stati dove probabilmente queste leggi passeranno sono Montana, North Dakota, South Carolina e North Carolina, quest’ultimo nonostante la guida del Democratico Roy Cooper: i Repubblicani dell’Old North State sono riusciti infatti a ottenere una maggioranza a prova di veto.
Facendo due conti, gli stati dove la gender-affirming care non è minacciata sono pochi e non è così paranoide quindi affermare che i diritti transgender sono sotto costante minaccia.
Un limite a un diritto umano
Sono più di 58.000 le persone trans dai 13 anni in su a cui viene negata totalmente e parzialmente la possibilità di intraprendere un percorso sicuro di transizione a causa delle leggi implementate dai Repubblicani. Sono circa un terzo di tutte le persone transgender su suolo statunitense.
L’American Medical Association già nel 2021 aveva fatto appello alla politica di non intromettersi in una pratica medica e clinica così delicata e che, tale intrusione, poteva risultare in un danno irreparabile per la salute fisica e mentale delle persone transgender. In un commento su Healio, autorevole giornale medico americano, la Dottoressa Janet Y. Lee, pediatra e endocrinologa dell’Università della California, ribadiva: «Gli attuali sforzi di limitare la gender-affirming care, specialmente ai minori, sono allarmanti e potenzialmente letali per gli individui transgender e di genere diverso. È deprimente come i politici stiano cercando di interferire con pratiche mediche basate su evidenze scientifiche».
Cosa può interessare però all’attuale GOP la base scientifica quando hanno una battaglia facile da vincere e un elettorato che ancora non comprende a pieno le istanze della comunità trans? Nulla. L’istanza GOP contro la gender-affirmative care è che questa sia sperimentale, pericolosa e che i minori non siano in grado di decidere da soli in maniera permanente e matura. Cavalcare l’onda anti-trans è una battaglia sicura, perché ancora una volta si tratta di “proteggere i bambini” da queste devianze “radical”, e crescerli “come gli adulti che Dio vorrebbe”, per citare la Governatrice dell’Alabama Kay Ivey.
Nella strana assonanza di nomi, il Dio invocato da Ivey è lo stesso citato dalla piccola Shappley quando urla al mondo che lei, bambina trans, esiste e ha diritto di esistere? O è l'artificio retorico di una parte politica che odia il prossimo, ma ama il voto facile, non accettando una società diversa e che vuole cambiare prospettiva, per buon senso, garantendo diritti e sicurezza a chi fino a ora non aveva molta voce in capitolo?
Non cambia una cosa, a prescindere dalle proprie convinzioni: la solidità delle evidenze scientifiche della gender-affirming care dovrebbe bastare come punto fermo per non bandirla. Affermare il contrario è menzogna, pseudoscienza, demagogia: se non è questa cancel culture, non so cosa lo sia.
[1] Turban JL, Ehrensaft D. Research Review: Gender identity in youth: treatment paradigms and controversies. J Child Psychol Psychiatry. 2018;59(12):1228-1243. doi:10.1111/jcpp.12833