La retromarcia americana nella prevenzione
Calano i tassi di vaccinazione negli Stati Uniti, mentre la politica cavalca l'onda dello scetticismo e dell'antiscienza
Nonostante un voto quasi unanime di conferma del Partito Repubblicano di Donald Trump a Robert F. Kennedy Jr. alla guida del Dipartimento della Salute statunitense lo scorso febbraio, una voce repubblicana è andata fuori dal coro: quella dello storico Senatore del Kentucky, Mitch McConnell.
Una delle ragioni dell’opposizione di McConnell a uno scettico della scienza medica come RFK Jr. è facilmente individuabile. Mitch McConnell è l’unico membro del Congresso vivente sopravvissuto alla poliomielite, malattia infettiva di origine virale che intacca il sistema nervoso centrale e che viene diagnosticata principalmente in età infantile. Lo stesso Senatore ha confermato il motivo della sua opposizione a RFK Jr., dicendosi contrario a chiunque cerchi il consenso in Senato e sia associato a vari tentativi di minare la fiducia del pubblico su cure comprovate dalla scienza.
Il vaccino per la polio esiste dagli anni Cinquanta: da allora, i casi sono scesi in maniera drastica, fino all’eradicazione negli Stati Uniti dichiarata nel 1979, grazie alle campagne di vaccinazione massive che hanno protetto la popolazione infantile dai contagi. Nonostante l’insorgenza di qualche sparuto caso negli scorsi anni, è evidente la vittoria della scienza in tal senso.
Le vaccinazioni sono nel mirino degli scettici come RFK Jr. da molto tempo. Lo vediamo nei confronti del trivalente MPR (morbillo, parotite, rosolia), di quello antipolio, fino al più recente vaccino anti-Covid. La disinformazione e le teorie antiscientifiche continuano a riempire le paure delle persone, dissuadendole dall’atto di proteggere sé stesse e i loro figli. Sfortunatamente, questo sta portando a delle previsioni inquietanti per il futuro della prevenzione delle malattie infettive sul suolo statunitense. Non aiuta nemmeno la linea della nuova amministrazione, che ha appunto abbracciato scetticismo e anti-scienza come battaglie politiche, rivolgendo le policy in materia sanitaria in tal senso.
Uno studio pubblicato su Jama[1] lo scorso aprile ha rilevato, tramite un modello progettato all’Università di Stanford, che nei prossimi 25 anni ci sarà un aumento della frequenza e dell’entità di focolai di infezione precedentemente eradicate e prevenibili proprio a causa del calo dei tassi di vaccinazione infantile degli ultimi anni negli Stati Uniti. Significherebbe che queste malattie potrebbero tornare endemiche negli Stati Uniti. Nulla di surreale o fantascientifico, considerata la recente epidemia di morbillo che ha causato più di mille casi in tutto il territorio e tre decessi. Il 95 per cento di questi, secondo i dati dei CDC, erano appunto pazienti non vaccinati.
Questo calo nelle vaccinazioni purtroppo esiste ed è confermato da numerosi studi[2] sul tema, così come si sa che è antecedente l’ascesa di RFK Jr. al Dipartimento della Sanità. In un articolo del New York Times dello scorso gennaio, in cui si analizzano i dati forniti dai CDC, viene mostrato come il declino più drastico è arrivato dopo la pandemia di Covid-19, che ora si trova sotto il target federale del 95 per cento. Questo vale per il vaccino contro il morbillo, ma anche per quello contro la polio, la pertosse e la varicella. Si registrano inoltre cali drastici in determinate contee e distretti scolastici. Le motivazioni sono per di più politiche. I dati mostrano chiaramente come le diminuzioni di percentuale siano più comuni nei red states che hanno votato a maggioranza Trump a novembre, rispetto ai blue states democratici, anche se nemmeno questi sono esenti da questo fenomeno. La sfiducia nel sistema sanitario ha sicuramente contribuito allo scetticismo, che trova grande eco sui social media su cui girano teorie sfatate da molto tempo, come quella che origina dal famigerato studio Wakefield che correla vaccini e autismo e che ancora ha – sfortunatamente – il suo seguito.
I tagli alla spesa pubblica sanitaria e le politiche di RFK Jr. sicuramente non stanno aiutando a invertire il trend. Proprio Kennedy, nel pieno dell’esplosione dei focolai di morbillo in Texas, aveva sì detto che la vaccinazione è importante, ma aveva anche sostenuto la libertà di scelta, tema caro antivax, e promosso cure non comprovate da studi clinici a base di vitamina A. Gli esperti, inoltre, stanno alzando la preoccupazione sul fatto che proprio questi tagli impediranno risposte pronte ed efficienti a focolai infettivi, rendendo la popolazione americana sempre più vulnerabile. Lo stesso vale per gli importanti tagli alla ricerca scientifica e medica che l’amministrazione Trump sta proponendo e che il National Institutes of Health (NIH) si deve trovare ad affrontare. Questo significa che anche la ricerca per altre patologie infettive, come l’HIV, può subire una grossa battuta d’arresto a causa di tagli del personale, sospensione dei finanziamenti e ristrutturazione della leadership del NIH stesso e delle altre agenzie federali in tema di farmaci e sanità.
Ad esempio, lo scorso 11 giugno RFK Jr. ha riformato completamente il Comitato Consultivo sulle Pratiche di Immunizzazione (ACIP), due giorni dopo aver licenziato tutti i membri precedenti accusandoli di malasanità. Questo Comitato si occupa di fornire consulenze ai funzionari della sanità proprio sulle vaccinazioni. RFK Jr. ha già promesso che il nuovo Comitato riconsidererà il programma vaccinale per i bambini, promettendo un ripristino della fiducia del pubblico nei vaccini. Tuttavia, un articolo pubblicato su Nature ha riportato come alcuni dei membri del panel siano palesemente scettici nei confronti delle vaccinazioni, addirittura finendo nella dedica del libro The Real Anthony Fauci: Bill Gates, Big Pharma, and the Global War on Democracy and Public Health il cui autore è proprio Robert F. Kennedy Jr. La paura degli esperti è che il nuovo ACIP riduca il numero di vaccini e dosi, creando una situazione pericolosa per la salute pubblica. Inoltre, RFK Jr. ha affermato che il nuovo comitato richiederà adeguati studi di sicurezza con gruppi di controllo a cui viene somministrato un placebo, prima di raccomandare i vaccini. Ciò che però RFK Jr. forse non sa è che questo accade già in fase di trial clinico: chiederne di ulteriori potrebbe seriamente rallentare il processo di studio e poi approvazione dei vaccini.
Come ha affermato Katherine Wu in un suo pezzo su The Atlantic, ormai RFK Jr. non si sforza nemmeno più di indorare la pillola. Se all’udienza al Congresso di febbraio, quella dove ha ricevuto la sonora bocciatura di McConnell, si è presentato ripulito e disposto a trattare con la scienza, è infine riuscito a portare l’anti-scienza a livello statale. Quindi, scrive Wu, “antivaccinista” rischia di perdere la sua accezione estremista e negativa, mentre chi sta dalla parte della scienza e dei dati solidi passa per antigovernativo. Le malattie infettive però, quelle che abbiamo già imparato a contenere, non aspettano la lentezza delle nostre discussioni politiche per colpire e fare il loro corso, soprattutto tra la popolazione più fragile, che ora rischia la vita una tacca più di prima.
[1] Kiang MV, Bubar KM, Maldonado Y, Hotez PJ, Lo NC. Modeling Reemergence of Vaccine-Eliminated Infectious Diseases Under Declining Vaccination in the US. JAMA. 24 aprile 2025. doi:10.1001/jama.2025.6495
[2] Dong E, Saiyed S, Nearchou A, Okura Y, Gardner LM. Trends in County-Level MMR Vaccination Coverage in Children in the United States. JAMA. 2 giugno 2025. doi:10.1001/jama.2025.8952