La radicalizzazione delle televisioni per non perdere audience
La polarizzazione politica negli Stati Uniti ha raggiunto livelli senza precedenti, in gran parte alimentata dal cambiamento nel panorama mediatico all’interno del Paese.
Quando si considera il ruolo dei media e il loro impatto sulla democrazia e sulla polarizzazione politica statunitense, emerge un sentimento predominante tra gli americani: una crescente percezione dei danni causati, piuttosto che dei benefici apportati.
Infatti, secondo un recente sondaggio dell'Associated Press-NORC Center for Public Affairs Research e Robert F. Kennedy Human Rights, quasi tre quarti degli adulti statunitensi ritiene che i media stiano contribuendo ad alimentare la polarizzazione politica. Non solo; la maggioranza dichiara di avere poca o nessuna fiducia nelle loro capacità di riportare le notizie in modo equo e accurato. Solo il 16% si ritiene “molto fiducioso”. Di conseguenza, questo crescente scetticismo spinge molti a respingere i principali canali di informazione e a rivolgersi a social media o siti web inaffidabili.
Il 61% dei sostenitori del Partito Repubblicano, poi, afferma che i media danneggiano la democrazia, rispetto al 23% dei sostenitori Democratici e al 36% degli indipendenti. Complessivamente, circa 6 americani su 10 affermano che i media sono responsabili della diffusione della disinformazione e che hanno una grande responsabilità nell'affrontarla.
L’imparzialità politica di Fox News e MSNBC
Avere a disposizione molte opzioni di notizie, ha portato i consumatori a selezionare quelle che confermano le loro convinzioni preesistenti, evitando visioni alternative. A tal proposito, le reti di informazione via cavo - in particolar modo Fox News e MSNBC - sono stati frequenti bersagli d’accusa per la loro presunta parzialità politica. Questi canali, infatti, costituiscono un business che si basa su ascolti e pubblicità e pertanto, per catturare l'attenzione del pubblico, devono essere coinvolgenti. Conseguentemente, il confine tra informazione e intrattenimento si è fatto sempre più labile.
Fox News, ad esempio, si è affermata come la rete di notizie via cavo più seguita del Paese trasmettendo “meno notizie” e più "opinioni sulle notizie". In risposta a ciò, MSNBC ha adottato il medesimo approccio - ma di sinistra - per attirare pubblico. Alcuni suggeriscono che la soluzione sia esporre i liberali a Fox News e i conservatori a MSNBC. Tuttavia, la ricerca mostra che l'ascolto di opinioni contrarie possa radicare ulteriormente i telespettatori nella loro identità politica, in quanto tutte le argomentazioni sono percepite come parziali e false.
Social Media, tra “filter bubbles”, “echo chambers” ed elezioni presidenziali
È sempre più diffusa la preoccupazione che anche i social media contribuiscano alla polarizzazione politica. Mentre la comunicazione dei notiziari via cavo è unidirezionale, quella dei social media offre un modello bidirezionale, permettendo a chiunque di produrre e condividere facilmente contenuti capaci di raggiungere immediatamente un pubblico globale. I social media hanno reso possibile la diffusione istantanea delle “fake news”, amplificate in “comunità” di individui che la pensano allo stesso modo, grazie agli algoritmi di classificazione che tendono a filtrare opinioni contrastanti. Questo fenomeno, denominato “filter bubbles” (bolle di filtraggio), riduce l’esposizione a punti di vista divergenti e alimenta una maggiore polarizzazione ideologica all’interno della società. Inoltre, la polarizzazione politica è aumentata grosso modo anche per via delle cosiddette “echo chambers” (camere dell’eco), spazi in cui gli utenti si isolano da una gamma più ampia di fonti di informazione.
Oltre agli algoritmi, la diffusione della disinformazione è amplificata anche dall’impiego di “bot”. Dopo le elezioni presidenziali del 2016, infatti, la disinformazione online è diventata particolarmente evidente: circa il 20% di tutti i tweet politici proveniva da account bot. Sebbene la maggior parte di essi fosse di origine nazionale, il rapporto Mueller ha confermato l'interferenza russa attraverso bot stranieri.
Durante il corso delle elezioni presidenziali del 2020, poi, le élite politiche hanno cercato di convincere l'opinione pubblica americana che i voti per posta avrebbero generato massicci brogli elettorali. Insieme a Fox News e ai social media, l'ex Presidente Donald Trump ha ripetutamente proclamato che “l'elezione gli era stata rubata e che la vittoria di Joe Biden era illegittima”.
Il 6 gennaio 2021, invece, i sostenitori di Trump hanno marciato verso il Campidoglio. Hanno distrutto finestre e porte, preso d'assalto l'edificio, aggredito agenti di polizia, rubato proprietà federali e hanno temporaneamente impedito ai membri del Congresso di certificare la vittoria di Biden. Nel tentativo di deviare la colpa, i trumpiani hanno diffuso false informazioni sui social media, accusando Antifa, la CIA e altri di aver commesso azioni violente, mentre i media liberali sono stati accusati di aver falsificato la descrizione degli eventi.
In conclusione, sia i media tradizionali che i social media stanno contribuendo ad amplificare la polarizzazione politica negli Stati Uniti. Sebbene il disaccordo tra i partiti sia una parte essenziale del processo politico, la polarizzazione basata su concezioni errate, porta le persone a combattere nemici immaginari. Affrontare questa sfida richiede dunque un impegno collettivo per promuovere un giornalismo responsabile e combattere la disinformazione, al fine di preservare la salute della democrazia americana.