La morte della Regina Elisabetta e le sfide del nuovo Regno Unito di Re Carlo III
La notizia della morte della regina Elisabetta II ha colpito come un fulmine un mondo distratto, impegnato a scendere a patti con un futuro incerto. L'eredità passa al figlio Carlo.
Pubblichiamo questo contributo del nostro collaboratore Emanuele Monaco sulla scomparsa della sovrana del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Elisabetta II, avvenuta ieri pomeriggio.
La notizia della morte della Regina Elisabetta II ha colpito come un fulmine un mondo distratto, impegnato a scendere a patti con un futuro incerto. La sua età e i problemi di salute non rendono la notizia meno inaspettata e dagli effetti dirompenti.
Se ne va una figura fissa nella storia e immaginario di intere generazioni. L’ancora di una nazione passata da Winston Churchill a Liz Truss, da un impero dove non tramontava mai il sole a un regno dagli orizzonti sempre più ristretti. In un’era in cui la deferenza ha lasciato posto a uguaglianza e rivoluzione sociale, la monarchia si è trovata a dover giustificare come mai prima la propria esistenza.
Elisabetta è riuscita a soppiantare l’antica dovuta lealtà verso il monarca con sentimenti che vanno dalla curiosità al sincero affetto e alla passiva accettazione, il tutto tenendo vivi il mistero e i rituali che conferiscono alla corona la sua aura di maestà.
Alla morte prematura di suo padre, il compito lasciatole in eredità era chiaro: trasformare l’architettura post-coloniale del Commonwealth nella garanzia di sopravvivenza dell’istituzione monarchica rimasta orfana dell’impero. A dispetto degli scandali, degli imbarazzi e delle stravaganze della sua famiglia, è riuscita pienamente in questa sua missione, rendendo la corona parte integrante di una moderna democrazia nel XXI secolo.
Il testimone ora passa a Carlo, che dovrà dimostrare che la continua esistenza di un’istituzione così anacronistica e profondamente kitsch non fosse solo legata alla figura, al lavoro e alla dedizione di sua madre in questi lunghi 70 anni.