Flash #41, la corsa per la Camera: cosa ci dicono i numeri
La corsa per il rinnovo dei seggi alla Camera e di un terzo di quelli al Senato si fa sempre più serrata. Come la corsa presidenziale, la gara è così incerta da somigliare al lancio di una moneta
In questi ultimi giorni di campagna elettorale, Donald Trump e Kamala Harris stanno concentrando tutti le loro energie in comizi negli Stati chiave e in apparizioni social e televisive. I due candidati si sono mostrati con i loro sponsor e sostenitori più importanti, ma anche con celebrità e personaggi pubblici, cercando di ottenere gli ultimi consensi. Esattamente come la corsa per la Casa Bianca, anche quella per il Congresso si sta facendo sempre più intensa e le previsioni più incerte.
Mentre è sempre più vicino l’election day, è bene ricordare che non si voterà solo per eleggere il Presidente: i cittadini americani andranno a scegliere anche la nuova composizione del Congresso. La ricomposizione del Congresso americano avviene ogni due anni: con le elezioni presidenziali e nelle cosiddette midterm. Si vota per il completo rinnovo della Camera e per un terzo dei seggi al Senato.
In questo momento il ramo legislativo è spaccato a metà: la Camera è controllata dai Repubblicani mentre il Senato è in mano ai Democratici, in entrambi i casi per maggioranze molto risicate. Mentre al Senato i Democratici hanno quarantasette seggi e sei indipendenti dalla loro, alla Camera 220 sono Repubblicani e 212 Democratici, con tre posti vacanti: ciò significa ricorrente ostruzionismo e spesso stallo politico.
La corsa per riprendersi la Camera è molto serrata ma le previsioni, così come quelle su chi diventerà presidente, sono molto incerte, come il lancio di una moneta. Secondo alcuni analisti, la corsa per il Congresso è «troppo serrata» per essere definita con previsioni affidabili: «È una questione di centimetri rispetto al passato», secondo un’analisi di David Wasserman. Un sondaggio di AbcNews del 9 ottobre dice che le previsioni per il prossimo novembre farebbero sperare per i Democratici alla Camera che, avendo ottenuto dei risultati più positivi rispetto alle previsioni alle scorse midterm, prevedono di riottenere la maggioranza; per Hakeem Jeffries, leader della minoranza democratica alla Camera, sarebbe una questione di pochi seggi e potrebbe diventare il primo speaker nero nella storia degli Stati Uniti. Jeffries, sulla linea della campagna di Harris, ne ha spesso fatto una questione esistenziale per la nazione americana, dicendo che sono in pericolo i valori fondanti della democrazia, fra cui il diritto di voto. «A quanto pare, i miei colleghi repubblicani estremisti MAGA hanno concluso che, piuttosto che cercare di vincere un dibattito e di radicare i cuori e le menti del popolo americano nelle idee, hanno scelto invece come strategia di impegnarsi nella soppressione del voto», ha detto qualche mese fa durante un discorso alla Camera.
Secondo un recente sondaggio di Fivethirtyeight, i democratici hanno un leggero vantaggio alla Camera (0,5 per cento). Allo stesso tempo però, l’attuale speaker repubblicano Mike Johnson spera di mantenere la piccola maggioranza repubblicana e rafforzarla. Il successo democratico nel 2022 è avvenuto nonostante le elezioni di metà mandato significhino molto spesso delle sconfitte per il partito del Presidente, specialmente con una condizione economica critica come era quella americana sotto l’amministrazione Biden in quel periodo. Le nuove speranze democratiche sono nate soprattutto in seguito alla decisione di Joe Biden di ritirarsi dalla corsa e all’inizio della campagna di Harris.
Secondo il Cook Political Report, i Repubblicani potrebbero vincere 206 seggi contro i 203 dei democratici, mentre 26 sono in bilico e saranno decisivi. Ci sono diversi distretti chiave in cui i candidati concentrano i loro sforzi, perché i seggi sono stati ribaltati alle midterm o perché chi li ha vinti lo ha fatto per margini molto stretti.
Gli Stati in cui la corsa è più intensa sono New York e California, mentre i temi più divisivi per gli elettori sono aborto, immigrazione ed economia, proprio come nella corsa presidenziale. I Democratici puntano sui successi politici ottenuti negli ultimi anni, come la legge sulle infrastrutture e l’Inflation Reduction Act. Inoltre, come accadde alle midterm, anche l’aborto è una questione fondamentale. Nel 2022 il tema ha spinto molti elettori a recarsi alle urne a favore dei democratici. L’aborto è infatti il tema sul quale i Repubblicani faticano di più ad ottenere consensi soprattutto, come specificato dal Wall Street Journal, dopo aver firmato il Life at Conception Act, una legge che parte dal presupposto che ogni vita umana in ogni sua forma debba essere rispettata per proteggere il feto sin dal momento del concepimento. L’economia è il tema più spinoso per i Democratici, che subiscono le frustrazioni degli elettori per l’inflazione dei quattro anni appena passati.
Sarà cruciale, per l’agenda politica del prossimo presidente, quale partito dominerà la Camera e il Senato per la realizzazione del programma politico e per intraprendere una linea coerente di governo.