La Cina continua a far preoccupare gli Stati Uniti
Le due economie più importanti del mondo continuano a essere contrapposte su tematiche di interesse nazionale e sulle alleanze strategiche con altri Paesi, ma provano a dialogare per il bene globale.
Nella giornata di mercoledì 3 luglio, il Presidente cinese Xi Jinping e il Presidente russo Vladimir Putin si sono incontrati in occasione del summit annuale dei leader della Shanghai Cooperation Organization (SCO), un’organizzazione di difesa e di sicurezza internazionale fondata nel 2001 da Cina e Russia. L’incontro ha destato preoccupazioni sul fronte statunitense ed europeo, dato che la Cina ha anche superato l’Unione Europea come partner commerciale più importante per la Russia. Il Presidente Xi Jinping, a conferma della testimonianza di febbraio 2022 in cui lui e Putin dichiaravano una partnership “senza limiti” tra Cina e Russia, ha riferito al Presidente russo che i due Paesi dovrebbero mantenere l’aspirazione originale del loro piano di un’amicizia duratura alla luce della delicata situazione internazionale. Xi Jinping ha concluso dicendo: «Cina e Russia dovrebbero continuare a rafforzare una coordinazione strategica, opporsi alle interferenze esterne e salvaguardare congiuntamente la tranquillità e la stabilità della regione». Come si collocano gli Stati Uniti in tutto ciò?
Tra febbraio e maggio i due Paesi hanno avuto una serie di incontri per trattare materie di diversa natura: ad aprile, il Segretario al Tesoro degli Stati Uniti ha effettuato un viaggio diplomatico in Cina per parlare dell’overcapacity, ossia dell’esportazione cinese di tecnologie a basso costo che ha causato un crollo globale dei prezzi. Qualche giorno dopo, il Segretario di Stato Antony Blinken si è recato in Cina per incontrare il Presidente cinese Xi Jinping e il Ministro degli Esteri Wang Yi per affrontare le questioni di sicurezza legate al supporto industriale della Cina alla Russia. Gli Stati Uniti hanno accusato la Cina di fornire alla Russia tecnologie che possono essere usate sia in ambito civile, sia in ambito bellico, foraggiando quindi indirettamente la guerra in Ucraina. Altri motivi di recente tensione tra i due Paesi riguardano TikTok, per il quale il Congresso statunitense ha imposto al proprietario cinese di vendere l’applicazione entro un anno, e la progressiva eliminazione, da parte delle aziende cinesi, dei microprocessori statunitensi a favore di soluzioni nazionali. Non mancano tuttavia i momenti di dialogo che coinvolgono Stati Uniti e Cina su larga scala: prosegue infatti la collaborazione nella lotta al cambiamento climatico e sull’intelligenza artificiale.
L’amministrazione Biden ha assunto dall’inizio una posizione specifica nei confronti della Cina: continuare quanto fatto dall’ex Presidente Trump senza però rinunciare a momenti di collaborazione. I rapporti con un Paese come la Cina sono essenziali: alla fine del 2023, Xi Jinping ha riferito a Joe Biden di voler annettere Taiwan alla Cina in modo pacifico, senza l’utilizzo della forza. Il governo di Beijing ha un rapporto di fiducia importante anche con un altro Paese a trazione dittatoriale: la Corea del Nord, con la quale sussiste una cooperazione amichevole e strategica bilaterale per far fronte alla «turbolenta situazione internazionale», per citare le parole del Ministro degli Esteri Wang Yi. Nel conflitto a Gaza tra Israele e Palestina, invece, il governo cinese non ha mai nascosto di essere in linea con le Nazioni Uniti: «Gli Stati Uniti hanno negato alla Palestina di essere un membro delle Nazioni Unite ma non possono negare la richiesta locale di cessare il fuoco… Per quanto riguarda la questione palestinese, la Cina sta sempre dalla parte della pace, della giustizia e della coscienza umana… la Cina continuerà a lavorare senza tregua e in modo costruttivo con le parti coinvolte per mettere fine il prima possibile alla guerra a Gaza».
Per anni i dati sembravano suggerire un sorpasso imminente dell’economia cinese nei confronti degli Stati Uniti: la crisi pandemica ha però colpito duramente la Cina, mentre gli Stati Uniti hanno continuato a crescere in modo prorompente, mettendo fine a questa sfida per almeno diversi anni. Le partnership che la Cina sta stringendo con i più discussi leader mondiali e le posizioni assunte nei principali conflitti internazionali attribuiscono però alla Cina un potere enorme. Le prossime elezioni statunitensi potrebbero contribuire nuovamente a rimescolare i giochi di potere tra Cina e Stati Uniti: secondo Bloomberg Pechino non avrebbe alcuna preferenza per la vittoria di un candidato o dell’altro, per quanto un nuovo governo guidato da Trump rischierebbe di mettere in crisi la Cina per le sanzioni e le tariffe che verrebbero applicate sulle esportazioni cinesi e per le sue politiche nazionaliste. Durante il primo mandato alla Casa Bianca, Trump aveva infatti dato luogo a una guerra commerciale con la Cina, aveva rafforzato i legami con Taiwan e aveva ideato nuove strategie militari di controffensiva.
Poche volte nella storia recente si sono viste così tante vicende politiche intrecciarsi su scala globale: il conflitto in Ucraina è stato perpetrato da Putin, grande alleato di Xi Jinping. La guerra a Gaza è stata portata su livelli estremi da Israele, storico partner degli Stati Uniti. In Europa le destre cominciano a rappresentare una grande fetta dell’elettorato. La Cina e gli Stati Uniti rimangono dunque i protagonisti di questo secolo e dai loro rapporti dipenderanno in modo indissolubile anche le sorti di tutto il mondo.