La Bidenomics funziona ma gli americani non lo sanno
Numeri alla mano, Joe Biden ha impresso una forte accelerazione all'economia statunitense. Tuttavia, fatica a comunicarlo in maniera efficace. Questo potrebbe essere cruciale in vista delle elezioni.
La Bidenomics macina risultati: il PIL aumenta con vigore, i mercati azionari sono ai massimi, l’inflazione continua a scendere. L’economia statunitense non solo va a gonfie vele, ma è anche più redistributiva che in passato, a beneficio di un numero maggiore di americani che, tuttavia, faticano a rendersene conto.
Cos'è la Bidenomics
Al suo debutto da Presidente, Joe Biden promise una crescita economica non più focalizzata sul creare ricchezza dall'alto verso il basso, bensì seguendo il principio opposto: generare ricchezza dal basso verso l'alto e dal centro verso l'esterno.
Biden propose un vero e proprio impianto valoriale applicato all'economia, che mettesse dei paletti ben precisi in merito non solo alla generazione della ricchezza, ma anche a come essa è allocata. In breve: crescere, a patto di farlo tutti insieme.
La Bidenomics si struttura infatti su tre pilastri:
Investimenti pubblici smart, soprattutto sulle infrastrutture
Dare potere e più istruzione alla middle class
Promuovere la concorrenza e abbassare i costi, soprattutto per le PMI
Un capovolgimento del tipico paradigma conservatore, che si focalizza più sul creare valore a prescindere da chi ne beneficia, nella convinzione che se si arricchisce chi sta in cima alla piramide, allora i benefici percoleranno anche verso il basso.
Biden Vs Trump
I numeri danno ragione a Biden. Gli Stati Uniti stanno performando meglio di quando il Presidente era Donald Trump, periodo pre COVID compreso. Questo nonostante due anni fa, ai tempi delle scorse midterm, gli analisti davano per certa un’imminente recessione. Che non solo non c'è stata, ma si è trasformata in una marcia trionfale, che ha trascinato i mercati azionari ai massimi storici.
Gli Stati Uniti trainano anche buona parte del mondo occidentale, che però non riesce neanche lontanamente a performare altrettanto bene. In Europa abbiamo una crescita contenuta, con il PIL dell’Eurozona che nel 2023 ha segnato un +0,5% contro il +2,5% degli Usa, e oggettive difficoltà, come ad esempio la Germania in recessione. Dall’altra parte dell’Atlantico Biden, invece, riesce a tenere in equilibrio un apparente controsenso: avere allo stesso tempo l’inflazione che scende e l'economia che tira, in un periodo di politica monetaria restrittiva con i tassi d'interesse che, così alti, non si vedevano da più di vent'anni.
Tuttavia, non è un boom fine a sé stesso. Mentre succede tutto questo la diseguaglianza economica cala, la disoccupazione è al minimo da decenni, e ben il 63% degli americani si dice soddisfatto della propria situazione finanziaria. Un benessere capace di arrivare anche agli strati più in difficoltà della società: che la maggioranza degli americani se la passi meglio con Biden che con Trump è un dato oggettivo.
Stai meglio, cosa ti lamenti?
Tuttavia, secondo un'indagine di Yougov, se il 44% degli americani approva come Biden sta gestendo l'economia, il 45% degli intervistati trova che Trump farebbe meglio. In tutto questo, anche il consumer sentiment non si schioda dal periodo prepandemico, quando la disoccupazione era ben più alta e i dati non certo così buoni come ora.
Si tratta di un disallineamento tra la realtà e la percezione che gli elettori hanno di essa, che i Repubblicani stanno cercando di sfruttare a proprio vantaggio
La capacità di mantenere in buona salute l’economia è l'aspetto principale su cui tradizionalmente viene giudicata la politica dell'esecutivo da parte degli americani. Non essere in grado di trasmettere con efficacia i risultati che si stanno raggiungendo rischia quindi di costare caro a Joe Biden. Le elezioni sono molto vicine e potrebbe non riuscire a invertire il trend in tempo.
Nel GOP questo è molto chiaro. In numerose occasioni pubbliche esponenti Repubblicani – ivi compreso Trump – hanno usato ripetutamente il termine Bidenomics in senso dispregiativo, con l’obiettivo evidente di connotarlo in maniera negativa e di renderlo quasi una parolaccia. Fino all'anno scorso, Biden sembrava abboccare.
La Bidenomics divide i dem
Negli ultimi mesi del 2023 Biden è stato infatti più prudente, da questo punto di vista. Ha usato sempre meno il termine Bidenomics nei suoi discorsi, preferendo raccontare i suoi successi in economia senza farne uso.
Una scelta che ha diviso il Partito Democratico. Per Dan Kildee, congressman Democratico del Michigan che non si ricandiderà alle prossime elezioni, la Bidenomics sta a Joe Biden come l’Obamacare stava a Barack Obama: un termine identitario, positivo, e per questo suggerisce di continuare a farne uso. Tuttavia, per David Axelrod, top strategist ai tempi di Barack Obama, «la gente guarda l’economia attraverso la lente dell’inflazione e dei tassi d’interesse», e per questo «brandizzare l’economia con il proprio nome appare come una cattiva strategia».
Axelrod non ha tutti i torti. La maggioranza degli elettori non ha una sufficiente educazione finanziaria per comprendere i dati macroeconomici e misura l’andamento dell’economia in base a due termometri non particolarmente precisi: lo scontrino del supermercato e la rata del mutuo a tasso variabile.
È innegabile che i tassi non scenderanno, finché la politica monetaria restrittiva della FED continuerà a essere la priorità. Tuttavia, per molti analisti è probabile che un calo dei tassi si verifichi già quest’anno in quanto l’inflazione appare ormai sotto controllo, addirittura vicina al 2% secondo le stime dell’economista Paul Krugman.
Biden sembra averlo capito, e da inizio anno ha ricominciato a parlare di Bidenomics.
Realtà vs percezione
Il problema è che la percezione che le persone hanno di questi cambiamenti non è istantanea ed è affetta da alcuni bias.
La stragrande maggioranza delle persone non si rende conto che se l’inflazione cala non significa che i prezzi diminuiscono, ma che il loro aumento è meno rapido (per avere un calo dei prezzi dovremmo essere in deflazione, cioè l'inflazione dovrebbe essere negativa). Per questo motivo è molto più semplice rendersi conto che la spesa al supermercato costa più dell'ultima volta – e quindi l’inflazione batte forte – piuttosto di rendersi conto che la spesa è aumentata comunque, ma in misura minore.
C’è poi il bad news bias. I media in generale tendono a dare maggior risalto alle cattive notizie, mentre quelle buone di solito trovano meno spazio. Per questo motivo tutti sanno che nella fase post pandemica l’inflazione è esplosa, mentre meno persone sono a conoscenza del fatto che ora l’inflazione è sotto controllo. Oltre a questo, in genere i media non allineati al governo tendono a dare ulteriore minor copertura alle buone notizie.
La polarizzazione acceca i conservatori
La polarizzazione estrema presente oggi nell’elettorato americano – e anche in quello europeo – amplifica questi fenomeni. Sull’economia l’elettorato è spaccato non tanto sulla base del censo, del titolo di studio o dell’età, quanto per l’appartenenza politica.
La differenza tra elettori Repubblicani e Democratici è però sostanziale, cosa evidente nel seguente grafico.
Repubblicani e Democratici si alternano nel giudicare positivamente o negativamente la gestione dell’economia da parte del Presidente in carica. Tuttavia, lo fanno in maniera molto diversa: se i Repubblicani incensano Trump e stroncano Biden in maniera netta e senza mezze misure, i Democratici sono molto meno tranchant nei loro giudizi. L'economia americana durante il mandato di Trump viene quindi giudicata dai dem in maniera meno severa, mentre l’inizio del mandato di Biden non è esente da scetticismo, salvo riprendersi di fronte ai risultati economici.
Questo diverso modo di percepire l'economia sarà determinante da qui a novembre. Da un lato, Biden ha poche speranze di portare dalla sua una parte un pezzo dell’elettorato Repubblicano, poco propenso a valutare i dati in maniera oggettiva. Dall’altro, dovrà convincere della propria capacità di governare l’economia un elettorato, quello Democratico, più indipendente e critico. Tutto questo tenendo presente di partire lievemente indietro nei sondaggi: come detto in precedenza, in totale sono più gli americani che tendono a ritenere Trump più capace in ambito economico, di quelli che vedono in Biden un candidato più performante, seppur il distacco tra i due sia di un solo punto percentuale.
In tutto questo, la scelta di Biden di sposare o cestinare la Bidenomics sarà determinante nel definire la connotazione emozionale legata al termine e, in definitiva, alla sua politica economica.