La battaglia contro la scienza vinta da Kennedy Jr.
Con l’attuale segretario alla Salute, i complotti e la contrarietà sfrenata alla scienza che da anni serpeggiano negli Stati Uniti diventano posizioni legittime

Gli Stati Uniti d’America sembrano essere diventati quel luogo in cui un Segretario alla Salute può rispondere, nel corso di un question time alla Camera, che le persone non dovrebbero accettare i suoi consigli medici - il tutto senza più apparentemente sollevare dubbi o perplessità di sorta. È ciò che ha fatto proprio Robert F. Kennedy Jr. lo scorso 15 maggio, passando sostanzialmente inosservato nella gravosa problematicità delle sue affermazioni.
Che il Segretario responsabile di supervisionare il benessere e la salute di più di 330 milioni di cittadini statunitensi si sia reso autore di simili boutade dalla sua nomina non dovrebbe sorprendere. Tuttavia, a proporsi come riflessione rilevante è come si è arrivati a nominare RFK Jr. Segretario alla Salute nonostante il corposo bagaglio di complottismo, pseudo scienza e scontri continui con il mondo della medicina, tutti ricostruibili, certificabili e risalenti a lungo tempo prima della sua ascesa al Dipartimento della Salute.
Si tratta del preoccupante trionfo della “scienza spazzatura” di Kennedy Jr., come la definisce il New Yorker in un lungo articolo che cerca di ricostruire il passato - mai rinnegato o ritrattato - di quello che, senza esitazione, andrebbe definito un complottista al governo.
Tra i primi atti di Kennedy Jr. non si può non citare un articolo risalente al 2005, pubblicato con Rolling Stone e Salon, attraverso il quale l’autore travisava volontariamente la trascrizione di una riunione tra medici con il solo scopo di sostenere la sua tesi sull’esistenza di una cospirazione con l’industria farmaceutica per promuovere e diffondere vaccini non sicuri. Tempo dopo, entrambe le testate hanno rimosso l’articolo dai propri siti web.
Sempre sul fronte dei vaccini - grandi nemici del Segretario alla Salute - non più di dieci anni fa, Kennedy Jr. avviava una collaborazione con un piccolo gruppo no-vax, oggi conosciuti come Children’s Health Defense, trasformato dallo stesso Kennedy Jr. in una “macchina della disinformazione”.
Le posizioni apertamente no-vax di Kennedy Jr. si pongono come un evidente problema nel paese che risulta essere il più colpito al mondo, in numeri assoluti, dalla pandemia da COVID-19, con oltre 102 milioni di casi confermati e più di 1.117.000 decessi. In ambienti medici e non, molti si sono interrogati su come agirebbe, infatti, il Segretario alla Salute a fronte di una nuova pandemia. Domanda, forse, di non troppo difficile risposta, se si scava - e nemmeno eccessivamente - nel passato di Kennedy Jr., scoprendo che durante la distribuzione di vaccini contro il COVID-19, l’oggi Segretario alla Salute aveva presentato una petizione ufficiale alla Food and Drug Administration (FDA) - agenzia federale che si occupa della regolamentazione dei prodotti farmaceutici - per revocare l'autorizzazione a procedere.
Posizioni che non si limitano a un mero scetticismo, ma che intrecciano anche la dimensione del razzismo: durante le audizioni di conferma della sua nomina, infatti, Kennedy Jr. ha trovato modo di rivendicare, facendo riferimento a “una serie di studi”, le sue convinzioni riguardo al fatto che le persone nere debbano seguire un calendario vaccinale diverso rispetto a quello delle persone bianche, avendo un sistema immunitario differente. Dando, dunque, corpo alle teorie mediche razziste per cui esistono differenze radicate nella biologia, Kennedy Jr. si è conquistato il suo posto a Washington un complotto alla volta.
Tra le posizioni completamente contrarie alla scienza e alla medicina vantate da Kennedy Jr., anche quella secondo la quale gli antidepressivi possano causare dipendenza come l’eroina. Ripetuta, anche questa, in sede di audizione di conferma della nomina. Il Segretario alla Salute ha forse trovato proprio in quella sede ufficiale validazione per la sua lunga crociata contro studi comprovati e riviste mediche, forte della nomina strappata sulla scia di anni di complottismo minuziosamente coltivato.
La sua conferma a Segretario alla Salute ha suscitato ampie e condivise preoccupazioni, non solo perché si tratta materialmente di aver posto Kennedy Jr. alla guida di un Dipartimento che gestisce 1.8 trilioni di dollari e che raggruppa agenzie come il Centers for Disease Control and Prevention, la già menzionata FDA e il National Institutes of Health (NIH), ma proprio in virtù della radicalità delle sue posizioni e di cosa comportano nella quotidianità dei cittadini statunitensi, come sta dimostrando in questi mesi.
“È come aver posto un lupo a guardia delle pecore”, ha commentato la virologa Theodora Hatziioannou con riguardo agli studi sull’HIV - che Kennedy Jr. ha suggerito non sia la causa reale dell’AIDS. Anche il presidente dell’American Public Health Association, Georges Benjamin, si è espresso chiedendo apertamente le dimissioni di Kennedy Jr. in virtù delle sue teorie complottiste e storicamente antiscientifiche.
Quello che suggeriscono simili posizioni è proprio un disprezzo per la scienza, oltre che il trionfo ufficiale dell’anti-intellettualismo e del populismo; si tratta della piena legittimazione di sentimenti negativi covati non solo contro la ricerca scientifica, ma anche contro chi la conduce.
Una posizione così tripudiante da permettere al Segretario alla Salute di rilanciare, durante il proprio mandato, con nuove falsità e antiscientismo: non ultima, la promessa di trovare, “entro settembre la causa dell’epidemia di autismo negli Stati Uniti”, non mancando di suggerire che tra le papabili motivazioni vi siano proprio i vaccini.
Questi ultimi sembrano non aver mai abbandonato l’interesse cospiratore di Kennedy Jr. che, sfruttando l’occasione offertagli recentemente dall’epidemia di morbillo scoppiata in Texas, ha pubblicamente affermato che i vaccini MMR contengano, tra le altre cose, residui di feti abortiti.
A distanza di pochissimo tempo e durante un comizio, il Segretario alla Salute ha poi dato nuovo slancio a una teoria complottista - questa volta incredibilmente non legata ai vaccini - risalente agli anni Novanta e secondo la quale il governo degli Stati Uniti sia responsabile delle scie chimiche tossiche lasciate dagli aerei e jet durante il volo a causa di sostanze volontariamente inserite nei mezzi.
Per quanto la scienza abbia smontato molteplici volte un simile complotto, sono diversi gli esponenti del mondo scientifico ad aver ricevuto minacce di morte per il solo fatto di aver portato dati per confutare tali convinzioni.
Si può ancora difendere la scienza in un simile contesto? Difficile a dirsi, perché i binari su cui si sta muovendo il Dipartimento e l’Amministrazione Trump sono sempre più preoccupanti e apparentemente irreversibili: dalla censura di dati federali, al taglio della spesa pubblica per la ricerca, fino alla deliberata scelta di sostituire studi medici “scomodi” con altri manipolati, con il solo scopo di sostenere gli obiettivi antiscientifici dell’Amministrazione.
Una direzione evidente e dimostrata anche dalla recentissima guerra alle riviste mediche e scientifiche condotta da Kennedy Jr. Il Segretario alla Salute, infatti, ha accusato riviste come The Lancet, JAMA e The New England Journal of Medicine di essere strumenti di Big Pharma, esponendo scienziati federali al rischio di venire licenziati e impedendo loro la possibilità di pubblicare su tali testate. Al contrario, Kennedy Jr. ha anticipato la possibilità che vengano create riviste alternative “proprie” del governo.
Il Segretario alla Salute ha motivato le sue convinzioni citando, tra le altre, la ex direttrice del New England Journal of Medicine, Marcia Angell, che dichiarò nel 2009 che “non è più possibile credere a gran parte della ricerca clinica che viene pubblicata” a causa dei legami finanziari con le aziende farmaceutiche.
Quali le conseguenze? Tra le possibili, sicuramente, la fuga della classe scientifica che, delegittimata, senza fondi né difese alcune dalle cospicue minacce di morte, sta valutando di trasferirsi all’estero, aprendo inevitabilmente a maggiori spazi di manovra per figure come Kennedy Jr, di cui gli Stati Uniti non sono certo a secco.