“Incredibile, amici!”: quelle partite speciali del 1° gennaio
Ebbene sì: in America football e basket hanno nel calendario dei match anche nella prima giornata del nuovo anno.
A New York i festeggiamenti di Capodanno iniziano con il tradizionale ball drop, una vera e propria cerimonia a cui assiste una moltitudine di persone. Si osserva una palla gigante cadere dal One Times Square a mezzanotte, per poi proseguire in diversi modi i festeggiamenti. In tutti gli Stati Uniti si saluta il vecchio anno e si accoglie quello nuovo con luci e musica a non finire. Al risveglio ci si riunisce a tavola con la famiglia per pranzare insieme, ma non c’è troppo tempo da poter passare davanti al piatto; infatti, lo sport americano non si ferma. C’è la TV lì a pochi metri che aspetta milioni di appassionati. Il giorno che da tradizione è riservato alle partite di football dei college da qualche anno è teatro anche dei grandi match della National Football League (NFL).
Tra le partite di Capodanno della NFL ce ne sono un paio che sono passate alla storia. La prima risale al lontano 1945 e riguarda l’Italia, in particolare Firenze. Era il primo gennaio quando quasi venticinquemila persone si sono radunate allo stadio Franchi per assistere allo “spaghetti bowl”. Il capoluogo toscano era stato liberato da mesi, anche se i nazisti tentavano ancora qualche azione disperata prima di cedere il territorio. L’esercito alleato aveva deciso di concedere ai soldati un piccolo momento di svago. Optarono per una partita di football americano, sport già affermato e ricco di appassionati. A sfidarsi sul campo da gioco furono una selezione della quinta armata dell’esercito contro una dell’aeronautica. Era Mudders contro Bridgebusters, per i locali “quelli che stavano nel fango” contro i “distruttori di ponti”. Intorno a loro era stata creata appositamente un’atmosfera a stelle e strisce, con hot dog per tutti e un piccolo show prepartita con protagonista una banda e qualche cheerleader. Vinse la squadra dell’esercito per venti a zero, soprattutto perché aveva tra le fila tre giocatori professionisti della NFL, passati dal campo da gioco a quello di battaglia. Le notizie dello “spaghetti bowl” sono giunte fino a noi grazie a qualche testata giornalistica che all’epoca ne aveva narrato le peripezie, tra cui Yank, rivista militare, e la più celebre Life. Un aneddoto interessante sulla partita è che i giocatori sono scesi in campo con un alto livello di tensione e gli aerei militari che volavano sopra di loro. Si cercò di tenere il più possibile segreto il luogo per evitare attacchi nemici.
La seconda partita di NFL che merita di essere raccontata si è svolta il 31 dicembre 1967 a Green Bay, Wisconsin. Il match è passato alla storia come “Ice bowl” molto semplicemente per le condizioni meteo quasi proibitive. In campo al Lambeau Field, davanti a circa cinquantamila spettatori, Dallas Cowboys e Green Bay Packers. Abituati agli inverni rigidi del Nord degli Stati Uniti, i gestori del campo si erano attrezzati con un telo per coprire il campo da gioco e il riscaldamento dell’impianto, ma quest’ultimo ebbe un malfunzionamento. Durante la serata si era registrata una temperatura di -26°C e una temperatura percepita di -44°C. Il freddo generale che congelava la città ha consegnato alla storia diversi aneddoti, alcuni dolorosi. È il caso della banda che avrebbe dovuto suonare prima della partita e all’intervallo, ma alla quale fu impossibile perché gli strumenti in legno si congelarono completamente e quelli in metallo si attaccarono alle labbra dei suonatori. Ben sette membri della banda furono trasportati in ospedale per ipotermia. Gli stessi giocatori ebbero delle difficoltà a raggiungere il campo perché i motori delle macchine non si accendevano. Uno di loro fermò una macchina con dentro due giovani fidanzati e per convincerli a portarlo allo stadio promise loro due biglietti per la finale. I problemi si fecero vivi anche per gli arbitri che prima dovettero andare in un negozio a comprare abiti più pesanti e poi dovettero rinunciare ai fischietti, visto che l’arbitro principale si era tagliato le labbra nel tentativo di staccare il fischietto congelato. La partita, vinta dai Packers 21 a 17, convinse gli organizzatori a non assegnare più finali a stadi non sufficientemente coperti e preparati ad affrontare temperature proibitive.
Capodanno è anche teatro della NBA. Dato che le partite si disputano nei palazzetti non esistono storie di “ice game”, ma si può parlare di un incredibile record del 2017. Non è una squadra a entrare nella storia del basket americano, come i Bulls, i Lakers o i Celtics, ma un singolo giocatore: James Harden. In quell’occasione si sfidano gli Houston Rockets, dove milita Harden, e i New York Knicks, registrando la vittoria dei primi per 129 a 122. In quella notte speciale il campione entra nella storia della NBA perché realizza una “tripla doppia”, ovvero raggiunge la doppia cifra in tre elementi chiave del basket: 53 punti, 16 rimbalzi, 17 assist. Molto significativo anche il fatto che abbia superato la soglia dei 50 punti realizzati in una singola partita, un avvenimento non così frequente. A fine partita Harden ha dichiarato di essere contento per la vittoria della sua squadra, aldilà del suo contributo, a dimostrazione dell’umiltà del campione entrato nella storia della NBA.