L'impero colpisce ancora: la rete di Charles Koch
L'inarrestabile ascesa della seconda famiglia più ricca d'America e della sua rete di candidati, gruppi e think tank conservatori che influenzano la politica americana.
Conservatori, ricchi, ma soprattutto influenti. E non solo in politica. Quando si guarda alla famiglia Koch, si pensa ad un’immensa fortuna, economica e politica, nata, inizialmente, come una compagnia petrolifera fondata dal Fred Koch padre e diventata, nel corso degli anni, un punto di riferimento per parte della politica statunitense.
Una fortuna che, però, non è stata esente da faide familiari: negli anni Ottanta e Novanta, una battaglia legale tra i quattro figli di Fred Koch per il controllo dell’azienda si è conclusa con un’alleanza tra Charles e David che hanno preso il controllo della quota maggioritaria della compagnia principalmente nel settore petrolifero, chimico e tessile.
David è scomparso nel 2019 dopo una lunga battaglia contro un cancro e, di conseguenza, Charles è diventato il punto di riferimento della Koch family che, ad oggi, è la seconda azienda privata più grande degli Stati Uniti e solo nel 2018 ha fatturato 110 miliardi di dollari, divisi tra società nel commercio di materie prime, nella produzione di asfalto, prodotti chimici, energia, fibre, fertilizzanti, minerali, gas naturale, plastica, petrolio, cellulosa e carta e allevamento.
Insomma: un impero. Nato nel 1940 da Fred Koch, padre anche di Frederick e William, che non hanno un ruolo all’interno delle vaste attività. Charles e David hanno trasformato il nome di famiglia in un sinonimo per i ricchi conservatori, rendendo le Koch Industries ancora più forti, e diventando la seconda famiglia più ricca degli Stati Uniti dopo i Walton, proprietari di Walmart.
È stata la seconda più grande azienda privata del paese a partire dal 2018, rendendo a David prima della sua morte e Charles un valore di circa 60 miliardi di dollari ciascuno, secondo Forbes, sempre nel 2018. L’enorme ricchezza generata dall’azienda è ciò che ha permesso ai fratelli Koch di costruire la loro rete nella politica statunitense conservatrice.
L’impegno politico della famiglia Koch
Charles e David Koch sono attivi nella politica americana almeno dal 1980, anno in cui David fu il candidato alla vicepresidenza del Libertarian Party. I loro contributi politici hanno iniziato ad attirare un'ampia attenzione da parte dei media nel 2008, quando, attraverso le loro fondazioni di famiglia, i Koch Brothers hanno finanziato in maniera imponente 34 organizzazioni politiche, tre delle quali fondate e molte altre finanziate.
Da allora hanno organizzato una rete di circa 500 donatori libertari e conservatori, candidati, gruppi di riflessione e altri gruppi. Come esempio della loro influenza, la giornalista investigativa Jane Mayer ha notato l’appello del presidente della Camera John Boehner a David Koch nel 2011, quando Boehner aveva bisogno di voti per bloccare lo shutdown.
Successivamente, la partecipazione “economica” alle elezioni del 2016, con più di 100 milioni di dollari donati a gruppi e Think tank di difesa e di politica di stampo conservatore-libertario negli Stati Uniti, tra cui The Heritage Foundation e Cato Institute (di cui erano anche azionisti) e, più recentemente, Americans for Prosperity.
Americans for Prosperity, fondata da David Koch, è stata definita da Kenneth P. Vogel di Politico come uno dei principali gruppi senza scopo di lucro che assistono il movimento del Tea Party; ma nel 2010, la portavoce di Koch Melissa Cohlmia li ha allontanati dal Tea Party e FreedomWorks sostenendo che «nessun finanziamento è stato fornito dalle società Koch, dalle fondazioni Koch, da Charles Koch o David Koch specificamente per sostenere il Tea Party».
La svolta “moderata”
Secondo, invece, il sito Koch Family Foundations and Philanthropy, «le fondazioni e le donazioni individuali dei membri della famiglia Koch» hanno sostenuto finanziariamente organizzazioni che «promuovono l'imprenditorialità, l’istruzione, i servizi umani, i giovani a rischio, l’arte e la cultura e la ricerca medica».
Tra i più forti influencer del conservatorismo statunitense, i fratelli Koch sono stati molto critici della presidenza Trump ma, negli ultimi anni, sembra siano diventati più “moderati”.
«Siamo profondamente preoccupati di come la società si è polarizzata», ha rivelato a Time qualche anno fa Sarah Ruger, direttrice della “libera espressione” presso il Charles Koch Institute, spiegando le attività della fondazione. A giugno, Politico ha riferito che il braccio politico della rete Koch, Americans for Prosperity, è molto preoccupato e sta considerando di sostenere i candidati presidenziali democratici.
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