Il miglior iPhone della Storia potrebbe essere il più costoso di sempre
Trump ha annunciato di voler imporre dazi commerciali di almeno il 25 per cento sui nuovi iPhone 17 previsti tra qualche mese, qualora Apple decidesse di non produrli direttamente negli Stati Uniti
Tra qualche mese Apple dovrebbe rivelare i nuovi modelli di smartphone iPhone 17. A distanza di più diciotto anni dall’uscita del primo modello di iPhone, presentato da Steve Jobs che ha definitivamente cambiato il modo di comunicare, Apple potrebbe aumentare il prezzo finale dei propri smartphone per poter sostenere i dazi commerciali imposti da Donald Trump.
Nella giornata di venerdì 23 maggio, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato sul suo social network Truth di voler imporre dei dazi di almeno il 25 per cento sui nuovi iPhone 17 in uscita nei prossimi mesi, qualora Tim Cook, l’amministratore delegato di Apple, non decida di produrli direttamente negli Stati Uniti. Nulla di nuovo rispetto a quanto già comunicato da Trump un paio di mesi fa in occasione dell’introduzione dei dazi commerciali verso molti dei Paesi con cui gli Stati Uniti commerciano. Già in quel momento Apple aveva pensato di spostare la produzione in India, un Paese non colpito dai dazi di Trump nella stessa misura della Cina: gli iPhone sono infatti dei dispositivi che ad oggi sono “progettati in California” e “assemblati in Cina”, per citare il famoso slogan presente su molti dei dispositivi Apple. All’inizio di maggio Tim Cook ha annunciato che la maggior parte dell’assemblaggio dei nuovi iPhone sarebbe stato effettuato in India.
Oggi, però, anche l’India dovrebbe essere sottoposta a dei dazi commerciali del 26 per cento nei confronti degli Stati Uniti e secondo le stime circa un iPhone su quattro verrebbe prodotto in India entro la fine dell’anno. I costi derivanti dai dazi commerciali tra Paesi sarebbero già di 900 milioni di dollari per Apple: se a questi si dovessero aggiungere pure dei dazi ad hoc del 25 per cento sulla produzione degli iPhone, mantenere stabile il prezzo dei nuovi smartphone di Apple sarebbe estremamente difficile. Nonostante i dazi, secondo Ming-Chi Kuo, analista di TF Securities International, ad Apple converrebbe comunque continuare a produrre i propri iPhone lontano dagli Stati Uniti.
Questa guerra commerciale tra Paesi sta portando le aziende ad alzare i prezzi dei propri prodotti tecnologici: di recente, Microsoft ha alzato i prezzi delle proprie console da gioco Xbox “a causa delle recenti condizioni del mercato e dell’aumento del prezzo di produzione”. Le stesse Nintendo e Sony stanno valutando gli sviluppi della questione commerciale tra Stati Uniti e il resto dei Paesi in cui le aziende tecnologiche sono solite produrre per sapere come posizionare le loro prossime console di gioco.
L’aumento dei prezzi per le aziende e per i consumatori finali porta infine a un inevitabile apprezzamento dei prodotti di seconda mano. Dal 2 aprile, giorno in cui Donald Trump ha annunciato al mondo la sua politica economica fatta di dazi commerciali, le azioni di ThredUp e Savers Value Village — le due aziende quotate più grandi di oggetti usati — hanno registrato un aumento del 31 e del 22 per cento. Gli sviluppi sono più che mai incerti ma quello che è sicuro è che il mercato dell’usato continuerà a crescere e che le aziende tecnologiche potranno essere obbligate a rivalutare il loro modello di business, investendo magari sull’ottimizzazione dei loro software più che sulla vendita di nuovi prodotti ogni anno.