Il grottesco mondo di Tim Burton
Autore di capolavori come Nightmare Before Christmas, il regista è riuscito a cavalcare la sua passione per il dark gotico percorrendo parecchia strada, anche in campo artistico
Sono molti i registi che negli ultimi anni si sono guadagnati un posto nella classifica dei maestri del cinema, ma non tutti sono stati in grado di creare un mondo parallelo fatto di personaggi che fanno ormai parte dell’immaginario di tutti noi. Tim Burton, con la sua impronta personale e facilmente riconoscibile è sicuramente uno di quelli che ci è riuscito.
Nato il 25 agosto 1958 a Burbank, in California, il solitario Tim Burton cresce guardando film horror, giocando nel cimitero locale e scarabocchiando qualsiasi cosa gli passi per la testa. Molto prima di intraprendere la carriera da regista Burton inizia a esprimere la sua arte attraverso la fotografia, la pittura e soprattutto il disegno, parte integrante del suo processo creativo. La sua enorme produzione di schizzi e acquerelli ci consente di dare un’occhiata nella mente di un genio la cui arte è costantemente in movimento, guidata dalla curiosità per il mondo che lo circonda.
Grazie alla sua vena creativa, a 18 anni vince una borsa di studio messa in palio dalla Disney che gli permette di affinare la sua tecnica presso il California Institute of the Arts di Valencia (California) e, nel 1979, di diventare animatore ufficiale Disney. Burton non è però soddisfatto dei suoi lavori, perché molto lontani dalla vera natura del suo lato artistico: la casa di produzione non può però farselo scappare e gli lascia quindi la libertà di lavorare ai suoi progetti personali. È cosi che nascono i suoi primi due cortometraggi, che gli permettono di farsi conoscere e apprezzare anche dalla critica: Vincent (1982) e Frankenweenie (1984).
Già nei suoi esordi cinematografici possiamo cogliere l’essenza di tutta la sua poetica, dall’amore per il neoespressionismo tedesco e lo stile barocco fino alla passione per creature mostruose e inquietanti. Le opere di Burton sono infatti caratterizzate da un forte parallelismo tra la realtà delle emozioni narrate e un velo tenebroso e fantasy, elementi incarnati da personaggi strani, spesso considerati diversi o emarginati.
Il reietto incompreso è il tema più importante che troviamo nei film di Tim Burton, rappresentato da personaggi iconici nel quale è chiaro il suo tratto distintivo, come la Sposa Cadavere, Edward Mani di Forbice e Jack Skeletron per citarne alcuni: tutti personaggi che, attraverso il racconto, arrivano a una sorta di riscatto, trasformando così le proprie diversità in tratti unici e speciali. Possiamo definire Tim Burton un creatore di mondi; mondi dalle caratteristiche romantiche, gotiche e fumettistiche all’interno dei quali prendono vita i suoi personaggi meravigliosi, mostruosi e grotteschi da lui stesso disegnati nei suoi quaderni, sui blocknotes degli hotel o sui tovaglioli dei ristoranti. Perché, quando sente l’impulso, Burton non può far altro che disegnare e dare sfogo alla sua immaginazione irrequieta e spontanea.
Tim Burton ritrae la realtà non come appare bensì come la percepisce, attraverso una sorta di distorsione della prospettiva e della figura umana. Favole e poesie sono spesso la fonte d’ispirazione maggiore dell’artista e lo accompagnano anche nel suo tempo libero. Scrivere ballate e liriche è infatti uno dei suoi passatempi maggiori, assieme all’illustrazione. In alcun casi, unendo le due cose il risultato è stato sensazionale: è proprio da questo mix, infatti, che Burton ha dato vita alla preziosa serie di poesie illustrate Morte malinconica del Bambino Ostrica e altre storie e The Napkin Art of Tim Burton. Negli anni Duemila è stato inoltre pubblicato The Art of Tim Burton, un volume di 430 pagine che raccoglie più di quarant’anni del suo lavoro artistico, sia professionale che privato. Buona parte dei lavori di Burton è infatti molto personale, nata come sfogo intimo di una mente geniale. Anche se inizialmente non dipinge o disegna con l’intento di mostrare ad altri i suoi lavori, nel 2008 il MoMA offre a Tim Burton un’occasione che non può assolutamente rifiutare: una grande mostra dedicata alla sua figura, divenuta successivamente itinerante, che lo porta ancora oggi in giro per il mondo.