Il futuro dei repubblicani viene forgiato dal nazionalismo cristiano
Nel Project 2025 è ben chiaro come si punti a rendere gli Stati Uniti una "nazione cristiana" con azioni molto radicali a tutti i livelli.
Due promesse inserite nella prefazione esprimono la direzione che l’America dovrà prendere a partire dall’anno prossimo. Il Project 2025 è un’opera di centinaia di pagine, precedute da quattro promesse, i pilastri del futuro conservatore. Due di queste, la prima e la quarta, sono le basi scritte del nazionalismo cristiano che si vuole diffondere negli Stati Uniti.
A capo di questo filone c’è Russell Vought, leader del Center for Renewing America e collaboratore del Project 2025. Il punto iniziale è il riconoscimento dell’America come nazione cristiana, ovvero il fatto che così è stata fondata e così dovrà esistere, ora e sempre. Vought precisa come vada mantenuta una netta separazione tra Chiesa e Stato. La storia statunitense nasce con l’opposizione a governanti stranieri (in questo caso il Papa) e ha sempre dimostrato una certa rimostranza nei confronti del pontefice. Il cristianesimo deve mantenere la sua influenza sul governo e sulla società. L’obiettivo deve essere dunque quello di porre la religione come fondamenta della nazione, così da renderle una cosa unica. I Repubblicani si sono molto avvicinati al campo cristiano negli ultimi anni e, come dimostrano le analisi delle elezioni, gli elettori credenti si stanno spostando con grande forza verso il GOP. La futura guida conservatrice dovrà assicurarsi che i fedeli non vengano attaccati e messi in un angolo, sarà chiamata a riordinare la società americana secondo il principio del cristianesimo.
«Ripristinare la famiglia come fulcro della vita americana e proteggere i nostri figli». Questa è la prima raccomandazione e punta il dito contro l’ideologia woke della sinistra, colpevole, secondo gli autori, di minacciare le chiese e gli enti di beneficenza fino al concetto di famiglia. L’idea dei conservatori è quella che si sta pian piano demolendo il fulcro di ogni cittadino, comunità o paese, cioè la famiglia. Come è possibile prosperare senza poter contare su questo punto solido?
Chi ha scritto le righe dedicate al tema sostiene che «il mondo non ha mai visto una società prospera, sana e libera in cui la maggior parte dei bambini cresce senza i genitori sposati». Il 40% dei bambini nasce da madri non sposate. Il prossimo Presidente dovrà dunque dedicare molto più impegno alla protezione dei nascituri, perseguendo politiche pro-vita e pro-famiglia. Non manca un richiamo diretto alla sentenza Roe v. Wade che è stata ribaltata e che «i conservatori dovrebbero celebrare come la più grande vittoria a favore della famiglia».
Si parla poi del totalitarismo della sinistra woke e del suo fare distruttivo, che minaccia lo status di esenzione fiscale delle chiese e presto si pensa possa raggiungere anche scuole e club cristiani. Si chiede al futuro Presidente di proteggere le istituzioni civili e i bambini americani da questa cultura pericolosa. È un chiaro attacco a chi sta introducendo nelle classi scolastiche gli insegnamenti sul genere e l’orientamento sessuale, che spesso sfociano in programmi e azioni concrete.
La quarta promessa, invece, è più strettamente legata alla religione e alla tradizione statunitense: «garantire il diritto individuale che Dio ci ha dato di godere delle “benedizioni della libertà”». Gli autori riprendono in mano la Dichiarazione d’Indipendenza, nella quale i Padri Fondatori affermavano che tutti gli uomini sono creati uguali e che Dio dona loro tre diritti fondamentali: vita, libertà, ricerca della felicità. Dunque, è Dio che elargisce alle persone i diritti e non il Governo. Attorno a questa breve frase gira la ridefinizione della società per i cristiani conservatori.
Il tema della ricerca della felicità è sempre stato un vanto degli Stati Uniti. Nasce anche da qui il concetto del sogno americano, di quella terra dove tutto è possibile per tutti, anche e soprattutto il raggiungimento della beatitudine. Nel documento è scritto chiaramente come «la devozione religiosa e la spiritualità sono le più grandi fonti di felicità». È questo il tratto principale della fede cristiana in America, sicuramente meno istituzionalizzata che in Europa.
Tra le centinaia di pagine del Project 2025, ha fatto scalpore la sezione di Roger Severino. L’ex direttore dell’Ufficio per i diritti civili esorta il prossimo Presidente conservatore a «mantenere una definizione di matrimonio e famiglia basate sulla Bibbia». Un altro passaggio che ha galvanizzato i cristiani conservatori riguarda l’opposizione alle restrizioni per il COVID. Severino si riferisce alle chiusure forzate delle chiese durante la pandemia, anche nei giorni più sacri per i fedeli.
Il nazionalismo cristiano, dunque, sarà un punto fondamentale delle politiche del prossimo leader conservatore che siederà alla Casa Bianca. Il Project 2025 non nomina mai Donald Trump, ma il tycoon sembra già seguire qualche linea nella sua attuale campagna elettorale. Sicuramente non faticherà a realizzare quanto scritto dai vari collaboratori, specialmente per quanto riguarda la religione negli Stati Uniti.