Tra le nomine più strane del prossimo gabinetto, assieme a personaggi come Robert Kennedy Jr., Linda McMahon e Tulsi Gabbard figura anche il designato alla guida del Pentagono: l’ex conduttore di Fox News Pete Hegseth, il cui unico contatto con il mondo della difesa sembra sia l’essere stato soldato in Iraq e Afghanistan, per cui ha guadagnato una medaglia di bronzo. La nomina del 44enne, ex studente di Princeton e Harvard e faccia nota per gli spettatori di Fox & Friends nel fine settimana, ha ricevuto immediatamente critiche da tutti i fronti. Non solo dai democratici, il cui mestiere da ora in poi sarà quello di fare opposizione, ma da ambienti militari e anche dai repubblicani.
I problemi principali del candidato segretario alla difesa sono di duplice natura. Da una parte, Hegseth manca di esperienza nel gestire un ruolo direttivo così importante: si tratta non solo di un settore molto delicato, ma anche del dipartimento più grande per budget e personale impiegato. Dall’altra parte, sono istantaneamente incominciati a emergere dettagli non proprio rosei sul suo passato. Hegseth avrebbe innanzitutto avuto grossi problemi di alcolismo per molti anni, compreso il suo periodo a Fox. Tra il 2013 e il 2016 fu il direttore di Concerned Veterans for America, lobby conservatrice dipendente da Americans for Prosperity, il gruppo politico a cui fa capo la famiglia Koch (famosa per la sua influenza sul mondo della destra americana). La sua direzione fu caratterizzata, secondo le testimonianze di alcuni dipendenti, da ubriachezza molesta e comportamento inappropriato nei confronti delle donne, oltre che mala gestione dei fondi. Durante vari eventi pubblici sarebbe arrivato a livelli di ubriachezza descritti come imbarazzanti per l’organizzazione stessa, compreso un episodio in Ohio in cui lui e un collaboratore avrebbero iniziato a gridare: “Kill all the muslims” nel bar di un albergo.
Anni prima, poco dopo il suo ritorno dal servizio militare, diresse Vets for Freedom, una piccola no-profit di veterani di guerra legata al mondo della destra. Durante il suo mandato l’organizzazione sviluppò un enorme deficit, finché nel 2009 il gruppo si trovò con meno di mille dollari in banca e quasi mezzo milione di debiti. Hegseth fu messo alla porta e l’organizzazione venne chiusa dai finanziatori. Nell’ottobre 2017, all’inizio della sua carriera come conduttore alla Fox, Hegseth apparve alla convention della California Federation of Republican Women a Monterey, al termine della quale una donna lì presente lo accompagnò, visibilmente ubriaco, in camera. Da qui in poi i fatti non sono chiari. Secondo lui, i due ebbero un rapporto sessuale consenziente. Secondo lei, sposata e madre di due figli presenti nello stesso albergo quella notte, sarebbe stata drogata e poi violentata da Hegseth. Nonostante lui neghi le accuse e la polizia abbia deciso di non procedere nei suoi confronti per mancanza di prove, nel 2020 le due parti arrivarono a un accordo economico per mettere a tacere la cosa. Una ormai famosa e-mail ha riassunto il suo modo di trattare le donne: nel 2018, nel mezzo del divorzio con la seconda moglie, sua madre gli scrisse una lettera di fuoco in cui lo accusava di essere “an abuser of women”, elencando disonestà, infedeltà, tradimento, degradazione e screditamento come i suoi più comuni modi di comportarsi con le donne. Nonostante una recente intervista su Fox News in cui la madre lo difendeva sostenendo che fosse ormai una persona diversa, l’emergere di questa e-mail ha danneggiato non poco la reputazione di Hegseth.
Sembrava che, di fronte a tali questioni, dopo la caduta della candidatura di Matt Gaetz a procuratore generale, anche quella di Hegseth fosse traballante e prossima ad essere ritirata: qualcuno aveva anche ipotizzato una sostituzione con il governatore della Florida Ron DeSantis. Eppure, forse per non perdere la faccia dopo l’affare Gaetz, Trump ha improvvisamente deciso di insistere sulla sua nomination, facendone l’ennesimo test di fedeltà per i senatori del suo partito. Hegseth, che ha lodato le crociate come ideale bellico e che si è detto contrario a ogni politica che avesse a che fare con parità di genere o rispetto per la comunità LGBTQ all’interno dell’apparato della difesa, è stato tratto in salvo da una contro-campagna in due direzioni. Innanzitutto, se il candidato a una nomina si trova nel mezzo di uno scandalo del genere, la tradizione vuole che mantenga un profilo basso, una certa distanza dalle telecamere e una campagna a tu per tu con i senatori. Si è deciso quindi di fare l’opposto: Trump, com’è ovvio, voleva uno show. Ecco allora comparire Hegseth, intervista dopo intervista, mentre una campagna di terrore si abbatte sui senatori repubblicani, con un messaggio chiaro: chi non vota per lui verrà distrutto alle prossime primarie. La prima colpita è stata la senatrice dell’Iowa Joni Ernst, ex veterana e sopravvissuta a violenza sessuale, che siede nella commissione Difesa e sembrava essere più critica. Dopo neanche 72 ore di fuoco incrociato tra Fox, talk show radio e ambiziosi politici dell’Iowa ansiosi di prendere il suo posto, Ernst ha visto di nuovo Hegseth in un incontro descritto come “encouraging” e ha esplicitamente promesso di supportare la sua nomina. Nel frattempo, una somma di denaro solitamente impiegata solo nelle campagne per le nomine della Corte Suprema è stata spesa per un battage in grande stile volto a intimidire l’opposizione interna.
L’audizione in Commissione difesa, dove l’unico vero round di domande serie è venuto dai democratici e dove Hegseth ha affermato di voler "riportare una cultura da guerrieri al Dipartimento della Difesa", ha solo sancito la probabile conferma della sua nomina da parte repubblicana. Laddove i democratici criticavano mancanza di esperienza, i repubblicani rispondevano infatti descrivendo la stessa come “a breath of fresh air”, mentre sembravano soddisfatti dalla spiegazione che tutte le accuse nei suoi confronti fossero frutto di una campagna del fango. Poco importa che i senatori siano sotto ricatto. Insomma, Hegseth ha mostrato anche agli altri candidati alla nomination come comportarsi: combattere, minacciare, ricattare, mentire e sminuire le proprie incapacità.